Il 2014 è un anno positivo per il settore del noleggio a lungo termine: lo ha confermato a MissionFleet la quasi totalità degli operatori, che ha registrato una crescita significativa del business, in alcuni casi superando gli obiettivi.
Un semestre scintillante
«Quest’anno abbiamo intensificato la nostra presenza sul territorio e nel primo semestre abbiamo registrato un +20% rispetto allo scorso anno», ha dichiarato alla nostra testata Samuele Serchiani, responsabile manutenzione e post vendita Program Autonoleggio.
«Rispetto ai piani sviluppati per il 2014 stiamo andando molto bene – ha affermato Dalisa Iacovino, Country Sales Manager Mobility Solutions di Athlon Car Lease Italy -, siamo a oltre il 14% di produzione rispetto al target e la flotta ha superato il livello previsto per la fine dell’anno».
Soddisfazione anche in Arval, come ha spiegato Emmanuel Lufray, direttore commerciale Arval: «Pur in un contesto complesso, abbiamo chiuso il 2013 in modo stabile con una quota di mercato di oltre il 25%. E il 2014 si sta rivelando molto positivo con un trend di ordini superiore del 60% rispetto allo scorso anno. Contiamo di crescere del 5% in termini di flotta gestita».
Il numero dei clienti totali di Leasys è invece in crescita dell’8%, con oltre 7 nuovi clienti al giorno. Car Server, dopo un 2013 a +20%, si avvia a chiudere l’anno con un ulteriore +6%. Mentre Volkswagen Financial Services Italia nel primo semestre 2014 sta toccando quota +45%.
«Il 2012 e il 2013 sono stati anni di estrema difficoltà per il comparto auto, che ha visto la propria domanda calare del 30-40%. Basti pensare che nel 2013 l’immatricolato si è attestato a 1,3 milioni, contro i 2,2 milioni di media degli anni precedenti – ha spiegato Andrea Morosati, direttore commerciale Volkswagen Financial Services Italia -. Tuttavia nel primo semestre 2014 il noleggio ha registrato una crescita a doppia cifra, pari a circa il +30%, portando il mercato auto a +3%».
«Le ragioni della crescita che ha interessato il nostro business sono diverse – ha proseguito Morosati -: innanzitutto si è ampliato il mercato, in generale, inoltre un maggior numero di noleggi a breve termine iniziano ad essere gestiti con soluzioni di lungo termine; infine il noleggio sta diventando interessante e accessibile anche per le PMI, che fino ad oggi si sono focalizzate sulle classiche formule di leasing finanziario».
Per Andrea Cardinali, presidente e amministratore delegato di Alphabet, il mercato del noleggio a lungo termine è lungi dall’essere maturo. «C’è ancora un ampio margine di crescita, soprattutto legato all’ingresso nel business delle piccole e medie imprese», ha affermato il manager. Già, le PMI, che, concordano tutti gli operatori, si stanno lentamente affacciando a questo mercato, iniziando a comprendere che il noleggio può essere vantaggioso anche per loro.
Un panorama nel complesso incoraggiante, dunque, anche se nessuno si aspetta che il comparto si assesti ai livelli di alcuni anni fa. La profonda crisi economica che ha investito il nostro Paese, infatti, ha modificato profondamente anche questo settore, e il mercato dell’automotive in generale, provocando dei cambiamenti importanti..
Una visione condivisa da tutti i noleggiatori che abbiamo contattato.
I fasti del passato sono un ricordo
Claudio Manetti, amministratore delegato e direttore generale di Leasys, ne è sicuro: «Dall’inizio del nuovo secolo il nostro Paese ha vissuto almeno tre importanti fasi recessive, sulle quali è andata poi a innestarsi la crisi finanziaria. Il mercato non tornerà più come prima, sarà diverso», ha detto il manager.
«Il calo che ha subito il nostro comparto è strutturale, pertanto dubito che si possa tornare ai numeri del passato», ha commentato Italo Folonari, Amministratore Delegato di Mercury. Secondo Lufray «la crescita sarà sempre accompagnata dall’attenzione all’efficienza e all’ottimizzazione dei costi».
D’altra parte, la crisi ha cambiato le abitudini e, di conseguenza, i consumi, di privati e aziende.
