Come già da tempo qualcuno dice, in Italia siamo messi degnamente, per numero colonnine ricarica auto elettriche. Invero, noi che per MissionFleet facciamo spesso prove auto con necessità di ricarica, possiamo dire che i numeri assoluti del Bel Paese, rapportati a quantità di Bev, non sono il giusto metro per dire come “stia” l’automobilista con auto alla spina. Si vedano i molti problemi e limiti di città anche grandi, rispetto a piccoli centri.
In ogni caso, se per l’Europa esiste un cosiddetto “allarme colonnine” come lo si vedeva da noi in passato (pare ne servano 8,8 milioni, dice Acea, l’Italia è nella Top 5, per numero dei punti ricarica.
Secondo gli ultimi studi, la prospettiva dell’Ue è aver bisogno di un numero otto volte superiore all’anno, entro il 2030. Per la Commissione Ue servono 3,5 milioni di punti ricarica, ma l’Acea stima 8,8 milioni. Un rincorsa impossibile, se si conteggiano oltre 22.000 nuovi punti di ricarica a settimana. Quando nel 2023, le indicazioni dicono siano sono stati installati 150mila punti di ricarica in Ue, ovvero 2.800 a settimana.
Quante colonnine ci sono nel mondo
I punti di ricarica in Europa, erano 632mila a fine 2023, comtro gli 1,8 milioni della Cina (che vale più di chiunque). Differenze poi ce ne sono, tra i Paesi europei. Il 61% dei punti ricarica è nei Paesi Bassi, o Germania o Francia. A seguire, in Top5 ci sono Belgio e Italia. In coda Lettonia, Cipro e Malta. Diverso il rapporto punti di ricarica ogni 1.000 abitanti. Dopo i Paesi Bassi, Danimarca, e Belgio sono sul podio alla classifica. In termini di geografia stradale, classificando le nazioni in base al numero di prese ricarica ogni dieci chilometri di strada, poco cambia. Per la velocità di ricarica , i punti con una potenza superiore a 22 kW, sono il 13,5%.
Si conferma così la ovvia correlazione tra disponibilità di punti ricarica e vendite di Bev. Germania, Francia, Paesi Bassi e Italia sono presenti in entrambe le classifiche. “.
