Un merger al 50% tra FCA e Renault: è ufficiale ed è la proposta della casa italo-americana al gruppo francese.
“Fiat Chrysler Automobiles ha consegnato oggi una lettera non vincolante al board di Groupe Renault – si legge nella nota – proponendo una combinazione delle rispettive attività come una fusione 50/50”. La società francese avvalora: “Il Gruppo Renault conferma di aver ricevuto una proposta da FCA (Fiat Chrysler Automobiles) relativa ad una potenziale fusione al 50% tra il Gruppo Renault e FCA. Il consiglio di amministrazione si riunirà questa mattina per discutere della proposta. Dopo la riunione sarà diffuso un comunicato stampa”.
La strada è quella di creare la terza società automobilistica globale “con un marchio ampio e complementare e una forte presenza geografica e importanti punti di forza nelle tecnologie di trasformazione”, scrive Fca.
Geograficamente, sulla base delle vendite globali 2018 risulterebbe la società numero 4 in Nord America, la numero due in Emea e la prima in America Latina, inoltre avrebbe le maggiori risorse necessarie per accrescere la propria presenza nella regione Apac. Aggregando i risultati del 2018, i ricavi annuali sarebbero stati di circa 170 miliardi di euro con un utile operativo di oltre 10 miliardi e un utile netto di 8 miliardi.
Ne risulterebbe un’azienda da circa 8,7 milioni di veicoli all’anno, un leader mondiale nelle tecnologie dei veicoli elettrici, marchi premium, Suv, furgoni e veicoli commerciali leggeri. Senza contare su una presenza globale più equilibrata di entrambe le società su base stand alone.
“La combinazione sarebbe molto vantaggiosa per entrambi gli azionisti”, si legge. Le sinergie annuali sarebbero di oltre 5 miliardi di euro e andrebbero a incrementare quelle dell’Alleanza Renault-Mitsubishi-Nissan. I plus deriverebbero principalmente dalla convergenza delle piattaforme, dal consolidamento degli investimenti in powertrain e in elettrificazione e dai benefici di scala. Stime FCA basate sulla sua esperienza, dicono che circa il 90% delle sinergie deriverebbe da risparmi di acquisto (~ 40%), efficienze di ricerca e sviluppo (~ 30%) ed efficienze nella produzione e nella lavorazione degli utensili (~ 20%).
Incluso in questi risparmi ipotizzati, ci sarebbe il potenziale di ridurre il numero complessivo di piattaforme di veicoli di circa il 20% e le famiglie di motori di circa il 30%.
La previsione sul tasso di copertura delle sinergie stimate è che venga raggiunto entro la fine del sesto anno dopo la chiusura del deal, con circa l’80% raggiunto nel quarto anno. “Tenendo conto dell’impatto dei circa 3-4 miliardi di euro in costi di attuazione cumulativi, si stima che le sinergie sarebbero neutre per il flusso di cassa netto nel primo anno e positive a partire dal secondo anno”, precisa la nota di FCA.
FCA e Renault: i calcoli sulla grande alleanza asiatica
L’alleanza di Renault con i partner asiatici è un punto centrale che, naturalmente, FCA ha calcolato. Nascerebbe la più grande collaborazione Oem (original equipment manufacturers), vendendo 15 milioni di veicoli all’anno e porterebbe a Nissan e Mitsubishi un incremento di un miliardo all’anno.
La proposta viene dopo le prime discussioni operative volte a identificare i prodotti e le aree geografiche in cui potrebbero collaborare, in particolare nel campo dello sviluppo e della commercializzazione di nuove tecnologie. I colloqui “hanno chiarito che una più ampia collaborazione attraverso una fusione migliorerebbe sostanzialmente l’efficienza del capitale e la velocità dello sviluppo del prodotto – spiega la comunicazione ufficiale-. Il caso della combinazione è anche rafforzato dalla necessità di prendere decisioni coraggiose per cogliere su vasta scala le opportunità create dalla trasformazione dell’industria automobilistica in settori come la connettività, l’elettrificazione e la guida autonoma”.
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FCA e Renault: casa fiscale in Olanda
Per fugare i dubbi sull’ottimizzazione delle strutture, sovente oggetto delle fusioni, FCA sottolinea che “i benefici della transazione proposta non si raggiungerebbero con chiusure di impianti, ma attraverso investimenti più efficienti in termini di capitale in piattaforme globali di veicoli, architetture, propulsori e tecnologie”.
La proposta contempla che gli azionisti di ciascuna società riceverebbero una partecipazione azionaria equivalente nella società combinata. E il merger verrebbe effettuato come operazione di fusione in una società madre olandese, quotata alla Borsa italiana, a Parigi (Euronext) e a New York.
Il consiglio di amministrazione dell’entità congiunta sarebbe inizialmente composto da 11 membri, la maggioranza dei quali indipendente e con la stessa rappresentanza di quattro membri ciascuno per FCA e Groupe Renault, nonché un candidato di Nissan. I restanti he sono da intendere presidente e AD.
FCA e Renault: dettagli azionari
I benefici derivanti dalla combinazione delle due attività sarebbero equamente condivisi, il 50% dagli attuali azionisti FCA e il 50% dagli attuali azionisti Groupe Renault. Prima di chiudere la transazione, per mitigare la disparità dei valori del mercato azionario, gli azionisti di FCA riceveranno anche un dividendo di € 2,5 miliardi.
Inoltre, prima della chiusura, ci sarebbe una distribuzione delle azioni di Comau (Consorzio Macchine Utensili, del gruppo Fiat dal 1997, produce robotica e automazione industriale) agli azionisti di FCA o un dividendo incrementale di 250 milioni di euro se lo spin-off di Comau non si verificasse.
La parola passa alla Francia, poi all’Antitrust.
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