mfabest 2024

Le finaliste di MFABest: Audi, Byd, Polestar, Renault e Volvo

I nuovi modelli che dopo una doppia votazione, pubblica e di giuria, hanno meritato la finale del nuovo premio per auto da flotta: Q6 e-tron, Seal, Polestar 4, Rafale e EX30

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Ecco le cinque le auto che, tra le oltre quaranta in lizza per il premio MFABest 2024, si sono guadagnate la finale nella serata di gala. Una selezione che è passata per il voto pubblico, con centinaia di preferenze espresse per le quali ringraziamo, i nostri lettori e utenti. Una selezione che è stata poi rivista e avallata dalla giuria tecnica di MissionFleet Awards nell’autunno.

Le candidate al premio che giungono “a Milano” per la finale, quasi tutte novità 2024 di modelli che i carmaker stessi reputano “da flotta” sono accomunate da connettività e sicurezza, ma anche dall’elettrificazione e dai segmenti, in parte. Con prestazioni, tecnica, stile e anche onerosità, differenti. Target diversi, ma prodotti che evidenziano la connotazione aziendale e l’impegno dei brand anche verso i fleet manager, oltre che i driver. Ovviamente attese anche in Tabelle ACI 2025, appena saranno divulgate.

Audi Q6 e-tron

Audi Q6-etron

Un’elettrica che anticipa il salto in avanti per la gamma Bev dei quattro anelli, grazie al pianale PPE (comune a Porsche) nei suoi 4,77 metri di grande capienza e ottima dinamica. Per uso anche familiare e di viaggio, con batteria da 95 kWh netti che permette fino a oltre 640 km di autonomia media Wltp (versione Rwd). La struttura 800V supporta ricariche fino a 270 kW (20 minuti per fare 10-80%), ottimizzate dalla navigazione connessa e pre-condizionate.

Assemblata a Ingolstadt e certificata carbon neutral, grintosa e luminosa, si fa apprezzare nella guida: con dinamica capace di coinvolgere anche alcuni smaliziati delle berline. Ben messa lato tecnico, grazie alla coppia dei motori con statore “a forcina” ma, soprattutto, sospensioni elettroniche adattive (opzionali) e un setting che, combinato a spinta in ottima trazione e sterzo progressivo, non fa quasi sentire la massa.

Per il passeggero anteriore un touch-screen dedicato e per tutti, 526 litri di bagagliaio (1.529 a schienali abbattuti). Elevato anche il comfort, pur nell’avvolgente profilo di plancia e selleria, notando i molti comandi e i grandi schermi di Infotainment e strumentazione, MMI 11,9’’ + 13,5’’. La gamma va dai 292 CV della Rwd 83 kWh ai 517 CV della SQ6 e-tron quattro. Passando per i 326 CV della Performance (di massima autonomia) papabile di flotta. Se impressionano la realtà aumentata dell’Head-up e lo 0-100 in 4,3 sec. della SQ6, a servire è soprattutto l‘intelligenza digitale, che sfrutta machine learning e cloud per adattarsi all’uso.

Byd Seal

Byd Seal

Berlina elettrica di segmento D dotata e prestante, lunga più di quanto sembri, 4,8 metri, la Seal mostra forme semplici e pulite. Battendo qualche rivale nel coefficiente aerodinamico: 0,219. In abitacolo punta al mondo premium e serioso. Intorno al rigido telaio che integra la batteria Cell To Body da 82,5 kWh, spazio ma anche comfort e belle finiture.

La selleria usa pelle vegana, con inserti simil Alcantara, per una sensazione avvolgente, con molti vani anche nascosti. In evidenza il grande touchscreen rotante 15,6’’ di facile uso. Non mancano head up display e due prestanti punti ricarica induttiva. Oltre la pompa di calore, altro must presente è il grande tetto vetrato.

Alla guida, con volante di ampio raggio, la Seal integrale spinge 390 kW per uno 0-100 km/h in 3,8 secondi. Si fa condurre molto bene, silenziosa, ariosa e luminosa, grazie a un’impostazione valida delle sospensioni, forte dei controlli di coppia e frenata (iTAC). Pur senza impressionare con settaggi guida “cattivi”. Sicura, con i molti Adas inclusi e le 5 stelle EuroNCAP subito ottenute. Le ricariche avvengono fino a 11 kW in AC e 150 kW in DC, promesse di “curva piatta” sin dal primo momento. Non facile l’accesso al vano bagagli, da vera sedan con tanti accessori e 402 litri. Si sommano i 53 del pozzetto anteriore. Garantita sei anni, al primo breve test indica consumi urbani coerenti ai dichiarato, per 520 Km di range Wlpt sulla 4×4.

