L’uso del cellulare alla guida? E’ bandito. Così come l’invio di sms o la navigazione in rete tramite il proprio smartphone o l’iPad. Ecco i comportamenti che i driver delle grandi flotte auto aziendali bandiscono quando sono alla guida e che, insieme a generiche distrazioni e all’eccessiva velocità, possono causare dei problemi seri.
Questo il risultato chiave del sondaggio “La sicurezza nelle Flotte Aziendali”, promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da fleet e mobility manager di grandi aziende nazionali e multinazionali, che hanno anche sottolieato come il bluetooth, l’airbag e l’abs siano i dispositivi cui fare affidamento per la sicurezza della propria flotta e – soprattutto – dei conducenti.
La ricerca si è basata su una flotta campione di oltre 31 mila veicoli aziendali, appartenenti a parchi auto di grandi dimensioni. Secondo gli ultimi dati Aniasa disponibili, nel solo noleggio a lungo termine, gli incidenti superano i 440mila casi annui per un danno complessivo di 285 milioni di euro.
Il pericolo principale? Parlare al telefono mentre si guida
Il 34% dei fleet manager considera l’uso del cellulare viene considerato come il comportamento più pericoloso che il driver possa tenere mentre è alla guida, seguito ex equo (17%) da generici atteggiamenti di distrazione e disattenzione e dall’eccessiva velocità. Tra gli altri pericoli per la guida segnalati nel sondaggio figurano i lunghi periodi in marcia senza soste con il rischio dei colpi di sonno (9%), l’eccesso di confidenza (8%) e la stanchezza (6%).
Sulla base dei riscontri forniti dai fleet manager, sembrano superate altre potenziali criticità alla guida come l’eccessiva alimentazione prima di mettersi in viaggio, la distrazione dovuta al fumo e il mancato uso delle cinture; aspetti marginali, questi, indicati solo dal 3% del campione.
Meglio con Blueetooth, airbag e abs
Bluetooth, Airbag e ABS. Sono questi i dispositivi che i gestori della mobilità aziendale giudicano come principali garanti della sicurezza della propria flotta.
Una grande azienda su tre ritiene che il bluetooth e i sistemi integrati di comunicazione costituiscano device irrinunciabili per la sicurezza del proprio parco auto. Il dato risponde al trend che vede sempre più incidenti e contravvenzioni dovuti al mancato utilizzo del vivavoce e al fenomeno crescente di sms inviati e foto scattate (selfie compresi), mentre si è alla guida; abitudini decisamente pericolose che nel 2015 hanno portato a oltre 48.500 infrazioni registrate dalle Forze dell’Ordine per il mancato utilizzo di apparecchi vivavoce.
Gli airbag aggiuntivi (laterali e posteriori, oltre a quelli obbligatori) non costituiscono un equipaggiamento del tutto scontato all’interno dell’abitacolo, se il 17% degli intervistati lo segnala come must per migliorare la sicurezza delle vetture.
Terzo dispositivo di sicurezza in ordine di preferenza è l’abs (15%) ormai di serie su tutti i veicoli; il sistema antibloccaggio delle ruote è in continua evoluzione in quanto abbina il controllo della stabilità, della frenata in curva, della frenata automatica in città e fuori e l’anti-slittamento in partenza. Il dato si abbina al 9% delle indicazioni per i sistemi di “frenata intelligente/Lane Assist”. Percentuali inferiori riguardano ESP (8%), Cruise control (6%) e altri sistemi di sicurezza.
Ma quali sono le azioni concrete messe in campo dalle aziende per contrastare i comportamenti rischiosi e la sinistrosità in generale? Oggi per aumentare la sicurezza i gestori delle flotte dispongono, grazie ai sistemi telematici di monitoraggio della performance, di molteplici dati e informazioni utili sulla flotta e sui driver che consentono di intervenire concretamente sugli aspetti collegati ad essa.
Il 33% delle grandi flotte ritiene fondamentale investire sulla formazione e sui corsi di guida, mentre il 15% punta sull’inserimento del bluetooth a bordo e un altro 15% dichiara di non intraprendere azioni particolari di prevenzione in quanto i modelli inseriti in flotta sono di ultima generazione e forniscono già garanzie sufficienti.
Risultano ancora poco diffuse le azioni volte a penalizzare i driver meno virtuosi (penalità e provvedimenti disciplinari: 7%), mentre le aziende più strutturate coinvolgono nel percorso di responsabilizzazione il management con l’obiettivo che questo, a sua volta, sensibilizzi le proprie risorse sul tema sicurezza; altre realtà affrontano il tema monitorando le multe (7%) o il consumo dei carburanti (4%), scegliendo modelli di auto all’avanguardia (3%) o riadattando le franchigie assicurative (4%).