La smart mobility accelera nel new normal della mobilità post pandemia. Lo dicono le grandi società di consulenza, i noleggiatori, i colossi che sull’Internet of things (Iot) nell’automotive fondano ricerca e business.
«Su efficientamento delle flotte e innovazione si basano i principali modelli di mobilità», dice Geotab nei 5 trend 2021.
«Sicurezza, ottimizzazione dei costi e delle risorse, minor impatto ambientale sono i temi da sempre protagonisti nel settore dei trasporti e della telematica, che assumono un ruolo ancora più cruciale in questo specifico momento storico», osserva afferma Fabio Saiu, director di Geotab Italia e leasing and renting european director di Geotab.
L’opinione tiene conto degli effetti del Recovery Fund, che come noto ha lo scopo di aiutare la ripresa e la resilienza economica e sociale degli Stati europei dopo la crisi da Covid-19. Garantendo che intraprendano le transizioni alla sostenibilità e alla digitalizzazione.
I 5 trend secondo Geotab
Andiamo a ritroso e partiamo dall’ultimo: i servizi integrativi grazie ai quali il monitoraggio della flotta passa ad un livello evoluto.
Il mercato della telematica è ormai maturo, soprattutto in Italia. Qui si è iniziato da tempo a installare sui veicoli dispositivi per il tracciamento satellitare e il rilevamento dei comportamenti alla guida.
Secondo Geotab assisteremo al passaggio da servizi specifici per il mondo insurance a una più vasta gamma di servizi integrativi da erogare alle flotte per migliorarne le performance.
Un avanzamento favorito dalle nuove tecnologie dell’Iot, che consentirà di installare un maggior numero di sensori a prezzi inferiori, a beneficio della diagnostica. Le aree dell’health and safety verranno quindi sempre più integrate con quella dell’automotive, per garantire la maggiore sicurezza di chi si trova a bordo.
La telematica ha davvero contribuito ad abbattere i premi assicurativi?
«Già la telematica 1.0 (per evitare frodi, ad esempio) ha avuto una esplosione particolare in Italia, dove abbiamo avuto un alto tasso di furti per i quali un deterrente era l’installazione della scatola nera. Negli anni i premi assicurativi sono diminuiti: almeno del 20% al consumer, se non del 30%. Invece, il noleggio a lungo termine ha avuto la meglio con un risparmio del 40%.
Se i fleet manager non hanno raggiunto risultati apprezzabili da questo punto di vista, con probabilità hanno flotte particolarmente a rischio oppure sono in un settore merceologico rischioso. Tuttavia, attualmente c’è una battaglia di prezzi piuttosto spinta per accaparrarsi volumi di polizze proprio grazie alle informazioni della telematica 1.0».
Quali servizi integrativi premierebbero la telematica perché sia considerata per il suo reale valore e non più al costo?
«Ad esempio, la batteria (tradizionale) che si esaurisce è un elemento importante: 4 anni fa, Ptolemus consulting ci diceva che i fermi tecnici avvengono per il 50% a causa della batteria esausta.
Ad una compagnia assicurativa non costerebbe nulla offrire sulla mobile app anche le informazioni su questa componente dell’auto. Di qui il passaggio alla telematica 2.0: noi possiamo dare questa informativa, ma le assicurazioni non vedono questa opportunità. Potrebbero costruire pacchetti di garanzia sulla manutenzione a fronte di 20 centesimi in più al mese: ad esempio, suggerire di cambiarla all’approssimarsi della perdita di efficienza.
Questi sono i servizi a valore aggiunto per cui tutti pagheremmo qualcosina di più. Ma è solo un esempio. Altri potrebbero essere dati sulla manutenzione di altre parti del veicolo. A nostro avviso, le grandi società assicurative (e non solo) dovrebbero mettere insieme servizi per consentire una retention il più possibile valida e non abbassando il prezzo».
I progressi tecnologici e l’impatto nell’automotive
Torniamo ai cinque trend: 5G e intelligenza artificiale. Come si inseriscono in questo scenario?
