Maserati ed Eataly tra le Eccellenze italiane nel mondo

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Nel concessionario Rossocorsa di Milano, una serata, ieri, all’insegna del Made in Italy. Sotto il cappello Eccellenze italiane nel mondo, la società di consulenza Challenge Network ha riunito quattro tra le voci più importanti del Made in Italy  che sono state capaci di internazionalizzarsi. Uno dei punti chiavi per le aziende italiane per poter eccellere nell’economia odierna perché, come ricorda la giornalista del Sole 24 Ore Maria Cristina Origlia, chiamata per moderare la Tavola rotonda, “in Italia le 4500 aziende circa che crescono nel nostro paese sono medie, innovative, collaborative e, naturalmente, internazionali”.

E internazionali sono anche Granarolo, che con il Ceo Gianpietro Corbari, ha sottolineano come “le ricette per andare all’estero comprendono più o meno i soliti ingredienti, ma che sono i cuochi, ovvero come si cucinano questi ingredienti, che fanno la differenza. Noi abbiamo scelto di comprare nei nuovi mercati e non essere lì solo esportando prodotti italiani. Importante però è come questi prodotti si fanno”.

Una filosofia completamente diversa invece quella dell’ad di Gessi, Eusebio Gualino, che produce tutto in Italia, “stando attendo all’estetica, visto che facciamo design, ma soprattutto all’etica, che secondo noi sarà sempre più importante per le decisioni di acquisto del consumatore”.

Etica importante anche per il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti che, anche e soprattutto per gli imprenditori, debba puntare al durare, dopo anni di mero “godere”, “dobbiamo pensare a far durare il più possibile questo mondo. E il modo come lo trattano molte delle aziende italiane vanno proprio in questa direzione; siamo i più biodiversi al mondo, i più verdi, i più diversi antropologicamente, i più attenti ai dettagli. E molto altro . Per questo penso che possiamo diventare, in dieci anni, il paese più ricco al mondo”. Eataly che riassume le strategie delle aziende di cui sopra, “noi siamo andati in tutto il mondo per vendere i prodotti italiani, ma in ogni paese dove andiamo utilizziamo i loro migliori prodotti per produrre  cibo italiano, come il pane con le farine del posto o le mozzarelle con il latte”.

Cento per cento italiane sono invece le auto del padrone di casa, ovvero di Giulio Pastore, General Manager di Maserati Europe, anche se ci tiene a sottolineare che “anche noi siamo ospiti del nostro concessionario” afferma Pastore, che sottolinea come il Made in Italy Maserati ce l’ha “dal 1914. E anche grazie al gruppo di cui facciamo parte siamo riusciti a passare la crisi del 2009, quando le vendite di auto scesero da 8300 a circa 4000. Fino a quell’anno vendevamo sogni da 140 mila euro, mentre quell’anno abbiamo introdotto auto da 70 mila  euro. Ora dobbiamo farlo sapere a tutti, perché tanti continuano a pensare che le nostre vetture sono solo  le prime”. Una comunicazione che è andata molto bene in Cina, dove Maserati è presente sin dal 2002, e che ha visto le vendite passare  dalle 100 del primo anno a diventare il primo mercato per il brand modenese, con “il 33% delle nostre vendite, totali”. Ed ora  arriva il Levante, “con il quale puntiamo a raggiungere entro il 2018 70 mila auto di vendite annue, di cui il 50% saranno proprio Levante”. Un successo che si basa, come detto, sul 100% Made in Italy, “facciamo un prodotto esclusivo accessibile, molto emozionale, che si basa però sull’eccellenza italiana, perché progettiamo e produciamo in tre location italiane, Modena, Grugliasco e Mirafiori“.  La motor valley emiliana e la tradizione piemontese dell’auto in un solo brand.

 

 

 

 

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