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Piani urbani di mobilità sostenibile al centro del benessere delle città

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La recente conferenza nazionale sui Pums, i piani urbani di mobilità sostenibile, ha messo in evidenza un parco circolante automobilistico con il 30% di veicoli Euro 6 (dati al 2020), nel network dei Comuni aderenti all’Osservatorio. Come noto, quest’ultimo mette in rete le città del Paese che pianificano una circolazione rispettosa dell’ambiente nei loro territori. L’adesione è gratuita grazie a Rfi – Rete ferroviaria italiana, main sponsor dell’Osservatorio Pums, in seno a Euromobility.

Le località aderenti sono attualmente 72. Tra i vantaggi di farne parte c’è il contatto diretto con partner di esperienza e con la Commissione europea per portare avanti iniziative utili a migliorare il benessere dei cittadini.

Piani urbani di mobilità sostenibile: la conferenza

Sono stati 400 gli iscritti all’ultimo meeting in streaming dell’Osservatorio.

L’evento giunto alla quinta edizione ha coinvolto amministratori, tecnici ed esperti del settore in dibattiti sui temi del futuro della mobilità urbana e delle fonti di finanziamento disponibili per realizzare tale futuro.

Lo stato dell’arte sui Pums in Italia è stato illustrato dal segretario nazionale di Euromobility, Valerio Piras. Il panel delle città aderenti conferma l’alto tasso di motorizzazione del Paese con quasi 70 veicoli ogni 100 abitanti. Di essi il 40% alimentato a diesel e il 36% a benzina. L’11% a Gpl e il 9% a metano, mentre l’ibrido elettrico penetra per l’1,5%.

Interessante notare che il fattore medio di emissioni di CO2 è di 239 grammi per chilometro.

Ora, è vero che il campione di analisi è circoscritto ai Comuni aderenti all’Osservatorio, tuttavia è indicativo rilevare come il valore sia nettamente migliorabile. E questo si può fare cominciando a creare cultura della sostenibilità coinvolgendo i centri più piccoli, con meno risorse e competenze per attuare piani di mobilità sostenibile. Nonché soggetti a una forte dipendenza dall’automobile per spostarsi.

Scarica da qui i materiali della quinta Conferenza sui PUMS.

Il ruolo del treno nella mobilità sostenibile

A questo proposito il ruolo del treno è determinante.

Ne ha parlato durante la Conferenza Vera Fiorani, AD e direttrice generale di Rfi- Rete ferroviaria italiana (Gruppo FS).

«Le nostre stazioni dovranno essere sempre più accessibili e connesse con diverse modalità di trasporto sostenibili», ha esordito.

Sono oltre 2.200 le stazioni ferroviarie collegate al tessuto urbano.

Fiorani: «A Roma, all’interno del raccordo anulare sono presenti 150 chilometri di linee ferroviarie che collegano varie parti della città, ad esempio. Il nostro ruolo è quello di aumentare la capacità di trasporto attraverso un piano di investimenti, con risorse stanziate anche dal Pnrr, per lo sviluppo delle infrastrutture e il potenziamento delle tecnologie nei nodi urbani».

Tra i progetti di Rfi c’è anche quello con il Mims -Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, per collegare le università alle stazioni ferroviarie con le piste ciclabili.

Da uno studio emerge che 329 università in Italia – pari all’83% del totale – hanno almeno una stazione ferroviaria nel raggio di tre chilometri.

«Considerando che gli studenti universitari rappresentano il 23% dei viaggiatori, è stato deciso, grazie al Mims che lo ha finanziato, di sviluppare un progetto che vede la realizzazione e il potenziamento di piste ciclabili fra le università e le stazioni», conclude l’AD.

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