Fca richiama volontariamente 862mila veicoli negli Stati Uniti, dopo i controlli dell’Epa. L’agenzia statunitense per la protezione ambientale ha rilevato il mancato rispetto delle normative sulle emissioni e il gruppo ha dato il via al richiamo, riconoscendo di avere avuto un problema durante un controllo e mettendosi a disposizione per risolverlo.
Le auto oggetto dell’operazione possono circolare e verranno assistite da Fca, che sta inviando un avviso ai proprietari. L’iniziativa prenderà tutto il 2019 e riguarda alcuni specifici modelli come il Dodge Journey immatricolati tra il 2011 e il 2016, la Chrysler 200 (2011-2014), il Dodge Avenger (degli anni 2011-12), il Dodge Caliber e i Suv a marchio Jeep, nei modelli Compass e Patriot tra il 2011 e il 2016.
Per approfondire su FCA, qui l’intervista al responsabile Fleet & business sales in cui spiega dell’approccio all’elettrico.
FCA richiama veicoli in USA dopo controlli sulle emissioni. La Casa Bianca taglia il budget all’Epa
Nel frattempo, proprio l’amministrazione americana dimostra di mantenere un livello piuttosto esiguo di attenzione alle tematiche sul clima. Sul budget governativo della Casa Bianca per il 2020 è stato proposto di tagliare del 31% i fondi proprio all’ Environmental Protection Agency (Epa), che dovrà contare su circa 6,1 miliardi di dollari, circa tre in meno rispetto a oggi.
La Casa Bianca vorrebbe anche togliere il credito fiscale fino a 7.500 dollari per l’acquisto di auto elettriche. La speranza è che il Congresso a maggioranza democratica bocci queste proposte, ascoltando le case automobilistiche che hanno chiesto di estendere gli incentivi. Oggi i gruppi come Tesla e GM che vendono più di 200mila auto plug-in escono dal sostegno.
L’Europa verso l’obiettivo delle emissioni zero
Intanto, il 13 marzo scorso il Parlamento Europeo ha votato una una risoluzione non vincolante sulla strategia di riduzione delle emissioni a lungo termine (al 2050). Qui si spiega che solo due degli otto percorsi proposti dalla Commissione garantirebbero di raggiungere l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni di gas a effetto serra (Ges), come l’accordo di Parigi auspica.
Le due strade sono: creare “un fondo per una transizione giusta” per sostenere le regioni europee impegnate seriamente nella decarbonizzazione, e sostenere l’economia circolare e la bioeconomia. Il che creerebbe 2,1 milioni di posti di lavoro entro 30 anni.
I voti degli eurodeputati per queste risoluzioni sono stati 369 favorevoli, 116 contrari e 40 astensioni.
Questi i tre punti dell‘Eu Climate Action per il 2020:
- ridurre del 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990
- Portare al 20% la quota delle energie rinnovabili nel consumo totale di energia
- Aumentare almeno del 27% l’efficienza energetica