«L’avvento del 5G avvalorerà questi servizi a valore aggiunto: ad esempio con la telematica 2.0 e servizi a valore aggiunto si realizzeranno scambi di dati tra i veicoli migliorando il traffico, la safety, lo stile di guida. Con le vetture “che si parlano” si costruiscono veicoli improntati ad evitare le collisioni.
Già dal 1975 gli aerei hanno la tecnologia che le impedisce in traiettoria, mettendoli in comunicazione direttamente e dicendogli di cambiare quota. Sulle auto non si poteva mettere perché alle alte velocità su strada non funzionava, invece con il 5G si riuscirà. Sarà un’area di beneficio della smart mobility per le città che l’attueranno.
E ancora, vediamo che le popolazioni si concentrano nelle aree metropolitane e sarà fondamentale gestire questo surplus di spostamenti, pianificando ciò che accadrà dal 2030 e fino al 2050.
Ma questo può avvenire solo misurando ciò che accade oggi con la telematica 2.0, già a disposizione. Pensi che con un nostro strumento possiamo dire quante buche e di quale gravità sono con accelerometro e Gps, che riferiscono gli effetti dei sobbalzi secondo la velocità. Sono tool disponibili e vanno messi a beneficio dei cittadini. Tutto per una migliore qualità della vita».
Come si attua la vostra strategia di crescita oggi: di fronte a scenari così ampi che sembrano di difficile attuazione nelle Pmi?
«Lavoriamo con grandi system integrator perché hanno la capacità di parlare con interlocutori globali su tematiche non solo della flotta, ma sull’utilizzo di veicoli e integrazioni di terze parti.
Intendo le grandi firme di consulenza: società con la capacità di integrare soluzioni nei sistemi dei clienti allargandone i confini di applicazione. Una banalità: i system integrator la fanno da padrone nell’implementazione di sistemi complessi come Sap (software gestionale) e Salesforce (software Crm), i quali se riescono a implementare la telematica nei clienti possono ottenere i consumi dei carburanti, “incrociati” con l’utilizzo delle carte e contabilizzando il tutto nella piattaforma gestionale.
Ma le posso confermare che anche le Pmi e le aziende municipalizzate stanno cercando queste soluzioni».
La smart mobility accelera: spinta alla sostenibilità
Gli altri 3 trend della smart mobility individuati da Geotab riguardano i veicoli elettrici e ibridi (1), il corporate car sharing (2) e l’efficientamento della flotta (3).
La spinta green (1) è sostenuta da aziende e dal Recovery Fund,. Come noto, prevede di destinare parte dei finanziamenti al miglioramento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile. L’Italia in particolare deve focalizzare su questo, in quanto la rete di ricarica non è ancora all’altezza di altri Paesi europei e presenta disomogeneità all’interno del territorio.
La mobilità condivisa (2) non stava raccogliendo utili importanti a fronte delle aziende che l’erogavano anche se si verificava l’aumento degli utilizzatori. Secondo Geotab assisteremo a una maggiore condivisione dei mezzi in pool con la diminuzione e l’efficientamento delle flotte aziendali.
Flotte ottimizzate (3): nei prossimi mesi, le aziende rivolgeranno maggiore attenzione non solo al consumo di carburante, ma all’intera performance delle flotte. L’ottimizzazione deriva infatti da un’oculata analisi dei dati relativi ai percorsi, al numero dei veicoli e alla loro dimensione. Così da pianificare accuratamente le tratte e sfruttare appieno la capacità dei mezzi.
Maggiore efficienza nelle flotte potrà tradursi in una diminuzione dei veicoli. Ci saranno, tuttavia, alcune eccezioni.
I recenti cambiamenti nelle abitudini di consumo, ad esempio, porteranno opportunità di investimento per la logistica dell’ultimo miglio. Ci si aspetta una crescita nelle flotte di furgoni – di cui molti elettrici – dedicati alle consegne a domicilio.