Uno studio Aci sugli incidenti stradali in Italia mostra che sono in diminuzione. Calano anche grazie agli Adas, strumenti di assistenza alla guida montati sulle auto di nuova generazione e sempre di più di serie, anche sulle utilitarie. Così riporta uno studio che l’Automobile club italiano ha realizzato insieme a Bosch.
Ecco i principali dati: 74 incidenti su 100 avvengono nei centri abitati, 5 in autostrada e 21 su strade extraurbane. Fortunatamente, i numeri indicano un calo: nel 2019, in autostrada i sinistri sono diminuiti dell’1,5% e i decessi del 6,9%. Sulle strade extraurbane decrescono sia gli incidenti (-3,8%) che i morti (-6,8%). Nei centri abitati rimangono stabili gli incidenti e diminuiscono i morti (-5%).
Lo studio “Localizzazione degli incidenti stradali 2019” analizza i 36.526 eventi con 1.257 decessi (il 39,6% del totale) e 58.535 feriti, avvenuti su circa 55.000 chilometri della rete viaria italiana. L’indice di mortalità medio su questa rete è pari a 3,4 morti per 100 incidenti.
Studio Aci, gli incidenti stradali in Italia
Giugno e luglio, il venerdì e la fascia oraria tra le 18 e le 20 sono i momenti in cui avvengono più incidenti stradali in Italia. L’indice di mortalità, tuttavia, risulta più elevato a marzo (4,6 decessi ogni 100 incidenti), mese che si colloca al secondo posto anche per numero di morti (135) dopo giugno (147).
Paragonando il 2019 col 2010, gli incidenti sono diminuiti del 22,1% e i morti del 24,4%. Rispetto al 2018, invece, il calo dei sinistri è stato del 2,1% (-779) e dei decessi del 6,9% (-93).
Le autostrade urbane si confermano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi. Infatti il tratto urbano della A24, a Roma, (13,2 incidenti/km), la Tangenziale Nord di Milano (10 incidenti/km) e la diramazione di Catania A18 dir (9,4 incidenti/km) sono le strade sulle quali si verificano più sinistri. Mentre per la rete autostradale la media nazionale è di 1,2 incidenti/km.
E le strade extraurbane? La media nazionale è di 0,6 incidenti/km. In questo caso, il triste primato spetta alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Milano (8,3 incidenti/km) ed in provincia di Monza e della Brianza (7,6 incidenti/km). Al secondo posto, la SS 131 dir – Carlo Felice in provincia di Cagliari (7,2 incidenti/km).
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Un decesso su 3 è un “utente vulnerabile”
Sulle strade extraurbane gli “utenti vulnerabili” rappresentano una quota molto elevata dei decessi, in aumento rispetto allo scorso anno. Il 33,8% è ciclista, “dueruotista” o pedone.
Nel 20,4% dei casi è deceduto un motociclista (257), nel 9,1% un pedone (115) e nel 4,2% un ciclista (53). Rispetto al 2018 i pedoni morti sono in diminuzione (erano 137, pari al 10,2%), mentre i ciclisti deceduti aumentano (erano 39, pari al 3%). Rispetto al totale dei morti per modalità di trasporto, i pedoni sono il 21,5%, i ciclisti il 21% (era il 17,4% nel 2018) e “dueruotisti” il 32,7%.
Le tratte più pericolose per le due ruote? La SS 1 Aurelia in Liguria, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS 16 Adriatica in provincia di Rimini. Le strade peggiori per i pedoni? Aurelia, Casilina, Tirrena Inferiore, Tiburtina Valeria e Tosco Romagnola.
Ci sono anche degli assi viari in cui gli incidenti stradali sono diminuiti rispetto al 2018. Sono la SS 313 di Passo Corese (RI), la SS 186 di Monreale (PA) e la SS 254 di Cervia (FC). In questi casi, la diminuzione degli incidenti è stata almeno del 45%. E non si sono verificati eventi mortali.
Il ruolo fondamentale degli Adas sulle auto
Un altro studio Aci – realizzato insieme a Bosch dalla Fondazione Filippo Caracciolo di Aci in collaborazione con il Politecnico di Torino – ha dimostrato l’efficacia del sistema di assistenza alla frenata negli incidenti per tamponamento.
Alla base dell’indagine ci sono le informazioni sulle percorrenze provenienti dalle “scatole nere” di un campione italiano di 1,5 milioni di veicoli nel 2017 e 1,8 milioni nel 2018. A questo si aggiungono le informazioni sulla natura degli incidenti estratte dal database Aci-Istat e i numeri relativi ai modelli di autovetture circolanti del Pra, il Pubblico registro automobilistico.
