Mobilità elettrica

Mobilità elettrica lontana nelle flotte. La ricerca Top Thousand

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La Mobilità elettrica nelle flotte auto aziendali? E’ ancora lontana, prima di tutto per i  forti limiti nella percezione delle imprese, che reputano i veicoli a batteria meno flessibili delle vetture “normali” anche se c’è la consapevolezza che il futuro li vedrà protagonista grazie anche agli investimenti che il governo farà (o si spera faccia) nella rete di ricarica, nell’attesa che il progresso tecnologico faccia la sua parte.

Sono questi i principali risultati della seconda parte (leggi l’articolo con la prima parte) della ricerca “Le flotte aziendali verso una svolta elettrica…ancora lontana”, promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da fleet e mobility manager di grandi aziende, con il patrocinio di CEI CIVES – Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali a Batteria, Ibridi e a Celle a Combustibili.

Una ricerca sulla Mobilità elettrica su 60 grandi aziende italiane

La ricerca, che ha preso in considerazione una flotta campione di 60 grandi aziende appartenenti a diversi settori, con oltre 52.000 veicoli aziendali complessivi, si è focalizzata sull’attuale e potenziale futuro impatto della mobilità elettrica sui parchi auto di medie e grandi imprese. Presupposto dell’analisi è che nonostante i consistenti investimenti delle Case Auto sulle auto elettriche (EV) e le numerose presentazioni nel corso dei principali Saloni automobilistici, l’elettrico in Italia resta oggi un business di nicchia, in cui le flotte aziendali comunque rivestono un ruolo da protagonista, pur con numeri assoluti ancora marginali. In generale, lo scorso anno in Italia è stata immatricolata appena 1 vettura elettrica ogni 10.000.

“Le sempre più diffuse e stringenti limitazioni alla circolazione dei veicoli diesel e benzina nelle nostre grandi città impongono di imprimere un’accelerazione decisiva nello sviluppo e nell’individuazione di soluzioni di mobilità a emissioni ridotte. La nostra analisi – commenta Riccardo Vitelli, presidente di Top Thousand – conferma le potenzialità insite nelle soluzioni elettriche e le connaturate difficoltà che oggi vanno superate per riuscire a cogliere pienamente questa sfida tecnologica, ambientale ed economica. La strada da percorrere è ancora lunga e articolata e i gestori della mobilità aziendale sono pronti a svolgere il ruolo di apripista e disponibili a far parte di un tavolo di lavoro insieme a case costruttrici, noleggiatori e istituzioni per agevolare la svolta elettrica”.

Ancora poche emissioni zero. Poi tra 10 anni…

Nonostante gli attuali dati poco incoraggianti, il 57% dei fleet manager sostiene che le auto elettriche sostituiranno gradualmente le vetture a benzina o diesel e persino le ibride, a conferma di una decisa fiducia nel progresso tecnologico.

Ma questo scenario sembra ancora lontano, perché nella maggior parte delle risposte si fa riferimento a una possibile, graduale sostituzione solo nel lasso di almeno 10 anni. Tra le precondizioni necessarie per l’evoluzione, vengono segnalate la costanza degli investimenti delle case auto, la volontà dei governi e gli avanzamenti tecnologici.

Più cauto è il restante 43% delle aziende che, invece, ritiene che nel futuro si produrrà una situazione mista, in cui sopravvivranno le alimentazioni classiche, seppure in proporzione minore rispetto alle ibride plug-in e alle elettriche pure.

Le auto elettriche attuali non sono ritenute efficienti per l’utilizzo privato (soprattutto per i fine settimana o i periodi di ferie), vista la carente diffusione della rete di ricarica e la limitata autonomia dei veicoli.

Le auto elettriche vengono oggi quasi esclusivamente utilizzate in modalità condivisa, che rappresenta un’opportunità per avvicinare il pubblico alla guida elettrica e per creare informazione, diffondere conoscenze e abitudini. Il 72% dei gestori di parchi giudica anti-economica l’ipotesi di assegnare veicoli elettrici ai driver, riservando quelli tradizionali in pool; per gestire i picchi di richiesta l’azienda dovrebbe, infatti, a mantenere un elevato numero di veicoli in pool, con conseguente crescita dei costi

D’altro canto, le criticità risiedono anche nella mancata accettazione da parte dei driver stessi di un’auto elettrica come veicolo in fringe benefit. La fruibilità di un’auto “tradizionale” resta più semplice e questo contribuisce ad alimentare pregiudizi sulle auto elettriche da parte dei fleet manager, dei driver e di tutti i “decisori” in tema di automobili, tanto aziendali quanto familiari.

Il futuro della Mobilità elettrica

Guardando al futuro, quale ruolo sono destinati a ricoprire allora le vetture emissioni zero? Il 30% dei fleet manager le vedono come destinate a un ruolo centrale nella mobilità delle grandi aree urbane, mentre per il 25% avrà un ruolo di primo piano “a prescindere”,  ma solo nel lungo periodo.

Interessanti anche le altre risposte espresse dal 45% degli intervistati: il 15% prevede un ruolo accessorio (da seconda auto in famiglia), il 10% le reputa un’opzione alternativa, un altro 10% le valuta adatte a spostamenti brevi e predeterminati, il 6% sostiene che la loro diffusione massiva dipenderà soprattutto dalla volontà politica ed economica, mentre un residuale 4% li vede esclusivamente come strumento di marketing.

Il 70% dei fleet manager sostenitori del futuro ruolo da protagonista dei veicoli elettrici ritiene che la mobilità a emissioni zero rappresenta in fin dei conti una soluzione semplice e potenzialmente economica, oltre che ecologica. Semplicità può significare standardizzazione, facilità d’uso, soluzione accessibile, tanto più che insieme ai progressi in termini di prodotto, stanno evolvendo le “piattaforme” che consentono ai fruitori di mobilità di interagire facilmente con i provider di servizi (vedi Amazon, Bla Bla Car, Uber, AirBnb, e in generale tutto il mondo del car sharing). I restanti tre fleet manager su 10 sostengono che l’offerta di e-mobility migliorerà la viabilità.

Gli “scettici” ritengono che per vedere svolgere un ruolo centrale bisognerà prima attendere che il prodotto si evolva significativamente (52%), si sviluppino e standardizzino le infrastrutture (24%) e ci siano normative fiscalmente favorevoli verso la mobilità elettrica (24%).

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