Intelligenza artificiale nell'auto

Intelligenza artificiale nell’auto: costi, problemi e opportunità

Un convegno dell'Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School ha analizzato lo stato dell'arte della AI nel settore automotive. E i costruttori pensano che...

Nel giro di pochi anni l’intelligenza artificiale nell’auto sarà cosa normale. Anzi: le auto saranno sempre più dei software ambulanti a 4 ruote, dotati di microchip in grado di fare e prevenire qualunque comportamento. Obiettivo: aumentare la sicurezza di chi è a bordo, cercando al tempo stesso di limitare i prezzi per non scoraggiare i consumatori.

L’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School ha analizzato l’impatto della AI nel settore automotive studiandone le implicazioni tecniche, legislative, economiche, sociali ed etiche. E prefigurando l’avvento di una nuova era, quella dell’Automobile Sapiens, una generazione di veicoli anche detti “definiti da software” (SDV), destinati a passare dal 3,4% del mercato nel 2021 al 90% entro il 2030 e a modificare profondamente l’esperienza di utilizzo e il business del comparto.

I numeri della AI e le stime di crescita nel settore automotive

Intelligenza artificiale nell'auto
Fabio Orecchini

L’intelligenza artificiale nell’auto sta diventando la voce principale degli investimenti digitali dei costruttori. A spiegare i risultati dello studio è Fabio Orecchini, direttore “Osservatorio auto e mobilità” Luiss Business School e Università Guglielmo Marconi.

«I numeri generati dalla AI sono incredibili. In tutto il mondo» dice. «Basti pensare che il Pil mondiale generato da sistemi di intelligenza artificiale proiettato nei prossimi 10 anni è valutabile in 11.000 miliardi di dollari. E gli investimenti sulla AI al 2025 possono essere valutati a livello globale in 250 miliardi di dollari, con un mercato del software a esso legate che oggi vale 150 miliardi di dollari. Ogni anno.

Intanto sia l’Unione Europea sia l’Italia hanno iniziato a normare il settore. Con la “AI Act” che la UE ha approvato in via definitiva il 23 marzo 2024, l’Europa ha scelto un approccio normativo specifico ed etico. E l’Italia si appresta a recepire questa misura.

Intanto, l’intelligenza artificiale sta diventando la voce principale degli investimenti digitali dell’industria automotive: basti pensare che oggi il mercato della AI nel settore auto vale 3 miliardi di dollari ogni 12 mesi. Ma tra 6 anni, con un incremento del 20-30% ogni anno, potrebbe arrivare a 30 miliardi.

«L’intelligenza artificiale sta diventando la voce principale degli investimenti digitali dell’industria automotive. Si stima, infatti, che arriveranno ad oltre 70 miliardi di dollari nel 2030. Il valore prodotto dalle case costruttrici grazie alla IA sarà di oltre 200 miliardi entro il 2025 per tutti i segmenti della catena del valore».

Intelligenza artificiale in auto, l’Abs fu un precursore

Forme di intelligenza artificiale sono presenti già da tempo sull’automobile: i primi esempi di AI riguardano alcuni sistemi meccatronici come l’Abs, introdotti nel 1978. Oggi è sfruttata dal 20-30% dell’industria automotive ma si prevede che questa quota arriverà alla soglia del 100% entro il 2030.

«Il settore auto assorbe il 14% dei chip, dietro ai computer e ai cellulari» aggiunge Fabio Orecchini.

Grazie, infatti, alla nuova generazione di veicoli definiti da software, la AI si appresta a diventare la fonte del 15-20% del valore generato dal settore. Dei 650 miliardi di dollari di fatturato attesi, la maggior parte andrà ai fornitori – che saliranno da 236 a 411 miliardi – mentre le case costruttrici passeranno da 87 a 248 miliardi. Triplicando quindi il loro volume attuale.

Partendo dalle più note e condivise definizioni scientifiche della AI, la ricerca dell’Osservatorio definisce l’Automobile Sapiens come un veicolo in grado interagire con l’utilizzatore ed il contesto. Elabora informazioni, apprende e agisce autonomamente secondo modi e criteri simili a quelli dell’essere umano.

Può contare su software e unità di calcolo sempre più potenti: sia a bordo, sia raggiungibili con una connettività che ne dilata enormemente la capacità decisionale. Questo permette personalizzazioni inedite e presto anche portabili su diversi veicoli e in vari ambiti di esperienza.

Grazie a sensori, sistemi di memorizzazione e catalogazione logica, l’auto rappresenta un terminale di raccolta dati, in grado di potenziare anche altri sistemi di intelligenza artificiale. Questa caratteristica pone l’automobile in una posizione decisamente centrale nell’intera rivoluzione AI.

Auto nuove con microchip e auto vecchie senza: quale convivenza?

