Per accelerare la transizione energetica nell’automotive, e nelle flotte in particolare, nasce Free2Move eSolutions: la joint venture fra Stellantis ed Engie Eps si è presentata al mercato dopo avere ottenuto il via libera dall’Antitrust. Ne parliamo con l’AD Roberto Di Stefano, per meglio capirne obiettivi e approcci, in un oggi in cui l’attenzione è ancora molto concentrata sull’infrastruttura mentre stanno nascendo partnership come questa, già proiettate a un futuro solo all’apparenza lontano. Quello dello scambio di energia fra automobili e rete elettrica, altrimenti detto vehicle to grid.
Ma prima di passare alle domande, vediamo cos’è Free2Move eSolutions.
Free2Move eSolutions: i progetti di Stellantis ed Engie EPS nella Joint Venture
La JV tra Stellantis, attraverso la sua società Fca Italy, ed Engie Eps, società specializzata in sistemi di stoccaggio di energia e microreti (entrata in Engie nel 2018, ndr), intende proporre prodotti elettrici nuovi di mobilità e di infrastruttura ad essa collegata. Sia ai clienti aziendali sia ai privati.
Parliamo quindi di colonnine, propriamente. Alimentate da energia rinnovabile certificata.
La gamma attualmente comprende una Easy Wallbox, cioè la ricarica domestica plug & play di semplice installazione, adatta ad un uso privato e una versione professionale (ePro Wallbox). Cioè un dispositivo che funziona fino a 22 kW e consente ai gestori di flotte il controllo da remoto attraverso una piattaforma digitale.
Per gli ambienti pubblici c’è la ePublic, anche nella variante eFleet pronta per ricariche rapide e servizi V2G ad automobili, bus e camion elettrici in un unico prodotto.
Nel portafoglio, poi, i prodotti eFast per recuperare fino a 100 chilometri di energia nelle batterie, in meno di 30 minuti. Colonnine che rappresentano la soluzione ideale per stazioni di servizio, hotel, edifici commerciali e piccole flotte di veicoli elettrici.
Infine, ePost City Way, soluzione brevettata di ricarica rapida che sfrutta le infrastrutture esistenti di tram e filobus, per contesti urbani dove la trasformazione della rete e delle opere civili è impossibile.
Spiega Roberto Di Stefano: «Non vogliamo essere un fornitore tradizionale, un semplice venditore di servizi legati alla mobilità, ma accelerare la transizione energetica. Dunque divenire il punto di riferimento nel settore: un partner globale che interagisce a stretto contatto con chiunque utilizza un mezzo di trasporto elettrico o elettrificato per muoversi».
In testa le flotte aziendali.
Come nasce la JV?
Roberto Di Stefano: «Fca ed Engie Eps erano partner, ad un certo punto a fine 2019-inizio 2020 è emersa la volontà di fare qualcosa di diverso rispetto agli stakeholder dell’elettromobilità, dunque il desiderio di co-investire in attività sia tecniche sia industriali.
L’idea è nata dalle unità operative dei due team, che poi hanno valutato la capacità di portarlo a termine. Infine, c’è stato un lungo periodo di pratiche Antitrust. Ad inizio maggio 2021 abbiamo lanciato l’obiettivo di proporre soluzioni sia software sia hardware per rendere facile la vita agli utenti, che decidono di adottare un vettore EV per la loro mobilità anziché un motore a combustione interna».
Una strada ancora lunga, quella della transizione energetica?
«Oggi il veicolo elettrico deve consolidare l’abitudine che il motore a combustione ha maturato in oltre un secolo: gli utenti devono compiere il salto abitudinario, l’auto elettrica deve diventare routine. Ormai gli attori sono tanti: utilities, automotive e altre industrie che con la mobilità non c’entravano nulla si sono inseriti. Abbiamo tanti contenuti innovativi per un nuovo utente.
In questo scenario, Free2Move eSolutions ha unito competenze in un unicum a livello europeo e forse anche mondiale: della costruzione di automobili (Stellantis) e delle microreti e dello storage per il trattamento delle energie (Engie Eps), meglio se da fonti intermittenti e rinnovabili».
Alle aziende con flotte aziendali, quale progetto proponete?
«Vogliamo fare qualcosa di diverso, offrendo semplicità: le soluzioni sono già sul mercato, come la Easy Wallbox adatta anche all’infrastruttura di ricarica in azienda, e diverse altre. Ai fleet manager garantiamo costi certi e stabili, agli utilizzatori installiamo la ricarica a casa con tariffe controllate, ad esempio i pacchetti “Charging as a service” di abbonamento fisso per una serie di servizi. In Europa abbiamo 200mila colonnine pubbliche».
L’impianto-pilota vehicle to grid dello stabilimento Fca a Mirafiori (Torino) lega le due società dal 2017. Quanto è lontano il V2G per le imprese italiane che migrano all’elettrificazione della flotta?
«A Mirafiori 64 veicoli stanno già dialogando tra loro, scambiando energia con la rete: tecnicamente è già possibile oggi per tutte le aziende che vogliono farlo. Tuttavia, per ragioni di regolamentazione è difficile per chi non ha tante macchine poiché serve una grande portata in megawatt. Posso stimare che per il 2023 il V2G diventi un mercato e le flotte aziendali dovrebbero alimentarlo. Integrare i motori elettrici con la rete significherà abbassare il Tco dell’intero parco, andando a utilizzare l’energia dei veicoli fermi nel parcheggio.
Aggiungo che, nel caso di una rete intermittente c’è bisogno di servizi di stabilizzazione, che oggi compriamo dalle centrali a carbone e domani deriveremo da tecnologie come il V2G. Insomma, le vetture a zero emissioni serviranno da stabilizzatori della rete».
A fine dell’anno scorso, Engie Eps ha vinto la gara di Terna e da fine 2022 fornirà a Stellantis 25 megawatt di potenza per 700 veicoli attraverso il V2G del centro logistico del Drosso, nel complesso di Mirafiori.
Nello specifico, l’energia sarà fornita attraverso le batterie della nuova Fiat 500, in larga parte a bordo dei veicoli presenti nel piazzale (in attesa di essere venduti) e anche attraverso le batterie second life delle vetture stesse. Queste ultime, anziché essere smaltite, verranno riutilizzate per una seconda vita all’interno dell’impianto V2G.
Quale sarà il passo successivo del futuro V2G?
«Dal 2025 i Tso, cioè i gestori dei sistemi di trasmissione dell’energia (Terna, ad esempio), prevedono che a livello europeo il mercato dei servizi ancillary di stabilizzazione dell’energia varrà 8 miliardi: un terzo di essa dovrebbe arrivare dai servizi integrati alla rete. Ecco perché sono già aperti tavoli tecnici con le case automobilistiche per partecipare alla costruzione delle tecnologie».
E’ nata, infatti, Equigy: una piattaforma (Crowd balancing platform) che si pone lo scopo di sostenere l’equilibrio energetico della rete per garantire la sicurezza nell’approvvigionamento per la transizione ecologica. Utilizza la tecnologia blockchain per accedere, tramite aggregatori, a nuove fonti di elettricità dai proprietari di dispositivi. L’Italia partecipa all’iniziativa con Terna.
Di Stefano: «L’impianto di Mirafiori serve a sperimentare tutti gli algoritmi per le piattaforme che opereranno in blockchain».
Approfondisci qui con la nuova squadra di Stellantis che si occupa del mercato Italia.