Ennesima puntata (finale?) dell’iniziativa Dexcar

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Avevamo già nel passato dedicato diversi articoli a Dexcar, uno su tutto esempio di come la pensiamo, ovvero: Rivoluzione Dexcar per il noleggio a lungo termine. E gli asini volano?, con il quale avevamo ricevuto la risposta sdegnata dell’azienda.

A cui abbiamo lasciato spazio per rispondere, invitando il country manager Alfredo Mauro Bo a realizzare un’intervista. Mai fatta. Abbiamo invece parlato con un suo collaboratore, di cui abbiamo scritto,  e abbiamo messo online una loro presentazione in video (clicca qui per vederla e per leggere le risposte del collaboratore Dexcar) oltre ad aver chiesto ai nostri lettori cosa ne pensavamo di questa iniziativa. A parte un paio di insulti che non potevamo pubblicare, qualche lettore ci ha dato l’ok per proporre le loro, positive, esperienze (clicca qui per leggerle).

Malgrado tutte queste spiegazioni, ma non da parte del country manager, la catena di san Antonio o la struttura piramidale dell’operazione era ben chiara così come la difficoltà di ricevere l’auto una volta scalata la piramide che, comunque, avrebbe avuto targa tedesca. Come ben spiega la pagina dedicata di Altrocosumo (clicca qui per vederla).

Proprio per queste ragioni l’Antitrust ha adottato un provvedimento cautelare nei confronti di Dexcar Autovermietung UG (“Dexcar”) e delle società Raggio Verde s.n.c., Asap Holding S.r.l. (già Asapsmarkets Europe S.r.l.), Bizeta Web s.a.s., Tronchin Auto S.r.l. e Trentatre S.r.l.

Il “Programma Marketing Bonus Auto” o “Community car rental free”, come chiamato da Dexcar, ricalca, secondo l’Agm,  le “vecchie” modalità di vendita piramidali, definite anche come Schema Ponzi. A ogni consumatore aderente, spiega l’Agcom nel suo provvedimento, veniva richiesto il pagamento di un contributo iniziale di 547 euro (inizialmente il costo era di 390 euro, poi aumentati, arrivando in alcuni casi anche a 1700 eruo), con la promessa del noleggio di un’auto per due anni, comprensivo di assicurazione, manutenzione e cambio gomme. Un meccanismo insostenibile, che il collaboratore Dexcar da noi interpellato aveva bollato con un “la gente avrà sempre bisogno di un’auto, quindi la catena non si interromperà mai”. Ma per dare a ognuno un’auto, secondo gli inquirenti, si sarebbe dovuto  reclutare un numero di persone enorme. Delle 23.000 persone coinvolte dall’avvio dell’attività, nel novembre del 2014, infatti, solamente 84 hanno ricevuto effettivamente l’automobile.Dexcar.xc

Il sito www.dexcar.ch è stato così oscurato e sottoposto a sequestro preventivo grazie alle indagini del comando provinciale della Guardia di Finanza di Biella con l’operazione denominata Car Dream, e come lo screenshot qui a lato può testimoniare. Altri siti che proponevano lo stesso sono stati più a lungo online (come questo ora in manutenzione)  e alcuni di essi lo sono ancora (ad esempio autogratispertutti).

Dexcar, comunque,  ha fatto sapere in un comunicato che gli impegni contrattuali siglati con i clienti sono stati portati a termine, come testimoniato dalla documentazione consegnata all’Autorità Giudiziaria. L’attività della Dexcar, secondo la difesa, è di tipo multilevel marketing e non ha nulla a che vedere con le cosiddette catene di Sant’Antonio. Vi sarà seguito a questa notizia o…la catena si spezzerà? Attendiamo sviluppi…

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