L’IA nei prossimi anni genererà 11mila miliardi di dollari di PIL, a fronte di investimenti attesi calcolati in circa 250 miliardi. A confermarlo i nuovi dati dell’Osservatorio Auto e Mobilità Luiss Business School.
Questo ma non solo. L’intelligenza artificiale avrà un ruolo sempre più pervasivo nel settore automotive, portando numerosi vantaggi ma creando nel contempo anche delle criticità che non potranno non essere considerate.
Il ruolo dell’IA nell’automotive
Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Auto e Mobilità, il valore dell’IA nel settore automotive passerà dai 3 miliardi di dollari attuali a 30 miliardi nel 2030, con una crescita stimata annua del 20-30%.
Quale sarà il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’auto? Il prof. Fabio Orecchini, alla presentazione dei dati dell’Osservatorio, ha definito l’automobile intelligente una vettura “in grado di interagire con l’utilizzatore ed il contesto, elaborando informazioni, apprendendo e agendo autonomamente secondo modi e criteri simili a quelli dell’essere umano”.
L’automobile sapiens, SDV
L’auto sarà quindi un mezzo SDV (software defined vehicle, ovvero veicolo definito da software) che avrà nell’IA il proprio fulcro e non più nella meccanica. Quella che gli autori della ricerca hanno definito “Automobile Sapiens” sarà altamente elettrificata (completamente elettrica, ma anche plug in o a idrogeno) e dotata e “dotata di sistemi di elaborazione, di connessione in rete e di immagazzinamento dei dati che permettano la gestione completa della parte fisica”.
Secondo le previsioni già nel 2030 il 90% del mercato sarà costituito da questi veicoli: le Case auto investiranno 70 miliardi in AI entro il 2030: ci saranno oltre 200 miliardi di valore generabile dall’auto grazie all’AI entro il 2025.
Le criticità dell’avanzata IA nell’automotive
Ad ogni modo, come detto da principio, nuove problematiche sono già sul tavolo. A partire dall’elevato consumo energetico dell’IA, ad oggi oggi stimabile in 29,3 TWh annui (pari a quello di un Paese come l’Irlanda). Nel 2027, infatti, si prevede che il consumo energetico annuo per l’intelligenza artificiale sarà pari al 50% del fabbisogno energetico italiano attuale ed entro il 2030 la quota dell’industria automotive che sfrutta AI arriverà alla soglia del 100%.
Infine, preponderante anche il tema legati alla regolamentazione del settore. Per ora l’Unione Europea, con l’AI Act – approvato in via definitiva il 23 marzo 2024 – ha scelto un approccio normativo specifico ed etico, con una classificazione dei sistemi di IA in base al livello di rischio che si presentano per le persone e per la società, distinguendo tra quattro categorie di rischio (inaccettabile, alto, limitato e minimo). Diversamente, Stati Uniti e Cina hanno già deciso di dare priorità all’industria privata con piattaforme specifiche per ogni settore e norme severe sui dati per i modelli di apprendimento delle IA generative. Vedremo.