Nei primi mesi del 2011 le immatricolazioni di auto a gas naturale hanno subìto una flessione di oltre il 60% rispetto al 2010, sebbene a maggio le vendite siano raddoppiate. Il metano attualmente raggiunge una quota di mercato che sfiora il 2%: troppo poco per essere considerato un protagonista della mobilitàitaliana. I motivi di questa situazione difficile si possono riassumere principalmente nella mancanza di sistemi incentivanti all’acquisto (quando era in vigore l’ultima tornata dei bonus statali il metano aveva sfiorato quota 6%) e nella rete distributiva per i rifornimenti che rimane carente, specie nel Sud d’Italia.
Ecologia & risparmio
Eppure l’auto a metano conserva eccellenti prospettive, in particolar modo per le flotte aziendali. Il gas naturale è in assoluto il carburante più ecologico tra quelli attualmente più diffusi. Nel metano, infatti, sono completamente assenti benzene, piombo, composti di zolfo e idrocarburi policiclici aromatici. I motori a metano producono fino all’80% in meno di composti promotori di ozono (agente irritante per occhi e vie respiratorie) e fino al 25% in meno di anidride carbonica. Pure sotto il profilo dei costi di gestione, il metano non teme confronti con gli altri tre carburanti tradizionali (benzina, gasolio e gpl): il metano è sicuramente il più economico. Infatti, a parità di chilometri percorsi, l’utilizzo del metano permette di risparmiare fino al 65% rispetto alla benzina, fino al 40% nei confronti del gpl e altrettanto rispetto al diesel. Oltre ai vantaggi economici riferiti al minor costo del carburante, il metano permette di risparmiare anche su altre voci di gestione del veicolo: l’olio del motore (il processo di combustione è più pulito, quindi si possono allungare gli intervalli di sostituzione) e le candele (il metano produce meno depositi carboniosi). Anche in termini di durata del propulsore, il metano fa valere le proprie doti: avendo un alto potere antidetonante, viene eliminato completamente il fenomeno del “battito in testa”, una delle cause principali di logoramento del motore.
Vade retro, user-chooser
L’auto a metano costituisce quindi una scelta logica sotto il profilo gestionale, ma per le flotte italiane esiste un ostacolo in più: la scarsità di scelta. A oggi, le case automobilistiche che credono fermamente nel gas naturale si contano in pratica sulle dita di una mano: l’attore principale è il costruttore nazionale, che ha una gamma di modelli pressoché completa (anche se la vecchia Multipla è uscita di produzione), pure nell’ambito dei veicoli commerciali (dalla Panda al Ducato), seguito da Volkswagen, Opel e Mercedes e qualche altro piccolo costruttore. Citroën e Volvo hanno invece (per il momento) sospeso la distribuzione di modelli a gas metano (in Italia). Quasi tutte le auto acquistabili appartengono ai segmenti di mercato inferiori, ovvero modelli che si adattano soprattutto a un utilizzo di pool, come mezzi per il personale di assistenza. Mentre pochissimi sono i modelli che potrebbero essere adatti agli “user-chooser” (Volkswagen Passat e Touran, Mercedes Classe B ed E, Opel Zafira). In questo modo però, l’auto a metano “non fa notizia”, non è al centro delle discussioni delle car policy aziendali. Insomma… non è di moda. Nelle aziende italiane sembra quasi che sia più “politically correct” approcciare la green mobility solamente contando sulle auto ibride o quelle elettriche.
Benedetto turbo
Vale la pena di sottolineare che, dal punto di vista tecnologico, il “sistema” del metano sta facendo passi da gigante. Pur viaggiando un po’ “sottotraccia”. Da una parte i costruttori automobilistici hanno intrapreso la strada della sovralimentazione, che permette di ottenere prestazioni velocistiche e di ripresa di tutto rispetto (pensiamo per esempio alla Fiat Doblò Turbo da 120 cv, alla Volkswagen Passat EcoFuel da 150 cv e alla Opel Zafira EcoM di potenza analoga), ovviando al problema delle scarse prestazioni delle vetture a metano, che risentono principalmente dell’aggravio di peso delle bombole (dovuto alle necessità di sicurezza). Dall’altra si sta risolvendo il problema delle infrastrutture distributive. La rete degli erogatori in Italia ha superato di poco le 800 unità (compresi gli impianti aziendali privati) e lo sviluppo prosegue al ritmo di qualche decina di unità all’anno. La lentezza dell’adeguamento, però, paga il fatto che un distributore di gas naturale debba essere necessariamente collocato in prossimità di una pipe-line del metano.
