Interesse per le auto cinesi

Interesse per le auto cinesi, 7 italiani su 10 sono pronti all’acquisto

Un sondaggio Aretè mostra come i prezzi più bassi siano la leva che fanno propendere molti consumatori italiani verso l'acquisto di vetture del Dragone. Ma c'è chi teme la bassa qualità

In Italia cresce l’interesse per le auto cinesi al punto che 7 italiani su 10 sarebbero pronti ad acquistarle. Purché costassero meno di 30.000 euro.

Ciò non toglie che le auto di storici marchi italiani o europei siano comunque apprezzate e che il loro valore sia difficile da scalfire nei cuori dei residenti nel Vecchio Continente.

A essere più favorevoli verso le vetture del Dragone sono soprattutto gli automobilisti di età compresa tra i 31 e i 44 anni. I motivi di tale interesse? Ciò che spinge maggiormente sono i costi più contenuti, oltre all’avanzata tecnologia e alla crescente affidabilità.

Sono questi i principali spunti che emergono dalla nuova instant survey “Cosa pensano gli italiani delle auto cinesi?” condotta a settembre da Areté, azienda di consulenza strategica.

L’obiettivo del sondaggio era verificare “sul campo” l’interesse per le auto cinesi. Come detto, quasi 7 italiani su 10 (il 68%) si dichiarano pronti ad acquistare una vettura proveniente dall’Oriente. Un gradimento che, come detto, si rafforza ulteriormente tra i potenziali acquirenti di età compresa tra i 31 e i 44 anni.

(Leggi del Suv cinese Changan, che arriverà in Italia nel 2026)

Cosa spinge verso l’interesse per le auto cinesi

Ma cosa spinge verso questa scelta? Il 35% dei rispondenti dichiara che si affiderebbe a queste vetture per motivi legati al prezzo più conveniente rispetto ai prodotti presenti sul mercato. Il 24% lo farebbe per la tecnologia avanzata di cui sono dotate e il 22% per l’affidabilità che si sono guadagnate sul campo.

Un dato conferma una volta di più come quanto si paga costituisca una motivazione essenziale. Una motivazione che spinge crescenti fette di mercato verso i modelli economicamente più accessibili dei nuovi brand orientali.

Basti pensare che l’89% di quanti si dicono propensi ad acquistare una vettura cinese lo farebbe solo a patto di spendere meno di 30.000 euro.

I dati evidenziano come i costruttori del Dragone nel giro di relativamente pochi anni stiano colmando il gap di reputazione che fino a qualche tempo fa li vedeva penalizzati rispetto ai competitor europei, americani e giapponesi. Certo, resta ancora uno zoccolo duro di consumatori che non hanno interesse per le auto cinesi. E non sono ancora pronti ad acquistarne una principalmente in quanto teme la bassa qualità dei materiali.

Se questa risposta è arrivata dal 30% del campione contrario all’acquisto di queste auto, c’è un 25% che teme il pessimo servizio post-vendita. Un 23%, infine, le ritiene poco affidabili.

Il sondaggio propone poi un focus sulle alimentazioni. Tra coloro che si dicono pronti a comprare cinese, uno su quattro sceglierebbe l’elettrico (24%) in quanto considera questi brand all’avanguardia su questa specifica tecnologia. Il 27% preferirebbe l’endotermico e la restante parte del campione prediligerebbe l’ibrido.

Vetture made in China, il gap reputazionale va diminuendo

«I brand cinesi si stanno facendo gradualmente strada sul mercato europeo e su quello nazionale» sottolinea Massimo Ghenzer, presidente di Areté.

«Il nostro sondaggio evidenzia un crescente apprezzamento da parte degli italiani per queste vetture, elettriche, ibride o con motore endotermico. Potendo scegliere, 6 su 10 acquisterebbero un prodotto europeo. Ma in presenza di un costante aumento dei prezzi di listino delle automobili, le ragioni economiche e la prospettiva dell’elettrico spingono verso Oriente. I dati dimostrano come si stia progressivamente riducendo il gap reputazionale che separa queste case da quelle europee. Se le motivazioni economiche rappresentano ancora la principale ragione di questa crescente propensione, aumenta anche il numero di consumatori che scelgono queste auto per la tecnologia, l’affidabilità, la qualità dei materiali e l’estetica».

(Leggi come le auto cinesi arriveranno al 7% di mercato in Europa)

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