Si avvia a grandi passi la chiusura del capitolo Dieselgate per Volkswagen, dopo che iI giudice federale di San Francisco, Charles Breyer, ha dato il suo ok definitivo al patteggiamento da 14,7 miliardi di dollari raggiunto lo scorso giugno dalla Casa di Wolfsburg e dalla Giustizia americana per chiudere i conti con i proprietari dei 475 mila auto diesel coinvolti nello scandalo delle emissioni truccate.
La gran parte della cifra stanziata, ovvero 10,033 miliardi di dollari, servirà per riacquistare i veicoli a partire da novembre e risarcire i proprietari, mentre i restanti 4,7 miliardi serviranno per finanziare programmi per limitare le emissioni e dare una ulteriore spinta ai veicoli elettrici o ibridi.
Una mossa questa che risolverà il grosso del “gate”, ovvero il problema delle auto a due litri, ma che ancora non ha risolto quello degli 85 mila veicoli tre litri su cui si starebbe ancora negoziando.
E a questo fronte ancora (semi) aperto per il marchio tedesco se ne potrebbe aprire un altro in Europa, visto che, come dicemmo anche noi di Missionline (leggi: Volkswagen e i clienti di serie A in Usa e di serie B in Europa) anche la Ue sembra voglia mettere alle strette il gruppo che deve fare molto di più per gli acquirenti degli otto milioni di veicoli coinvolti in Europa dal Dieselgate, chiedendo che si impegni con vincoli e senza limiti di tempo affinché le riparazioni delle auto a carico della casa debbano risolvere effettivamente il problema senza alcun effetto negativo sulle prestazioni delle auto. Anche con misure di “compensazione volontaria” dei danneggiati compreso in alcuni casi il riacquisto delle auto.