Due le notizie che arrivano sul mercato dalla conferenza stampa di Sergio Marchionne folgorato al Salone di Detroit: la conversione al mondo elettrico, “entro il 2025 meno della metà delle auto saranno a benzina o diesel. Le case automobilistiche hanno meno di un decennio per reinventarsi” ha detto, e “ora possiamo stare da soli. Siamo sempre interessati a partnership, ma ora lo possiamo fare alla pari”. L’amministratore delegato di Fca si è detto inoltre molto soddisfatto del rally in Borsa (stock option calling….) del gruppo sottolineando di non aver “alcuna indicazione negativa per quanto riguarda il 2017 mentre confermo gli obiettivi per il 2018: Siamo stati premiati perché abbiamo raggiunto gli obiettivi. Che, come visto, erano assolutamente realizzabili”.
Marchionne folgorato sulla via di…Detroit, punta ad azzerare il debito
Dal maglioncino di rigore alla…cravatta: questo succederà, ha scherzato Marchionne, se e quando riuscirà ad azzerare il debito prima del 1° giugno del prossimo anno, quando presenterà il nuovo piano industriale al 2022, al circuito di prova del gruppo a Balocco. Un piano industriale che in Italia vedrà una rivoluzione della produzione del gruppo, con un forte sviluppo di Maserati e Alfa Romeo. “L’Alfa è un lavoro incompiuto nonostante il successo avuto con le due vetture sul mercato”, ovvero Stelvio e Giulia. E sul successo di Jeep, Marchionne ha sottolineato come “il successo di Jeep non era così facile attenderselo, ma ha una lunga e interessanti storia e finalmente riusciamo a vedere i risultati economici”. Su Magneti Marelli il manager ha confermato la volontà di procedere allo spin off quest’anno, quotandola sulla piazza di Milano (leggi qui la sua “ultima” visione del futuro dell’automotive).
Infine Marchionne non si espone politicamente sulle elezioni italiane in arrivo, anche se sottolinea come la riforma fiscale voluta da Trump porterà nelle casse del gruppo circa 1 miliardo di dollari di benefici, una mossa che però “difficilmente potrebbe essere applicata in Italia, il terzo paese più indebitato al mondo, e con scarsa capacità di rispondere agli stimoli fiscali”. Insomma Marchionne si prepara a uscire da un Gruppo risanato, mantenendo però le mani sul volante sui brand premium del gruppo, anche se ha escluso una sua scalata alla Ferrari. “Che vogliamo vedere vincere in pista. E sul mercato guadagnare un sacco di soldi”. E ti pareva…quelli che servono per comprasi la Ferrari (non una….)?