Intelligenza artificiale nell'auto
Michele Crisci

«Un tempo la tecnologia era presente a bordo. Ma andava azionata dall’uomo. Ora non più. La grande rivoluzione è che la AI non è più reattiva ma predittiva. E più l’intelligenza artificiale imparerà più si preparerà a evitare incidenti» ha detto Michele Crisci, presidente Unrae. «Un domani il problema sarà la convivenza di auto dotate di AI e auto che non ne saranno dotate».

Il presidente ha toccato poi altri 2 temi importanti: i costi e i mezzi pesanti.

«È vero che l’intelligenza artificiale nell’auto porterà a prezzi di acquisto maggiori. Ma bisogna soppesare anche gli altri costi, come quelli sanitari e legati alla sicurezza. Per quanto riguarda i camion, abbiamo sollecitato un “incentivo alla tecnologia”, per renderli più sicuri. Ci vuole anche concretezza e prudenza: la sostituzione del parco auto avviene molto lentamente. Almeno in Italia. Il problema è la convivenza tra le auto estremamente avanzate e quelle che non lo sono e che per ancora tanti anni circoleranno».

(Leggi come usare in concessionaria l’intelligenza artificiale)

Intelligenza artificiale in auto, la parola ai costruttori

Intanto, l’automobile intelligente si avvia a stabilire una relazione addirittura emozionale con l’automobilista e i passeggeri. Questo pone temi legali ed etici da gestire attraverso nuovi strumenti legislativi e codici di autoregolamentazione dei quali l’industria si sta già dotando.

Alla presentazione dell’Osservatorio Auto e Mobilità erano presenti anche alcuni top manager di di costruttori auto. Raffaele Fusilli, amministratore delegato di Renault Italia, ha parlato soprattutto dell’utilità pratica dell’intelligenza artificiale nell’auto.

«La AI deve poter limitare gli incidenti mortali. E poi: deve essere una tecnologia che analizza lo stato di salute di chi è alla guida, analizzando la respirazione e la frequenza cardiaca. In caso di emergenza, l’auto può fermarsi e inviare un SOS medico. Oggi le auto hanno dierse centraline elettroniche: andiamo verso un futuro di auto che ne hanno una o due. Il futuro è la convivenza dell’auto digitale con l’ambiente, in modo che il sistema sia in grado di prevedere quello che sta per accadere. Sarà una rivoluzione copernicana della mobilità».

Renault punta poi a un software che aggiorni costantemente il chip dell’auto, in modo che anche dopo alcuni anni dall’acquisto, la vettura mantenga una bella fetta del valore iniziale. «Il business del futuro dell’auto non è tanto il valore della vettura quanto dei dati che conterrà».

La sicurezza, i prezzi delle auto e gli Adas

Il tema della sicurezza e delle spese sono affrontati anche da Simone Mattogno, capo divisione auto di Honda Motor Europe Italia.

«La riduzione degli incidenti è un tema fondamentale dell’avvento della intelligenza artificiale nell’auto. I costi per i costruttori sono elevati. Ma operiaamo in un settore che fa economie di scala, ammortizzando i costi nei decenni futuri. A proposito di prezzi: 20 o 30 anni fa un’auto di segmento C costava 25-26 milioni di lire. Oggi costa 30-32 mila euro. Quindi più del doppio».

«La AI è un’opportunità incredibile» aggiunge Giuseppe Mazzara, marketing communication & Crm director di Kia Italia. «L’intelligenza artificiale è una opportunità da utilizzare in concessionaria come “venditore virtuale” per i clienti, soprattutto nei periodi di affollamento. Ritornando alle spese, è possibile che la AI faccia risparmiare sui premi assicurativi».

Paolo Moroni, direttore Lexus, IT e digital transformation, Toyota Motor Italia, torna sul tema sicurezza. «Sono già alcuni anni che le nostre auto hanno gli Adas. Oggi il Predictive driving assistance è una tecnologia molto importante, che consente a chi al volante di essere più rilassato. Insomma: aiuta a prevedere i comportamenti di chi viaggia attorno alla propria vettura. Senza contare che la AI potrebbe aiutare a utilizzare al meglio il sistema ibrido. Ritengo infine che l’applicazione della AI a tutta la filiera potrebbe far diminuire il costo finale dell’auto».

L’identikit dell’automobile sapiens

Quella prefigurata dall’analisi dell’Osservatorio è dunque un’automobile altamente elettrificata: o completamente o ibrida plug-in. Monta dispositivi wireless e sistemi drive by-wire ed è dotata di riconoscimento facciale degli occupanti.

Ha comandi gestuali attivabili con movimenti del corpo, assistenza vocale interattiva, climatizzazione biometrica e con un sistema di elaborazione delle informazioni attivo ed interattivo rispetto a tutte le infrastrutture di riferimento. L’automobile sapiens non soltanto è capace di apprendere ma sa creare un rapporto con l’uomo che sconfina nel campo delle emozioni. Saprà infatti leggere lo stato d’animo di chi è a bordo.

Intelligenza artificiale nell'auto

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