Quando una vettura come Peugeot 308, pur non avendo ancora una versione puramente elettrica (arriva nel 2023, ndr), vince il Wwcoty (Women world car of the year 2022), premio dell’auto dell’anno votato da 55 giornaliste rappresentanti di 40 paesi del mondo, i driver più attenti potrebbero farsi delle domande.
Ma non è l’elettrico la strada per il futuro?
Una riflessione di tutto rispetto, che ha meritato una risposta direttamente dal capo di Peugeot, Linda Jackson.
L’abbiamo incontrata a Parigi, per il ritiro del riconoscimento alla 308 che, proclamata vincitrice assoluta, era in lizza con altre 65 vetture candidate, allo stesso modo commercializzate in almeno due continenti e testate da tutte le giurate.
L’amministratrice delegata fa il punto sui prossimi step della mobilità a zero emissioni, in una visione che include le vendite B2B e ai privati.
Peugeot e gli step nell’elettrico: incontriamo Linda Jackson
Peugeot 308 ha convinto per gli ottimi compromessi su ogni fronte. Arriverà anche elettrica?
«Alla fine del 2021 in Europa un veicolo su cinque di quelli venduti era elettrico e uno su cinque elettrificato: Peugeot vuole passare alla mobilità elettrica entro il 2030, ma quando parliamo di elettrificazione al 100% è in Europa. Come sapete, è un periodo di transizione per i clienti e non tutti sono convinti o in grado di avere un’auto elettrica. Per questo, per esempio proprio sulla nuova Peugeot 308, offriamo diesel, benzina e ibrido al momento. L’elettrica e-308 farà parte dell’offerta».
[Leggi del test drive di Peugeot 308 SW, molto apprezzata nelle flotte aziendali]
Intende, che il mix di motorizzazioni è dovuto anche alla presenza globale del marchio?
«Esatto. Dobbiamo essere molto cauti quando parliamo di elettrificazione entro il 2030 ed è qualcosa di cui abbiamo parlato in Stellantis e Carlos Tavares ne ha parlato nel piano strategico Dare Forward 2030. Questo avviene in Europa. Peugeot è un marchio globale e naturalmente forniremo i motori giusti per il resto delle regioni. Ora stiamo introducendo, ad esempio, l’e-208 in Brasile, Paese che non è alla stessa velocità in termini di trasformazione. Ciò ci dà la possibilità di entrare ed essere già leader nei veicoli elettrici. Il che è molto importante per il valore del nostro marchio».
Un punto sulla situazione batterie: Carlos Tavares prevede una carenza di intorno al 2025. Cosa ne pensa?
«La carenza di batterie è un po’ come la mancanza di chip o qualsiasi altra crisi che si verifichi, ma come sapete Peugeot fa parte di Stellantis e stiamo investendo in quelle che chiamate “Giga factory”. Il che significa che possiamo possedere l’intera catena verticale del valore, cioè costruire direttamente le nostre batterie, e non affidarci a fornitori di primo e secondo livello. Abbiamo bisogno di essere noi stessi una parte del processo ed è per questo che stiamo aprendo quattro impianti in varie regioni del mondo. Per essere in grado di gestire la catena di fornitura. Per gestirla bisogna pianificare in anticipo e assicurarsi di avere la capacità necessaria, ma anche progettare i veicoli, velocizzare la catena, diventare più efficienti: si tratta di essere agili».
Parliamo di motore diesel: tutti i modelli Peugeot ne includono almeno uno a listino. Il futuro qual è?
«Sul fronte motorizzazioni dobbiamo seguire il mercato e le richieste dei nostri clienti. Pensiamo che sia più importante partecipare alla transizione verso le zero emissioni, naturalmente. Tuttavia, siamo onesti: tutto è guidato anche dalla legislazione. La normativa sta diventando più rigida ed è importante raggiungere il nostro obiettivo di emissioni di CO2. In tutto ciò stiamo assistendo a un trend, in cui sempre più aziende iniziano a fare questo passo e a passare ai motori ibridi plug in. Credo che la transizione stia avvenendo, ma tutto dipende dalle infrastrutture e da molti altri fattori che esulano dal prodotto».
[Leggi di Acea il report sui punti di ricarica in Europa]
Cosa c’è dunque nel futuro delle flotte aziendali e del noleggio?
«Sul fronte commerciale posso dire che stiamo lavorando sulle celle a combustibile di idrogeno. Le abbiamo inserite in un veicolo commerciale leggero di grandi dimensioni perché può avere i suoi vantaggi. Infatti, permettono di fare molti chilometri e hanno bisogno di ricaricarsi rapidamente. In questo modo ha senso».
Secondo lei quando sarà il momento dell’ultimo motore a combustione?
«Non so dove e quando. Dipenderà totalmente dai nostri clienti e dall’evoluzione dei mercati. Sarebbe molto arrogante da parte mia dirlo. Ogni regione, ogni mercato hanno una velocità di trasformazione diversa e a volte lo dimentichiamo. O lo dimentico io o lo dimentichiamo tutti perché siamo in Europa e sappiamo che è guidato molto anche dalla legislazione. Quindi è impossibile rispondere a questa domanda».
[Approfondisci sulla piattaforma di mobilità aziendale europea]