L’ennesima misura fiscale introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 rischia di trasformarsi in un boomerang per l’Erario e per l’intero processo di transizione ecologica del parco circolante italiano. L’allarme arriva da ANIASA, l’Associazione Nazionale Industria Automobilistica Servizi e Accessori, che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità. Secondo ANIASA, la nuova norma che disciplina le auto aziendali avrà conseguenze pesanti non solo per i dipendenti e le imprese, ma anche per l’industria automotive, già alle prese con una crisi di lunga durata.
L’impatto della misura sulle buste paga e sull’industria automotive
L’articolo 7 del disegno di legge di Bilancio prevede un cambiamento significativo nella tassazione delle auto aziendali, con l’obiettivo di accelerare la transizione ecologica e ridurre le emissioni di CO₂. Tuttavia, la misura, che sostituisce il criterio basato sulle emissioni con quello relativo all’alimentazione del veicolo, potrebbe avere effetti contrari a quelli sperati. In particolare, la norma rivede i coefficienti di calcolo del valore imponibile del benefit auto, con una riduzione per le vetture elettriche e ibride plug-in, ma con un aumento significativo per tutti gli altri tipi di alimentazione, che rappresentano l’85% delle auto aziendali attualmente in circolazione.
Secondo le stime di ANIASA, questa modifica potrebbe comportare un aumento annuo del valore imponibile del benefit auto di circa 1.600 euro, pari a un +67%. L’effetto immediato sarà un incremento della tassazione sulle buste paga di circa 1 milione di italiani che utilizzano l’auto aziendale. Un aumento che graverà soprattutto sui redditi medio-bassi, già sotto pressione da una situazione economica complessa. Se la misura dovesse entrare in vigore così com’è, le imprese potrebbero essere costrette a rivedere le proprie scelte, ritardando l’acquisto di nuovi veicoli o, nel caso del noleggio, prorogando i contratti in essere.
Le previsioni di ANIASA
L’analisi dell’Associazione evidenzia che, a causa dell’aumento del valore imponibile, nel 2025 si prevede una contrazione significativa del mercato delle auto aziendali. Le immatricolazioni di veicoli a uso noleggio lungo termine potrebbero ridursi di almeno il 30%, pari a circa 60.000 unità, mentre le vendite dirette alle società potrebbero calare del 20%, con una perdita di 15.000 unità. Questo rallentamento, a sua volta, comporterebbe una riduzione delle entrate per l’Erario e per gli Enti Locali, che potrebbero subire minori introiti pari a 125 milioni di euro nel 2025.
“Questa misura rischia di colpire duramente un settore che è fondamentale per la transizione ecologica della mobilità in Italia”, ha dichiarato Alberto Viano, Presidente di ANIASA.
Un settore in difficoltà e l’esigenza di una revisione
ANIASA chiede una revisione urgente della misura, proponendo un aumento dilazionato che non penalizzi l’attuale circolante e che non comprometta gli obiettivi di transizione ecologica. Secondo l’Associazione, sarebbe opportuno un approccio più graduale, che non incida negativamente sull’industria automotive, sulla mobilità aziendale e sulle finanze di milioni di lavoratori italiani.
Le auto aziendali, infatti, rappresentano non solo un settore economico rilevante ma anche uno strumento strategico per il rinnovamento del parco auto e per la promozione di veicoli più ecologici.
Un’opportunità per il Governo
In questo contesto, ANIASA invita il Governo a riconsiderare le sue scelte e a ponderare con maggiore attenzione gli effetti collaterali di una misura che potrebbe risultare controproducente.
In attesa di un ripensamento della misura, la speranza di ANIASA è che il Governo scelga di intraprendere una strada che vada nella direzione di una vera transizione ecologica, ma che sappia anche tenere conto delle reali necessità del mercato, delle aziende e dei cittadini italiani.
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