Fca esce dall’editoria e incassa un “parliamone” da Psa

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Fca esce dal mondo dell’editoria, avendo siglato un memorandum d’intesa per la fusione tra Itedi, società  di Fiat Chrysler Automobiles, e il gruppo Editoriale l’Espresso per dar vita al primo gruppo editoriale italiano, con testate quali la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e i numerosi giornali locali del Gruppo Espresso. Nel nuovo gruppo la Casa olandese-italiana deterrà il 16%. Quota che, insieme a quella, ormai quarantennale in Rcs del 16,73%,  verrà ridistribuito ai suoi azionisti, andando così a concentrarsi sul mondo automotive.

Un mondo che si sta sempre di più concentrando. E che quindi ha bisogno di tutte le forze, e i capitali disponibili. Anche se Marchionne ha definito pure speculazioni le possibilità di un matrimonio con il gruppo Psa Peugeot Citroën dopo il no di Gm a cui il manager mirava, c’è stata una apertura da parte dell’ad del gruppo francese Carlos Tavares, nei confronti del gruppo europeo-statunitense. “Se ci sarà un’opportunità strategica [il gruppo] è aperto a discussioni con altri costruttori” si è infatti lasciato scappare Tavares parlando di Fca.

In caso di fusione bene sarebbero le sinergie in Cina, di cui azionista forte con il 14% è Dongfeng, e negli Usa dove Fca è naturalmente ben messa. Per il resto non sembrano molte le possibile sinergie. E poi c’è il nodo capitalizzazione, più alta quella di Psa, anche se Fca è molto più grande della Casa francese, con 4,8 milioni di auto vendute nel 2015 contro 2,97 milioni di Parigi.

 

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