«Basti pensare all’irrompere del car sharing nelle abitudini dei cittadini e alla crescente domanda di noleggio. Se saremo capaci di intercettare il cambiamento, e di cambiare noi stessi, creeremo un nuovo mercato», ha dichiarato Manetti.
Già alcuni operatori si stanno muovendo in questa direzione: Leasys, ad esempio, che è partner operativo di Enjoy, il servizio di car sharing targato Eni in partnership con Fiat e Trenitalia.
«Per ragioni culturali e strutturali il mercato dell’auto apparirà comunque ridotto al termine della crisi – ha spiegato Morosati -: sia i privati che le imprese hanno ridimensionato la domanda, è diminuito il numero dei patentati in Italia, si stanno facendo strada sempre più soluzioni di mobilità alternativa e di trasporto intelligente e tutto questo potrebbe portare a una diminuzione del valore medio dell’auto».
Saving, una priorità
In tempi di spending review, a mutare sono state anche e soprattutto le richieste delle aziende ai noleggiatori. «Oggi le aziende hanno la necessità sempre più stringente di ridurre i costi: l’esternalizzazione della gestione della flotta aziendale è, senza dubbio, uno dei modi più semplici e veloci per ottenere convenienza economica e sicurezza del servizio», ha commentato Manetti.
Riduzione dei costi che però deve fare rima anche con una buona qualità del servizio, come ha dichiarato Giovanni Orlandini, amministratore delegato di Car Server: «Oggi le aziende sono alla ricerca di servizi flessibili a costi più bassi: una combinazione che è possibile ottenere grazie allo sforzo congiunto di noleggiatori e case costruttrici».
«Le aziende, preoccupate dalla situazione economica e alla ricerca del risparmio a tutti i costi, hanno ridotto le dimensioni del parco auto, effettuato downgrading sulle cilindrate e sugli accessori, hanno varato policy più restrittive e allungato la durata dei contratti di noleggio», ha puntualizzato Cardinali.
Tutto questo ha avuto delle ripercussioni sull’offerta degli operatori del noleggio a lungo termine, che hanno lavorato alla messa a punto di soluzioni in grado di rispondere a tutte le necessità avvertite dai loro clienti, all’insegna di un’unica parola d’ordine: flessibilità.
Soluzioni flessibili
«Oltre al contratto tipico di noleggio a lungo termine disponiamo di diverse tipologie contrattuali (contratto Aperto, Contratto Libero, Contratto 100.000 km) per fare in modo che il cliente possa scegliere il contratto più rispondente alle sue specifiche esigenze», ha spiegato a MissionFleet Agatino Di Maira, Amministratore Delegato di Locauto.
«Athlon ha da poco introdotto Flex Drive, una formula innovativa che consente al cliente di avere fino a un massimo di 30 giorni all’anno qualsiasi tipo di modello e di veicolo, a seconda della necessità», ha dichiarato Iacovino.
Una formula, quella del contratto flessibile, adottata anche da Volkswagen Financial Services Italia, che propone “Solution”. «Il contratto non è fisso, ma si modifica in base esigenze specifiche, per ottenere il maggior risparmio possibile – ha affermato Morosati -. Inoltre, puntiamo sul servizio, offrendo non solo il semplice noleggio ma assistendo il cliente come un consulente e cercando di anticiparne le richieste».
Approccio consulenziale anche per Athlon, attraverso Athlon Consultancy, che aiuta l’azienda a comprendere i costi reali per poi valutare il risparmio effettivo che è possibile ottenere.
Mentre Leasys ha da poco introdotto il nuovo ente Customer Care, pensato e organizzato per rispondere in modo mirato ai privati, alle piccole aziende così come ai clienti delle grandi flotte. «Si tratta di oltre 180 persone dedicate esclusivamente a dialogare, a gestire aspetti operativi e a sviluppare nuove soluzioni a vantaggio dei clienti di tutte le tipologie», ha detto Manetti.
Arval ha adottato una nuova visione strategica che pone il cliente al centro dell’attività. «Abbiamo optato per un nuovo modello organizzativo-commerciale, denominato “Account Team” – ha spiegato Lufray – . Ogni cliente può contare su una squadra multidisciplinare pronta ad aiutarlo nella gestione di tutti gli aspetti relativi al parco auto».
