Mercedes-Benz Italia porterà da settembre l’offerta commerciale di “Connect business” alle flotte aziendali. Da luglio parte la formazione alla rete vendite dei concessionari e subito dopo l’estate, la casa della Stella passerà al segmento corporate per promuovere un progetto che consegnerà ai fleet manager dati utili alla gestione del parco auto. “Dobbiamo definire bene le formule propositive di questo servizio che includeremo nel contratto di noleggio a lungo termine e in quelli di acquisto delle company car, ma potrebbe anche essere incluso nel finanziamento alle Pmi – anticipa Christian Catini, corporate sales manager -. E’ un tema ampio e di grande interesse: grazie alle informazioni sull’utilizzo del mezzo, i fleet manager avranno argomenti di contrattazione con le assicurazioni, per fare un esempio; e ancora, essendo in grado di monitorare i dipendenti così da vicino, possono intervenire tempestivamente sul ritiro e la sostituzione di un’auto in caso quest’ultima sia in esercizio da troppo tempo e stia accumulando troppi chilometri che impattano sul valore residuo”. Una mole di informazioni, quei big data che fanno dell’automotive il primo dei settori data driven. Non è un caso, infatti, che i grandi dei pneumatici come Bridgestone e Michelin abbiano acquisito società di telematica.
Mercedes, una storia di dati grazie ai truck
La storia del tracciamento delle informazioni per Mercedes parte dai truck, una decina di anni fa. Ieri sera a Milano, il direttore della comunicazione Eugenio Blasetti lo ha ricordato, citando “Fleet board” e introducendo i pilastri dell’innovazione tecnologica che guideranno la casa nel piano “Ambition 2039”, nomen omen.
L’ambizione è avere il 50% delle vendite da modelli ibridi o elettrici plug-in entro il 2030 mentre dal 2039 tutte le nuove auto saranno C02 neutral. E non solo le auto, anche le fabbriche Mercedes in Europa saranno a emissioni zero dal 2022. Come si arriva a questo?
“Cambiano le nostre potenti. Lussuose e confortevoli auto in full electric – dice Blasetti -, ma soprattutto cambiando la nostra cultura”. Tra le cinque C del Gruppo Daimler c’è “Company” e spiega che le diverse divisioni si stanno trasformando in unità giuridicamente indipendenti “per reagire in maniera pronta ed efficace al forte dinamismo dei mercati e dell’innovazione che incontra nel digitale il driver principale”. Per cui una struttura aziendale rapida e flessibile è obbligatoria per stare al passo. Ecco che da un anno è nata la figura di smart and innovative sales manager con Maurizio Zaccaria.
Dal progetto che ha ‘rotto le righe’ in un lasso di tempo rapidissimo (due anni) come la Smart, dall’anno prossimo prodotta solo elettrica, nasce la filosofia di dare alle flotte aziendali soluzioni per rispondere alle esigenze di tutte le fasce di dipendenti. La formazione sulle opportunità che la tecnologia offre oggi, nelle motorizzazioni e nei sistemi Adas, la più parte ormai di serie su tutta la flotta, costituisce l’elemento centrale perché le aziende abbiano il coraggio di acquistare la cosiddetta “mobilità sostenibile”.
“Offriremo education a tutti: dal noleggio a lungo termine ai fleet manager aziendali, ai nostri dealer ovviamente – continua Catini -: è sempre più necessario per innescare una nuova fiducia di fronte a tanta trasformazione. I clienti devono conoscere, imparare limiti e vantaggi per acquistare. Poniamo l’esempio degli strumenti di guida assistita, obbligatori dal 2022: spiegare a un dipendente di azienda, oppure a un fleet manager, quanto risparmierà in caso di mancato fermo auto a causa di un incidente evitato grazie all’Assist break, non sarà importante? Noi crediamo di sì. Dalla conoscenza partirà la fiducia nei confronti dell’elettrico e oltre”.
E considerato che ancora non c’è una struttura di calcolo che stabilisce il risparmio sulla gestione della flotta aziendale sulla base delle nuove tecnologie in via di introduzione, il lavoro è lungo e interessante.
Mercedes e il jolly dei fleet manager: Classe E 300 de EQ Power
Tre le parole chiave con cui Mercedes-Benz guarda al futuro quindi: elettrificazione, connettività e sicurezza. Dalla smart EQ fortwo e forfour all’eVito (van), fino alla nuova EQC: la strategia di elettrificazione della Stella passa oggi anche per le motorizzazioni ibride EQ Boost ed ibride plug-in EQ Power, con cui la casa combina il meglio dei due mondi (motorizzazione tradizionale ed elettrico) e di cui si fa oggi ideale ambasciatrice la Classe E 300 de EQ Power. “Oltre a garantire elevate prestazioni a fronte di un’efficienza esemplare, grazie anche all’omologazione ibrida, la prima Diesel plug-in hybrid della Stella, l’unica del segmento premium, parla dritta al cuore dei clienti business”, spiega una nota.
“La classe E è perfetta per le figure apicali in azienda, dunque il top management, ma penso anche a un imprenditore che crede nella sostenibilità e le Pmi che hanno una vocazione green – conclude Catini -. In questo momento è l’unica ibrida Diesel plug-in, in due classi, la E uscita a inizio anno e la C che è disponibile a giorni. E’ il jolly dei fleet manager che si domandano a chi potere assegnare un’auto sostenibile, non solo per l’ambiente ma anche per i costi chilometrici. La Classe E 300 de EQ Power soddisfa entrambi i casi: per chi deve percorrere molti chilometri, per chi deve entrare nei centri urbani con limitazioni sulle emissioni, consuma poco e quando c’è bisogno o desiderio di potenza non delude, con l’elettrico che spinge”.