Leggi del valore del mercato europeo degli Adas
«Una maggiore e più accessibile diffusione degli Adas rappresenta un’opportunità per ridurre il numero degli incidenti stradali in Italia». Lo ha dichiarato Giuseppina Fusco, presidente della Fondazione Caracciolo e vice presidente di Automobile Club d’Italia. «Questo, tuttavia, non ci esonera dall’impegno educativo nei confronti dei conducenti».
«Bosch è l’innovatore leader nella tecnologia per i sistemi di assistenza alla guida che, oltre a contribuire a salvare vite umane, aprono la strada alla guida autonoma». Così ha aggiunto Gabriele Allievi, amministratore delegato di Bosch Italia. «Come indicato dalle stime Onu, il 90% degli incidenti stradali è attribuibile all’errore umano. È anche per questo che ci impegniamo per rendere la mobilità sempre più sicura e a zero incidenti. E lo facciamo ampliando il nostro portfolio e perfezionando costantemente le funzioni già esistenti».
I dati dell’indagine Aci-Bosch
L’indagine valuta l’efficacia specifica di alcuni sistemi avanzati di assistenza alla guida (Adas) in relazione ai chilometri percorsi. Lo studio condotto nel 2019 rivela che un veicolo di oltre 15 anni presenta quasi il 50% di probabilità in più di essere coinvolto in un incidente grave rispetto a uno di 2 anni. I veicoli senza tali tecnologie sono esposti a un rischio triplo rispetto a chi li possiede.
In relazione all’efficacia del sistema di assistenza alla frenata, è stato dimostrato che i veicoli che lo possiedono hanno fino al 38% di probabilità in meno di essere coinvolti in un incidente stradale rispetto alle vetture che ne sono sprovviste.
La ricerca svolta nel 2020 rappresenta un passo in avanti. Infatti Aci e Bosch hanno ristretto il campo d’indagine agli incidenti per tamponamento e al ruolo svolto dal sistema di assistenza alla frenata. I risultati? La riduzione degli incidenti stradali in Italia per tamponamento nei veicoli con meno di 3 anni è stimata al 45%. Questo significa che, in media, quasi 1 tamponamento su 2 è evitato grazie a tale tecnologia.
Secondo alcune teorie, la presenza di sistemi di assistenza alla guida potrebbe indurre i conducenti a sviluppare una maggiore sensazione di sicurezza. I risultati dello studio dimostrano che non è così. Infatti, se si esaminano solo gli incidenti stradali nei quali l’effetto del sistema di assistenza alla frenata non è rilevante (scontro laterale, scontro frontale, uscita di strada), si osserva come non produca alcun rischio compensato. Anche per tali tipologie di sinistri, infatti, si assiste a una riduzione di incidenti pari al 13%.
Si ricorda che l’UE ha imposto di montare gli Adas sui modelli di nuova omologazione che saranno obbligatori a partire dal 2022.
Incidenti stradali nelle province italiane
Nel 2019, si sono registrati 172.183 incidenti stradali in Italia con lesioni a persone (quasi 472 al giorno). Questi hanno causato 9 morti e 661 feriti ogni giorno.
Le statistiche provinciali, elaborate da Aci e Istat, mostrano una situazione diversa a livello territoriale. Con 43 province nelle quali il numero di decessi è aumentato rispetto allo scorso anno. Venezia (+20), Modena e Forlì-Cesena (+18) quelle con gli incrementi maggiori. Di conseguenza anche in Emilia-Romagna (+36) e Veneto (+25) sono aumentati, oltre che in Campania (+17).
Risultati migliori a Genova (-45 decessi), Roma e Firenze (-22) e Sondrio (-16). Sette le Regioni che hanno totalizzato un decremento apprezzabile: Liguria (-60), Lombardia (-45), Lazio (-43), Sardegna (-34), Toscana (-30), Calabria (-23) e Piemonte (-19).
Il numero dei decessi per incidenti stradali in Italia è diminuito – in media – del 23% in 10 anni. Ma 5 province hanno già raggiunto l’obiettivo EU 2020: il 50% in meno di decessi rispetto al 2010. Queste sono Aosta, Barletta-Andria-Trani, Grosseto, Pordenone e Sondrio. Altre 11 hanno fatto registrare una diminuzione di mortalità superiore al 40%. Tradotto in cifre, dal 2010 al 2019 si sono verificati 6.035 decessi in meno a causa di incidente stradale.
In 8 province, quasi tutte al Sud, l’indice di mortalità – morti per 100 incidenti – è risultato più che doppio rispetto al valore medio nazionale (pari a 1,84). Sono Campobasso (5,56), Crotone (4,98), Vibo Valentia (4,62), Nuoro (4,57), Caserta (4,43), Vercelli (4,30), Catanzaro (4,18), Cosenza (4,12), Benevento (3,78) e Isernia (3,77).
A Genova, Milano, Firenze, Monza, Savona e La Spezia, viceversa, gli incidenti risultano meno gravi. L’indice di mortalità, infatti, è inferiore ad 1 morto ogni 100 episodi.