In Italia la mobilità a noleggio è in difficoltà. Questo sia per la pandemia da Covid-19 sia per la crisi dei chip auto e le scelte della politica, che Aniasa definisce “incaute”.
Questo il quadro emerso nel corso dell’evento “Next Mobility – Pay-per-use: il motore della transizione ecologica”, promosso a Roma dall’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità.
I numeri elencati e commentati dal presidente Massimiliano Archiapatti parlano da soli: «Mancano all’appello oltre 100.000 immatricolazioni per il settore del noleggio. Nonostante questo, la flotta resta sopra quota 1 milione di veicoli. E questo settore si conferma strategico della mobilità sostenibile, anche grazie all’acquisto del 47% delle vetture ibride plug in e del 30% delle elettriche immatricolate in Italia.
All’evento ha partecipato anche Carlo Cottarelli, direttore dell’ Osservatorio dei Conti Pubblici, dell’Università Cattolica Milano.
Il settore, dopo aver fronteggiato nel 2020 gli effetti della crisi pandemica, sta vivendo in pieno la crisi dei semiconduttori e la conseguente assenza di prodotto, che ha portato a una riduzione decisa delle immatricolazioni nel noleggio.
Le 100.000 vetture di cui si parla rappresentano un -23% rispetto alle immatricolazioni del 2019, ultimo anno su cui abitualmente si fa riferimento. Queste decine di migliaia di auto perdute sarebbero quelle che il settore, per le diverse esigenze di mobilità turistica e aziendale, sarebbe pronto a immatricolare nei prossimi mesi.
Leggi il rapporto Aniasa 2021 su tutte le formule di noleggio auto
Mobilità a noleggio: breve termine e car sharing dimezzati
Dopo un primo trimestre difficile e una parziale ripresa estiva grazie soprattutto al turismo nazionale, il noleggio a breve termine ora fronteggia l’onda lunga della mancanza di chip. Tale carenza si ripercuote negativamente sui flussi di immatricolazioni.
Emblematici i numeri: nei primi 9 mesi, 56% di noleggi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e un giro d’affari ridotto del 37%. Gli operatori del rent a car stimano un ritorno ai livelli pre-pandemia solo nel 2023-2024.
Certo, nelle città hanno ripreso a circolare le vetture in sharing. Ma tra la riduzione della mobilità cittadina e il telelavoro, nei primi 9 mesi il settore ha dimezzato il proprio business rispetto al 2019.
Diverso il discorso per la mobilità a noleggio a lungo termine. Forte della stabilità del business basato su contratti pluriennali e della continua espansione anche nel mercato dei privati, ha consolidato la crescita del giro d’affari dei primi mesi.
Quseta crescita ha portato a toccare un giro d’affari di 4,3 miliardi di euro (+4% vs 2019). Certo, il chip crunch ha frenato le immatricolazioni (-4,7%), ma la flotta è continuata a crescere (+10% e a quota 977.000 veicoli).
Come è stato possibile? Grazie a un più ampio ricorso, concordato con la clientela, alla proroga dei contratti, prima motivata dall’incertezza economica e ora sostituita dall’assenza di prodotto.
Leggi le proposte di Aniasa per il rilancio del car sharing
Il vantaggio ecologico della mobilità a noleggio
Parlando di mobilità a noleggio non si può dimenticare il tema ecologico. I dati relativi ai 9 mesi 2021 confermano una volta di più la valenza ambientale del settore.
Quest’ultimo, con i suoi differenti business (lungo e breve termine e car sharing), ha immatricolato 1 vettura elettrificata su 3 di tutte quelle vendute in Italia.
Laconico il commento del presidente Aniasa, Massimiliano Archiapatti. «La crisi dei chip auto sta rallentando ulteriormente il ricambio del nostro parco circolante, il secondo più anziano del Continente con oltre il 30% di veicoli ante Euro 4. Sconcerta l’assenza di una strategia governativa che accompagni la transizione ecologica della mobilità. Il noleggio già oggi costituisce un elemento strategico di questa rivoluzione green, grazie a una flotta di ultima generazione, a una quota crescente di auto elettriche ed elettrificate e a un usato giovane, sostenibile e sicuro».
Il presidente punta il dito contro le decisioni prese dalla politica. «Spingere le Case, attraverso decisioni calate dall’alto, verso segmenti di produzione che ad oggi non ricevono un’adeguata risposta dal mercato significa minore produzione. Ma significa anche costi più elevati e minore disponibilità di quote di vetture per le forme di mobilità pay per use».
Le proposte di Aniasa: meno pressione fiscale e bonus acquisto
Che fare, dunque?
«Senza un cambio di strategia, le imprese di noleggio saranno costrette ad aprire ai costruttori cinesi. Un trend che, una volta avviato, sarà difficilmente reversibile, entrando in un processo di distruzione del valore al quale non si può certo restare indifferenti».
Aniasa caldeggia anche la definizione di condizioni favorevoli per la diffusione del car sharing. Ma anche il l’alleggerimento del peso fiscale sull’auto aziendale. «Va riallineata agli standard europei», sottolinea Archiapatti.
Aniasa propone anche un bonus strutturale sull’acquisto di auto nuove e usate di ultima generazione, che consenta di raggiungere classi sociali con minore capacità di spesa.