Metano sì, ma liquido
Però già esiste una tecnologia che by-passa questo ostacolo: il metano liquido. Grazie a un impianto criogenico, che abbassa drasticamente la temperatura del metano che passa allo stato liquido, il carburante può essere trasportato con cisterne e stoccato in appositi impianti, realizzati dove occorre in assenza di pipe-line. Questa tecnologia è di un’azienda italiana, la Vanzetti Engineering, che è leader mondiale nella progettazione di impianti di distribuzione del metano liquido. Due sono gli impianti finora realizzati: a Villafalletto (Cn), che è già aperto al pubblico, e a Poirino (To), operativo da settembre. Quest’ultimo impianto è in grado di assicurare il rifornimento di 15 kg di metano in un minuto, ossia un tempo addirittura inferiore a quello necessario per fare il pieno di benzina o di gasolio (a titolo di esempio, il Fiat Qubo ha una capacità nelle tre bombole di circa 12 kg). «L’Italia è leader mondiale nella tecnologia del metano a 360 gradi» conferma Dante Natali, presidente di Federmetano. «Siamo gli attori principali nella ricerca, nella distribuzione e nella produzione di impianti a gas. Il metano liquido è una delle nuove frontiere dello sviluppo del gas naturale. Ma non è l’unica: c’è l’idrometano, una miscela di idrogeno e metano che è la prima applicazione concreta nell’utilizzo dell’idrogeno per autotrazione». Ricordate gli esperimenti di BMW sull’auto a idrogeno? Ora la ricerca si è rallentata di molto, perché frenata da ostacoli insormontabili, allo stadio attuale della tecnologia. E dell’auto a idrogeno se ne riparlerà (forse) tra 15 anni. Mentre l’idrometano è già operativo: nell’area di servizio Assago, sulla tangenziale ovest di Milano, c’è un distributore che viene utilizzato per dei test da una flotta di Fiat Panda della regione Lombardia, che funzionano con questa miscela grazie a piccoli adattamenti. Fonti rinnovabili «E poi il biometano» prosegue Natali «che permette di ricavare il gas dalle bio-masse e quindi garantisce un rifornimento da fonti completamente rinnovabili». Anche in questo caso non stiamo parlando di tecnologia futuribile, ma di realtà. Il primo impianto di distribuzione di biometano sta per aprire i battenti a Bergamo, con il sostegno dell’assessore cittadino all’ambiente Massimo Bandera, che ha dichiarato: «Il metano fa risparmiare. Se poi è a chilometro zero ed ecologico, perchè prodotto sul posto, senza trasportarlo nelle pipe-line extraeuropee e sfruttando i residui della zootecnia bergamasca e lombarda, è ancor più conveniente. Il distributore di biometano produce il gas dagli scarti agricoli e zootecnici delle aziende lombarde». Metano liquido, idrometano, biometano. Ma la ricerca non si ferma qui: Sono infatti iniziati i primi esperimenti di ibridizzazione del diesel col metano, come conferma Natali: «Pensiamo a un motore a ciclo diesel, che offre caratteristiche di funzionamento ottimale in termini di consumi e prestazioni, e lo adattiamo al funzionamento a metano. Abbiamo risolto il problema delle emissioni di particolato e possiamo ulteriormente abbassare i costi di esercizio. La sperimentazione sull’ibrido diesel-metano è finanziata dagli incentivi locali che attualmente sono in vigore in alcune città, province o regioni». Le prospettive del metano non sono interessanti però soltanto dal punto di vista industriale e tecnologico: recentemente sono stati scoperti enormi giacimenti di gas naturale nel sottosuolo americano, che hanno convinto il presidente Barack Obama a puntare su questo combustibile per smarcarsi ulteriormente dai paesi produttori di petrolio.
Se lo dice Obama…
A fine giugno, il presidente degli Stati Uniti si è espresso favorevolmente nei confronti di sistemi di propulsione alternativa elogiando in particolare il gas naturale. Mettendo davanti a tutto non l’auto elettrica, bensì quella a metano: «Il potenziale del metano è enorme» ha dichiarato Obama in un discorso alla Georgetown University facendo riferimento alla situazione delle fonti di approvvigionamento dell’energia utilizzata negli Usa. «Oggi, per quel che riguarda le nuove fonti energetiche abbiamo diverse opzioni. La prima è il metano. Recenti innovazioni ci hanno permesso di sfruttare grandi riserve di metano, che potrebbero essere sufficienti per cento anni». Però l’America è dall’altra parte dell’Atlantico. E in Italia? Pare che anche il nostro sottosuolo sia pieno di giacimenti di metano, basta soltanto cavarlo… Senza dimenticare un forte elemento di distinzione del nostro Paese rispetto alle altre principali nazioni più industrializzate dell’Europa: da noi l’energia elettrica costa ben di più che in Francia, Germania ed Inghilterra, per una serie di motivi che tutti possono immaginare. L’avvento dell’auto elettrica, quindi, da noi potrebbe partire con il freno a mano tirato. Prova ne è il fatto che alcuni costruttori stanno privilegiando altri paesi nella distribuzione di auto elettriche che, in fase di lancio, hanno volumi produttivi necessariamente ridotti. Appare chiaro che l’auto elettrica rappresenterà indubbiamente il futuro della mobilità, ma forse non a 360 gradi. E per il presente, il metano non è soltanto un’alternativa, ma un vero e proprio punto di riferimento. Come confermano le grandi flotte di Wurth, Deutsche Bank, Bayer e tante altre aziende, in Italia e all’estero, che, con quote sempre più consistenti, hanno scelto il metano.