Incentivi sanzioni auto

Incentivi e sanzioni all’auto in Italia: serve svecchiare bene il circolante (25% pre Euro3 50% ultradecennale)

E’ noto a tutti nel settore della mobilità su ruota, ma va ricordato: l’auto in Italia non sta attraversando un periodo facile, florido per l’industria o evolutivo per l’utenza. Anzi, l’automotive tricolore è in mezzo, da troppo, a una fase critica di transizione che non ha ancora portato evidenze utili alla vecchia tradizione motoristica, come nemmeno a nuovi fronti, dell’auto elettrica.

E’ insomma un momento complicato, con sforzi dovuti all’industria e alla politica. Se da un lato la transizione energetica è “dovuta”, dall’altro il nostro parco circolante, la flotta veicoli generale in Italia, è poco moderna  e sicura, rispetto ai livelli del secolo scorso. Ci sono poi le altrettanto note difficoltà per le limitazioni alla circolazione, secondo regole che combattono le emissioni allo scarico.

ACI pone la questione del circolante, vecchio e insicuro

Ne ha parlato di recente Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’ACI, definendola lui stesso, una “situazione critica”. Dove un quarto delle auto che circolano su strada in Italia, l’Italia che è anche Ferrari o hypercar elettriche, è in sostanza appartenente a classe di inquinamento tra Euro0 e Euro3.

Insomma, sforniamo modelli stupendi e d’avanguardia, ancora, ma davvero pochi e per pochi. Una grande fetta di automobilisti, privati, conduce in Italia veicoli con almeno vent’anni. E’ quello che può permettersi, al contrario di un driver di company car aziendale. Si dividono i livelli per e auto aziendali e quelle personali. Un veicolo su due, in generale in Italia, ha oltre 10 anni.

Ci sono quindi troppe auto che circolano essendo magari usurati e non in piena efficienza, oltre che datate. Il vero nodo, per chi ama l’auto e sa quanto conta la condizione di esercizio, sono le manutenzioni. Se assenti o scadenti, lasciano decadere il livello di sicurezza ma anche di inquinamento.

Troppe auto mal tenute per troppi anni, generano davvero la causa di maggiore accura per l’tanto: le emissioni da mobilità individuale. Perché al di la di tutto, sappiamo che oggi ancora come ieri, all’italiano piace e serve spostarsi in auto,

Alcuni oggi rimarcano il salto sulle emissioni, verificatosi con le Euro 4, dove i gas inquinanti si sono quasi dimezzate rispetto alle classi precedente. Si preparano norme volte a favorire la sostituzione di modelli pre-Euro4, ovvero immatricolati fino al 2003, circa? Staremo a vedere, una euro3 in circolazione per chi la usa poco, con più persona a bordo, mantenuta al meglio con ricambi e condizioni come d’origine, inquina mento di una Euro6 “macinata” che circola costantemente a odometro con 5 zeri e priva di FAP e sistemi abbattimento scarico (come può succedere). La questione giusta sollevata, con eco su vari media anche dei quotidiani, è in realtà meno banale di quanto sembri.

Cosa servirebbe oltre agli incentivi cambio auto?

In ogni caso il presidente ACI, Sticchi Damiani, fa un appello per incentivare la sostituzione del vecchio usato. Quantomeno con altro usato, ma più recente. Ecco il nodo anche economico. La abbiamo capita che ormali le belle auto premium, ottime per sicurezza ed emissioni, costano e costeranno troppo per l’italiano medio. L’abbiamo capito che non tutti abitano e devono muoversi solo in grandi città? Allora ecco che l’industria può darsi una smossa penando ancora a modelli di tgaglio semplice, come poteva e faceva il marchio Fiat, un tempo. Ecco che i soldi per gli incentivi e le sanzioni possono mirare a ridurre rischi per gli utenti della strada, tutti, eliminando auto mal tenute e troppo vecchie. Non solo a evidenziare immatricolazioni con zero emissioni, allo scarico, senza sapere quanto incidono sull’inquinamento reale, sulla sicurezza di quanti pedoni o guidatori di due ruote che possono rischiar di morire per incidenti.

Almeno un aiuto per sostituire alcune Euro0, Euro1, Euro2 e Euro3, con Euro4, Euro5 o Euro6, certificate come in buono stato, aggiungiamo noi, ce lo attendiamo dalle normative statali e locali. Il dettaglio di come sarà strutturato l’aiuto però, può fare differenza.

Intanto, si rimarca la differenza tra auto aziendale, cui comunque ACI dedica attenzioni con le note Tabelle di rimborso chilometrico, e auto privata circolante, cui ACI deve dedicare sforzi politici.

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