LeasePlan Italia punta sulla trasparenza con Formula Opportunità che, come ha spiegato a MissionFleet il direttore commerciale Gavin Eagle, «consente alle grandi aziende, attraverso un approccio di partnership basato sul sistema Libro Aperto, di monitorare e ottimizzare al meglio i costi di gestione della flotta».
Interessante l’esperienza di Mercury, che ha deciso di focalizzarsi sul business dell’usato. «Si tratta di una nicchia di mercato che ci sta dando grandi soddisfazioni – ha dichiarato Folonari -: entriamo continuamente in contatto con clienti nuovi, che invece di acquistare veicoli usati ora si rivolgono al noleggio. Senza contare che le auto usate, più economiche, possono essere noleggiate con più facilità anche a breve termine».
Approccio ad hoc per le PMI
E poi ci sono le piccole e medie imprese, che richiedono un approccio ad hoc. «In questo caso non si parla di flotte ma di 1 auto, 1 contratto, 1 servizio – ha specificato Orlandini -. Car Serveroffre alle PMI soluzioni personalizzate e trasparenti, sia sui chilometraggi prescelti che sull’eventuale riparametrazione dei contratti. Di recente abbiamo varato anche un nuovo progetto rivolto alle start-up».
Attraverso Formula Permuta di LeasePlan, dedicata a piccole imprese e partite iva, il cliente può rivendere alle migliori condizioni di mercato e con il vantaggio di poter utilizzare l’importo ricavato come desidera. Ed è sempre di LeasePlan, IQC, ovvero l’internet Quotation per i clienti, soluzione web che consente al fleet manager e al driver di quotare e ordinare in completa autonomia la propria vettura.
Soluzioni più flessibili, ma anche più tecnologiche, dunque, dal momento che la digitalizzazione si è fatta sentire anche nel settore del noleggio a lungo termine. Lo sa bene Arval, che ha fatto della tecnologia uno dei suoi cavalli di battaglia, come ha spiegato Lufray: «Arval Smart Experience è un’ iniziativa internazionale che prevede l’integrazione nel sistema di comunicazione tra Arval, i propri clienti e i driver di nuovi strumenti tecnologici, digitali e interattivi che consentono ai fleet manager di risparmiare tempo e di essere supportati nei processi decisionali, e ai driver di accedere più facilmente ai servizi e di instaurare una relazione più semplice e immediata con Arval».
Tecnologia e applicazioni
«Il primo di questi strumenti è Arval Mobile, un’app pensata per i driver che consente ad esempio di gestire direttamente interventi di manutenzione e di avere accesso al Contact Center di Arval», ha proseguito Lufray. Sono invece dedicati ai fleet manager Arval Fleet View, sito di reporting di taglio strategico, e Arval Connect, portale che unisce contenuti editoriali e contenuti operativi, fornendo tutte le informazioni utili a gestire la flotta in modo efficace.
Anche Leasys ha lavorato molto sulle applicazioni, immettendone sul mercato di diverso tipo. Oltre all’app pensata per assistere i driver nella gestione del proprio veicolo, ci sono infatti Leasys Appraisal, studiata per risolvere subito l’annosa questione dei danni di fine noleggio che ora è possibile periziare, quantificare e addebitare nel momento stesso in cui un driver riconsegna la vettura alla fine del contratto di NLT; e Leasys App Clickar, grazie alla quale è possibile seguire le aste auto da smartphone. È stato lanciato inoltre Leasys I-Care, servizio di infomobilità e tele-diagnosi.
AlphaGuide è invece il nome della mobile application gratuita sviluppata da Alphabet, in grado di assistere il driver 24 ore su 24, di cui è in arrivo una nuova release. L’app consente di ricercare tramite GPS i centri di assistenza Alphabet più vicini, oltre alle stazioni di servizio tradizionali e a quelle per la ricarica dei veicoli elettrici.
«Tecnologia fa sempre più rima con personalizzazione. Il cliente chiede servizi su misura e facile accesso alle informazioni, ovviamente tramite Internet. Noi a tal proposito siamo in fase di definizione della nuova piattaforma web aziendale che sarà non solo la tradizionale vetrina di prodotti e servizi, ma anche uno strumento a disposizione del cliente per reperire tutte le informazioni di cui ha bisogno durante il proprio noleggio», ha affermato Di Maira.
