Lynk & Co ha fatto un ingresso “di livello” nel non facile mondo dell’auto europea e italiana, destando interesse anche fuori dalla nicchia che senza conoscere il brand, da lontano, gli si sarebbe attribuita qualche anno addietro.
La notorietà, figlia di una personalità con tecnologia e approccio al cliente non da tutti (in proposito si veda il “club” milanese) sembra avere una dimensione ancora ridotta, rispetto al potenziale. Che certo ben conosce e gestisce dalla Svezia il Ceo Alain Visser.
A lui, che dopo un passato in Opel e Volvo lavora per il cambiamento dell’industria e della mobilità, secondo nuovi paradigmi che puntano a inclusività e ambiente, porgiamo qualche domanda.
Cosa ne pensate delle company car e della crescita di auto aziendali in Italia, è un vostro target?
«Il settore delle auto aziendali in Italia rappresenta una grande opportunità per noi. Si tratta di un segmento su cui lavoriamo sin dall’inizio, con l’obiettivo di accrescere la presenza della Lynk & Co 01 ibrida plug-in nelle car list delle aziende italiane. Il nostro obiettivo rimane, anche in ambito B2B, quello di presentare la nostra gamma di soluzioni flessibili e modulate in base alle esigenze di ogni realtà.»
Come si evolve l’offerta lato B2B per voi da qui ai prossimi anni?
«Cerchiamo sempre di rispondere a tutte le potenziali necessità delle aziende, dalla flessibilità dell’offerta data dall’abbonamento mensile, passando per la personalizzazione con le proposte long term e di finanziamento, sino ad arrivare all’acquisto diretto per il canale corporate. Il settore B2B rappresenta una parte fondamentale del nostro business, è un pilastro che continueremo a far crescere».
Ci sono similitudini tra privati e aziende, come per il servizio leasing?
«La nostra proposta di mobilità non differisce tra privati o aziende, il nostro obiettivo è quello di offrire opzioni flessibili continuando a sfidare le norme tradizionali del settore. Puntiamo a costruire una comunità interessata a uno stile di vita più sostenibile e a un utilizzo più efficiente e consapevole dell’automobile.»
Cosa ne pensate delle Phev in azienda, serve cultura per farle “rendere” al meglio e non demonizzarle? Avete dei dati utili o suggerimenti?
«Soprattutto in Italia la tecnologia PHEV rappresenta un primo approccio all’utilizzo di veicoli elettrici. La nostra 01 è stata volutamente realizzata come ibrida plug-in. Al momento del lancio abbiamo infatti ritenuto che la rete di stazioni e sistemi di ricarica elettrica non fosse ancora sufficientemente sviluppata in tutta Europa. La spinta verso l’elettrico è sempre più forte, sappiamo bene che il futuro sta andando in questa direzione: è solo questione di tempo e vedremo un’accelerata in questo settore.»
La crescita delle flotte vale anche altrove per voi?
«Stiamo ottenendo buoni risultati in Europa, in particolare in Italia, con una quota del 47% sul nostro canale B2B. Le flotte aziendali sono in costante crescita e continuano a cercare soluzioni più sostenibili e flessibili, come quelle che già adottiamo internamente».
Avete o state programmando collaborazioni per servizi particolari, con aziende?
«Collaboriamo con partner solidi, che ci supportano a fornire soluzioni più complete ai nostri soci. Un esempio è la partnership con Ayvens per il servizio di leasing, che consente ai soci di usufruire della 01 per periodi più lunghi e ha un effetto positivo sul valore residuo delle nostre auto, riducendo il costo complessivo di proprietà e aumentando il ciclo di vita di ogni auto. Un’altra partnership degna di nota è quella con BCA Europe, che ci permette di avere un approccio centralizzato quando si tratta di remarketing di auto usate, assicurando che lo smantellamento della flotta avvenga attraverso un processo semplice e senza problemi.»