Comunicazione e i saloni i temi discussi oggi al #ForumAutomotive, il movimento di opinione che parla di tutta la filiera dell’automotive, da quest’anno anche i veicoli commerciali e i pneumatici, pensato e realizzato dal nostro collaboratore Pierluigi Bonora, che ha sottolineato come “ormai i saloni a cui partecipano le Case auto non sono solo quelli automotive, ma anche tecnologici come il Ces di Las Vegas e il Mobile World Congress di Barcellona. A cui sempre di più partecipano nuove figure di comunicatore”. Su cui si è discusso animatamente nella prima sessione del Forum.
Una sessione moderata dall’amico Roberto Rasia dal Polo, giornalista ma, anche, animatore di un sito di prove auto seguitissimo (vedilo qui). Aperta dall’intervento del presidente del consiglio dell’ordine dei giornalisti della Lombardia, che ha candidamente ammesso “la vetusta’ dell’Ordine, che deve includere anche le nuove figure dell’informazione, che non devono avere ‘licenza d’uccidere’, bensì uguali diritti e doveri dei giornalisti”.
Una discussione che coinvolge inevitabilmente anche il ruolo degli uffici stampa, difeso da Roberto Lonardi, Public Relations di Volvo Car Italia, “c’è spazio per tutti, ma nel rispetto dei ruoli. E le case devono fare i conti con le diverse esigenze uscite dal web”.
Un problema di “numerosità che porta gli uffici stampa a fare delle scelte. C’è chi ha 1300 indirizzi nei propri database….e quindi le scelte sono inevitabili” afferma Carlo Cavicchi, direttore relazioni esterne di Quattroruote.
Con il problema che nel web la linea di “demarcazione tra comunicazione e marketing è sempre meno marcata (il content marketing, ndr)” come ha detto il massmediologo Klaus Davi, “con il web che deve avere una comunicazione sempre più calda”.
Pier Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria Ancma ed Eicma, attacca Ferpi e la gestione delle pubbliche relazioni, “da sempre demandate a figure non forti in azienda, facendo impoverire la figura dell’ufficio stampa”. “Con il marketing che si si mangia l’uffcio stampa?” Provoca Rasia dal Polo.
“Ma noi dobbiamo avere un budget perché le presentazioni costano e abbiamo un’opportunità oggi che è quella di dover interagire con tutte le piattaforme. Anche se dobbiamo tutelare il lavoro dei giornalisti, dandogli contenuti che non diamo ai socializer” sottolinea Maria Conti, Head of brand Communication Emea di Fiat, brand perché “io rispondo al brand manager, sotto il quale c’è anche il marketing, con parità di ruolo”.
Stessa posizione per Luisa Di Vita, direttore della comunicazione Nissan Italia “dove deve essere chiara la divisione tra media comprato e media costruito”.
Un media dove crescono gli investimenti, soprattutto della filiera automotive, ovvero la radio, dove però “mancano le rubriche” dice il giornalista di Radio MonteCarlo di Paolo Ciccarone che, però, attacca i “blogger professionisti, che se sono professionisti si devono andare a cercare i soldi per pagarsi…”.
“Siamo aziende profit” risponde Paola Trotta, direttore communications General Motors Italia, “e tutto è molto semplice: noi facciamo le nostre scelte basandosi sui numeri. Anche quelli web”.
Numeri che non sempre fanno rima con qualità, come sottolinea Ciccarone ma anche il collega Marco Marelli “che deve essere più importante del colore”.
Marco Alù, direttore relazioni esterne Ford Italia ringrazia la sua azienda, “che ha ben diviso i ruoli. Faccio questo lavoro da quattro anni, un periodo in cui il nostro mondo è cambiato molto e dove noi abbiamo dovuto scremare. Anche grazie alle nuove tecnologie”.
“Dobbiamo meritarci il nostro ruolo, cercando di fare guerra al ribasso, puntando solo sulla quantità rispetto alla qualità” afferma il direttore della comunicazione di Michelin Italia Marco Do.
Eugenio Franzetti, direttore comunicazione e relazioni esterne di Peugeot Citroen/Ds Italia tira in ballo “la cultura aziendale che ha valore maggiore anche rispetto allo spot pubblicitario, che forma maggiormente le opinioni delle persone”.
Paolo Lanzoni Press Relations and Communication manager Mercedes Benz Italia spiazza un po’ tutti dicendo che “viviamo e vivremo nel cambiamento. Con una sempre maggiore contaminazione. E disintermediazione. Dove vediamo, anche delle aziende, battaglie tra marketing e ufficio stampa… E la parola d’ordine è una sola; la professionalità”.