Biometano

Federmetano lancia la mobilità sostenibile del biometano

Federmetano chiede al governo di equiparare i veicoli a biometano con quelli elettrici, dando così una alternativa valdida al processo di decarbonizzazione

Advertisement

Federmetano punta al riconoscimento del biometano sia riconosciuto ufficialmente come “zero carbon”. Ciò significa che  questo carburante per autotrasporto sia equiparato alla mobilità elettrica.

Lo ha fatto in occasione del convegno “Biometano per la mobilità sostenibile: l’evoluzione green del motore a combustione interna”.

A fare gli onori di casa il presidente Federmetano, Dante Natali, che ha subito sottolineato come questo carburante possa essere trasformato in una risorsa preziosa partendo dal riutilizzo di scarti, residui e rifiuti.

«Il biometano possiede molteplici valenze per sviluppare una mobilità sostenibile» dice. «Innanzitutto, consente una forte riduzione delle emissioni, calcolate lungo il ciclo di vita del prodotto, rispetto ai combustibili fossili. Riduzione che può giungere al 100% o anche a valori negativi».

La crescita del biometano è un tema rilevante nelle politiche europee e nazionali per la transizione energetica. Del resto, gli obiettivi al 2030 sono molto ambiziosi: una produzione più che decuplicata rispetto all’attuale. Ciò significa rispondere alla domanda di mobilità nella complessa fase di transizione.

Queste le considerazioni emerse dallo studio “Le molteplici valenze del biometano per una mobilità sostenibile”, realizzato dalla società di ricerca e consulenza Rie, Ricerche Industriali Energetiche.

Biometano, come si produce

Lo studio ha fornito un ritratto del settore. Inanzitutto, negli ultimi anni la produzione nazionale di biometano utilizzato nei trasporti è aumentata, favorita dalle incentivazioni statali.

I numeri parlano da sé: nel 2022 il biometano immesso in consumo, incentivato e utilizzato nei trasporti è stato di 232 milioni di metri cubi. Ciò significa il 5% della produzione totale UE ed equivalente al 7% della produzione nazionale di gas naturale.

In aumento anche il numero di impianti e quindi la capacità di produzione: se nel 2017 erano solo 7 quelli in esercizio, a fine giugno 2024 ne esistevano 114. Tutti allacciati alla rete di trasporto o di distribuzione del gas. Altri 210 impianti hanno richiesto e ottenuto da Snam l’allacciamento alla rete gas.

Tra le materie prime utilizzate per produrre biometano spicca la Forsu (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani), il cui impiego nel 2022 ha generato il 72% del biometano. Seguono scarti agricoli e dell’industria agroalimentare per il 13%, deiezioni animali e fanghi di depurazione con il 9%, altri rifiuti organici e sottoprodotti per il restante 6%.

(Leggi della revisione delle bombole di Gpl e metano)

I numeri di metano e biometano nei trasporti stradali in Italia

Il biometano alimenta veicoli a metano: sia quelli Cng (gas naturale compresso) che Gnl (gas naturale liquefatto), senza necessità di modifiche, né all’infrastruttura, né ai motori. Può quindi essere usato come carburante per la mobilità privata, il trasporto merci su brevi e lunghe distanze e il trasporto pubblico.

Ciò significa che il bioGnc e il bioGnl possono essere immediatamente impiegati per rifornire i veicoli. E utilizzando le medesime infrastrutture di rifornimento. Ciò permette di ridurre i costi della transizione, salvaguardando al tempo stesso l’occupazione delle filiere esistenti.

A proposito di rifornimento: in Italia sono attive circa 1.592 stazioni di Gnc (di cui 67 su autostrada) su circa 21.700 punti vendita carburanti complessivi. I punti vendita di Gnl sono 167, di cui 94 dotati di self service.

Sono inoltre presenti una trentina di impianti presso aziende di trasporto pubblico. Complessivamente, si è assistito a un raddoppio negli ultimi 15 anni. Per quanto riguarda il parco circolante, è di 1,06 milioni di veicoli a gas naturale Gnc+Gnl (2%).

Le richieste di Federmetano per incentivare il bioGnc e il bioGnl

Biometano
Dante Natali

A causa dell’enorme aumento del costo del gas naturale nel corso del 2022, ora in buona parte rientrato, il comparto ha subito tuttavia una forte frenata. Anche in questo caso i numeri sulle immatricolazioni parlano da soli: da 10.795 auto nel 2022 a 1.902 nel 2024. Crollo ancor maggiore per i veicoli commerciali leggeri: da 1.854 a 340.

Lo studio Rie evidenzia anche che per poter sfruttare in pieno il potenziale tecnico di produzione nazionale di biometano, occorre cambiare le norme UE. Prima pianificando in modo coordinato impianti e infrastrutture poi riducendo le criticità che limitano l’upgrading del biogas. Terzo: costruire per la filiera un quadro di sostegno equilibrato rispetto a quanto già adottato per altri vettori rinnovabili.

Da qui, partono le richieste di Federmetano. «Il biometano può fornire un immediato contributo al complesso e lungo percorso della transizione nella mobilità» ha sottolineato Dante Natali. «Fin da subito, un veicolo alimentato a benzina, a gasolio o ibrido, può essere trasformato a biometano anche con gli incentivi statal. Poi può usufruire immediatamente della rete di distribuzione già esistente».

La trasformazione a biometano può essere effettuata presso le officine specializzate abilitate, distribuite su tutto il territorio nazionale.

«Federmetano ha intenzione di portare all’attenzione del Governo un elenco di richieste volte a promuovere l’utilizzo del biometano in autotrazione. A partire dall’equiparazione dei veicoli a biometano ai veicoli elettrici».

Queste le altre misure proposte per favorire la diffusione dei veicoli a biometano.

  • Libero accesso alle Ztl.
  • Agevolazioni sui canoni di sosta.
  • Esenzione tassa automobilistica per almeno 5 anni.
  • Prosecuzione degli incentivi retrofit per i veicoli trasformati a biometano.

Biometano: Federmetano auspica lo stop alle accise

Inoltre secondo Federmetano occorre monitorare e intervenire su quelle norme la cui applicazione potrebbe portare a un’alterazione dei rapporti di concorrenzialità tra i diversi carburanti penalizzando il biometano.

L’associazione chiede inoltre di operare per garantire l’azzeramento dell’accisa per bioGNC e bioGNL e di prevedere nella prossima legge di bilancio un credito di imposta strutturale per le spese di acquisto di bioGNC e GNL/bioGNL da parte delle imprese di autotrasporto.

«Occorre poi agevolare il completamento dei punti di stoccaggio Gnl nel Sud Italia e in Sicilia per favorire un ampliamento della rete distributiva di GNL/bioGNL per autotrazione. Altre misure? Semplificare le procedure per l’accesso agli incentivi all’acquisto di mezzi pesanti alimentati a bioGNC e GNL/bioGNL e ridurre il pedaggio autostradale per i veicoli con queste alimentazioni».

(Leggi di più su Federmetano.it)

Lascia un commento

*