Polestar 4

Il top di gamma Polestar, molto personale, combina l’aerodinamica di una coupé e la capienza di un SUV secondo il design minimalista scandinavo. Tra le note esterne certamente l’altezza contenuta (1,5 metri, pochi per un Suv lungo 4,8 metri), il frontale basso quasi come una berlina e ovviamente quel posteriore apparentemente “cieco”.

Disponibile sia Dual sia Single Motor, a trazione posteriore, sfrutta una batteria da 100 kWh. Capace di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 3,8 secondi, grazie a una potenza massima di 400 kW o di offrire un’autonomia fino a 620 km WLTP, secondo la versione. In ogni caso, l’abitacolo offre vari ambienti da scegliere con i temi “dei pianeti” e materiali 100% riciclabili o riciclati. La plancia, su due livelli, evidenzia il grande schermo touch 15,4” (Android OS / Google) mentre lo strumento 10,2” è integrato da un head-up.

A livello tecnico, il pianale Sea già pronto alla guida autonoma è ricco di camere per ausili alla sicurezza, dove svetta quella 2.5 Mp posteriore: capace di dare quella ampia visuale che nessun Suv coupé avrebbe a occhio nudo, o con retrovisore classico. Qui infatti, è assente il lunotto grazie alla tecnologia digitale. La ricarica massima DC arriva ai 200 kW. Le prestazioni sono al top delle Bev, con versione papabile di flotta che è la “ricca base” Rwd 200 kW.

Renault Rafale

Auto di segmento D con motore full-hybrid da 200 Cv, a breve anche plug-in, con trazione integrale e 300 Cv, la Rafale nasce su piattaforma CMF-CD, misurando 4,71 metri in lunghezza. Il passo ruota è come quello della Espace: 2,74 metri, ovvero spazio abbondante, con bagagliaio da 530 litri.

Nello stile la Rafale è moderna e muscolosa quanto ci si attende da una nuova Renault, senza eccessi ma evolvendo quanto visto di recente su Clio e Austral, personale per il proprio profilo “coupé”. Tra le dotazioni, un tetto in vetro Solarbay, attivo e il gradito Infotainmente OpenR, con touch dodici pollici, firmato Google. A livello tecnico telaistico, di rilievo le utili quattro ruote sterzanti, per manovre e il Motion Control.

Mentre come per altre full hybrid Renault, il termico (1.2 130 Cv) si abbina a un cambio multimode con innesto senza frizione, viene aiutato dal secondo motore elettrico. Quello principale invece ha 70 Cv e, combinato, permette consumo di benzina a 4,7 litri/100 km WLTP, sfruttando batteria da 2 kWh. La Rafale, abbastanza reattiva alla guida, è proposta in due versioni dove la più dotata è la Esprit Alpine.

Volvo EX30

Volvo EX30

Volvo rompe il ghiaccio nelle Bev di segmento C con la propria auto più sostenibile, per impronta di carbonio, ma anche compatta: lunga 4,23 metri. Figlia del connubio con Geely, mantiene pochi richiami alla tradizione, di stile esterno, con un ambiente semplice e razionale in abitacolo.

Un approccio user-friendly e giovane, nei comandi e nelle interazioni, dove ci si relaziona solo con volante e il grande touchscreen, senza rinunciare alla potenzialità di molte app includibili. Al netto di un look pulito e di taglio netto, con ampio tetto vetrato, le prestazioni sono nella media superiore delle ultime native Bev. Con accesso gamma a trazione posteriore e 272 Cv, supportati da batteria 69 kWh che si ricarica fino a 22 kW AC e 175 kW DC, la EX30 si può anche configurare a trazione integrale, Twin Motor da 428 Cv.

Al volante conferma l’onestà di guida, senza fronzoli di settaggi (solo Adas e single pedal) o dati, per un driver ben accolto: tanto spazio, anche nei vani portiera oltre che in baule (318/904 litri) e reattività con setting tendente al rigido. Un minimo apprendimento è dovuto per le funzioni concentrate su touchscreen, essendo assente lo strumento combinato, mentre non mancano Adas per il parcheggio (autonomo) il cambio corsia assistito (usando le frecce) e una key-tag che personalizza i settaggi. La EX30 Extended range, dichiara consumi intorno ai 17 kWh/100 km.

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