elettrica Suzuki Toyota

La nuova auto elettrica Suzuki Toyota (e Daihatsu) fatta in India

Sarà assemblata in India ma distribuita in tutto il mondo, la nuova auto elettrica Suzuki Toyota, un Suv 4x4. Prima la e Vitara

In Giappone la Suzuki e la Toyota collaborano, è noto. Ora con una nuova auto elettrica sviluppata da Suzuki, prodotta in India dal 2025, che servirà anche alla Toyota.

Si tratta del primo veicolo elettrico a batteria (BEV) nella relazione tra le due aziende e arriverà anche in Italia con trazione volendo integrale (4WD), offrendo ottima guida su terreni accidentati. Telaio, motore e sistemi base sono stati sviluppati congiuntamente da Suzuki, Toyota e Daihatsu (da qualche tempo di proprietà Toyota), sfruttando le competenze specifiche di ciascuna azienda.

“Suzuki fornirà il suo primo BEV a Toyota a livello globale. Sono grato che la collaborazione tra le due aziende si sia ulteriormente approfondita in questo modo. Pur continuando a essere competitor, rafforzeremo la nostra collaborazione per affrontare le sfide sociali, compreso l’obiettivo di realizzare una società a emissioni zero di carbonio attraverso un approccio multi-tecnologico.” Toshihiro Suzuki. Presidente di Suzuki Motor Corporation

“Sfruttando l’unità BEV e la piattaforma che abbiamo sviluppato congiuntamente, faremo un nuovo passo nella nostra collaborazione nel campo dei veicoli elettrificati. Questo ci permetterà di offrire diverse opzioni che contribuiscano a una società a emissioni zero di carbonio per i clienti di tutto il mondo. Vogliamo imparare dai reciproci punti di forza, competere e intensificare gli sforzi congiunti basati su un approccio multi-tecnologico.” Koji Sato, Presidente di Toyota Motor Corporation.

suzuki elettrica vitara

I primi dettagli sono quelli della nuova e Vitara, ineditga Bev Suzuki che fa debuttare la nuova piattaforma “HEARTECT-e”, sviluppata appositamente per i modelli BEV. Si vede una struttura leggera e robusta, una protezione dall’elevato voltaggio e interni spaziosi ottenuti grazie a sbalzi ridotti.

La struttura robusta della piattaforma elimina la necessità di longheroni d’irrobustimento massimizzando così la capacità di ospitare celle batteria.

 

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