Se da un lato la tecnologia può essere un alleato prezioso per velocizzare i processi, dall’altro non bisogna dimenticare che la relazione resta un aspetto fondamentale, come mette in guarda Di Maira: «Bisogna evitare di “disumanizzare” troppo l’approccio al servizio. Vogliamo servirci della tecnologia, questo sì, ma vogliamo restare un’azienda umana, calda, abituata a dare del tu ai clienti, a conoscerne e a risolverne i problemi».
Tutti i noleggiatori hanno già lanciato (o stanno per lanciare) applicazioni utili ai driver e portali dedicati ai fleet manager, tuttavia la tecnologia legata al noleggio a lungo termine ha anche un’altra faccia, che genera ancora molte controversie. Stiamo parlando della telematica e in particolare delle cosiddette “black box”, che fanno ancora molto parlare di sé.
«Molti mostrano delle resistenze perché le considerano una forma di controllo – ha spiegato Serchiani -, tuttavia a mio parere si tratta di uno strumento utile, poiché consente di dare un servizio migliore e di gestire il mezzo in modo completo ed efficiente. Attualmente, abbiamo installato le scatole nere sul 30% della nostra flotta».
Arval ha lanciato qualche tempo fa Arval On Board, con l’obiettivo di raggiungere le 20mila installazioni entro fine anno. «Il nostro prodotto di telematica consente di monitorare la flotta in tempo reale (dai consumi allo stile di guida), oltre che di intercettare in anticipo eventuali guasti intervenendo subito con la manutenzione», ha detto Lufray.
Anche Leaseplan sta lavorando a un’ulteriore evoluzione di Leaseplan Telematics, già installato su 20.000 vetture.
«Personalmente ritengo che in futuro non si potrà prescindere dalle black box, utili a fini di monitoraggio e di sicurezza – ha affermato Massimo Macciocchi, Commercial Leader Fleet, EF & Autolease di GE Capital -, ma convincere i driver in merito alla loro utilità non è facile».
Flotte green ancora “al palo”
Servirà del tempo, ma la strada è già tracciata. Il sentiero invece appare più tortuoso per le auto eco-friendly: anche se l’attenzione nei confronti del tema è altissima, per le flotte total green ci sarà ancora da attendere a lungo.
«Le auto ibride incontrano una resistenza minore e sono già entrate in flotta – ha affermato Macciocchi – , ma per i veicoli elettrici permangono delle difficoltà, sintetizzabili nei costi ancora troppo elevati e nella mancanza di un’adeguata rete per la ricarica dei veicoli».
D’accordo anche Iacovino: «Per le auto elettriche manca ancora una soluzione integrata», ha detto la manager, tanto che, come ha affermato Folonari, «molte imprese si limitano a utilizzarle come auto sostitutive».
«Attualmente le aziende chiedono le auto con alimentazioni alternative per testarle, ma si tratta di numeri ancora piccoli – ha dichiarato Morosati a MissionFleet -. Certo, dal punto di vista del TCO, queste auto hanno consumi molto inferiori, quindi alla fine consentono di risparmiare, ma l’Italia è molto indietro rispetto ad altri Paesi europei in merito all’adozione di questi veicoli, anche perché mancano, in buona sostanza, supporti e agevolazioni fiscali che influenzerebbero positivamente la domanda».
Un esempio di eccellenza sul fronte green è rappresentato da Alphabet, che ha lanciato AlphaElectric, vero e proprio ecosistema per la mobilità sostenibile. «AlphaElectric si articola in quattro step: analisi del potenziale di elettrificazione della flotta, selezione dei modelli, progettazione delle infrastrutture di ricarica e servizi dedicati al driver, tra cui la charge card che consente di usufruire delle colonnine elettriche pubbliche e un’app che indica la postazione di ricarica più vicina», ha spiegato Cardinali.
Inoltre, a settembre debutta sul mercato italiano AlphaCity, un’innovativa soluzione di corporate car sharing disponibile sia per vetture elettriche che tradizionali. «É un modo per democratizzare la company car – ha detto Cardinali -. Le vetture possono essere utilizzate anche per scopi privati dai collaboratori che non hanno diritto all’auto aziendale: in questo caso l’addebito avviene direttamente in busta paga, secondo un piano tariffario stabilito dall’azienda». Un approccio senza dubbio innovativo, che rende ottimisti sulla possibilità di avere, in un futuro non troppo lontano, delle intere flotte amiche dell’ambiente.