I test sulle emissioni auto vanno su strada. Mercedes e Bosch consolidano la loro collaborazione e trasferiscono tre vetture dal laboratorio alla guida reale. Si tratta di una Classe A 200 d con motore diesel 2.0 da 150 CV; una Classe B 160 con propulsore 1.3 benzina da 109 CV e una Classe C 300 de EQ-Power, alimentata da un 2.0 diesel plug in con una potenza di sistema di 194 + 122 CV.
La prima buona notizia emersa durante questi test è che i valori riscontrati sono ampiamente entro i limite di legge. Non solo: analoghe prove effettuate su auto più datate e con chilometraggio superiore hanno mostrato comunque dati sotto la soglia di legge “Euro 6 d“. I test si sono svolti a Torino, Milano e Roma e sono stati condotti da Csi, società del Gruppo Imq, organismo di verifica di conformità.
Csi è anche l’unico laboratorio italiano accreditato per le prove Euro Ncap (crash test) e Green Ncap, per la verifica delle emissioni dei veicoli.
Rispetto ai test di laboratorio, gli Rde emission test – o Real drive emissions – promossi da Mercedes-Benz Italia e Bosch sono le prove alle quali tutte le nuove auto vengono sottoposte. Per misurare gli inquinanti emessi durante la guida su strada.
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Emissioni auto: la via secondo Mercedes
«Per noi di Mercedes la strada è tracciata: l’elettrificazione è un fenomeno definito. Nel 2039 avremo eliminato ogni microgrammo di carbonio dagli scarichi delle nostre auto», ha detto Eugenio Blasetti, responsabile comunicazione ed external affairs di Mercedes-Benz Italia.
Continua: «Per i prossimi 20 anni il motore endotermico giocherà ancora un ruolo importante. Quindi è cruciale avere la disponibilità di auto elettriche, ma anche avere motori endotermici puliti. In particolare, i diesel saranno i migliori alleati dell’elettrico, perché sono quelli che nelle ultime varianti non solo hanno bassissime emissioni in generale, ma in particolare anche basse emissioni di Co2. Queste due tecnologie si uniranno».
Ciò che è emerso dai test è che i filtri delle auto diesel sono così efficaci che le nuove Mercedes sono dei “filtri a 4 ruote“. In molti casi, emettono minori inquinanti di quelli che hanno aspirato dalle strade.
I test hanno sì l’obiettivo di misurare le emissioni auto, ma anche quello di sensibilizzare l’attenzione di istituzioni e opinione pubblica. Su quale tema? Sull’importante salto tecnologico che negli ultimi anni ha visto protagonisti i motori tradizionali, sempre più efficienti e a basso impatto ambientale.
I test di Csi per Mercedes e Bosch su strada
I test condotti da Csi per Mercedes e Bosch si sono svolti su strade aperte al traffico regolare, dove il veicolo si trova a circolare in condizioni non prevedibili. Quindi con code, semafori, rotatorie e stop & go. Gli esami si sono basati sul dispositivo chiamato Pems, portable emission measurement system. Ossia un analizzatore portatile di circa 80 KG, che misura i principali inquinanti emessi dalle auto, soprattutto ossidi di azoto e polveri sottili.
«Il Pems misura istante per istante le emissioni auto, su strade pubbliche. Secondo la normativa europea. Paragonando le emissioni delle vetture benzina e diesel si vede che i dati sono praticamente identici», ha spiegato Salvatore Musumeci, Rde laboratory manager di Csi. «Un dato: il test dove è stata evidenziata la peggiore performance ha rilevato 19 mg/km di NOx rispetto a un limite di legge di 114 mg/km».
Le analisi delle emissioni auto sono state effettuate a Torino, in condizioni equivalenti a quelle omologative. Ossia con oltre 200 parametri e un percorso di circa 90 minuti su strade urbane, extraurbane e autostrade. Il secondo test, a Milano, su percorrenze urbane, dove è stata anche comparata la concentrazione della massa di particolato (PM) in aspirazione con quella allo scarico. A Roma sono state riprese modalità e rilevazioni di Milano.
Tra gli elementi più interessanti? I valori medi delle emissioni di ossido di azoto e del numero di particelle allo scarico del motore diesel Euro 6d preso in oggetto sono inferiori rispetto a quelli della vettura con alimentazione a benzina a iniezione diretta. Pur rimanendo entrambe in una fascia molto al di sotto dei limiti.
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I nuovi diesel sono filtri per la pulizia dell’aria
Un altro fattore rilevante è stato registrato nel test a Milano. In presenza di un’alta concentrazione di particolato, come nel caso in cui ci preceda un veicolo inquinante, la concentrazione delle polveri allo scarico è risultata fino a duemila volte inferiore rispetto a quella dispersa nell’aria dell’ambiente circostante.
«Forse è eccessivo considerare i diesel di ultima generazione dei ‘filtri per la pulizia dell’aria’» ha detto Carlo Mannu, responsabile relazioni istituzionali e business development di Bosch Italia. «Ma allo stesso tempo andrebbe rivista in maniera radicale la reputazione di questi propulsori. Che sono alleati nella transizione verso l’elettrico. La strategia di Bosch punta alla trasversalità tecnologica: lavoriamo su elettrico, ibrido, benzina e diesel. Davanti c’è un periodo di transizione. Per questo puntiamo a migliorare le emissioni auto dei motori termici».
Nel corso di tutti i test non è mai avvenuta alcuna rigenerazione del filtro antiparticolato, che prevede la periodica combustione delle polveri accumulate al suo interno. Questo processo è erroneamente indicato come un importante picco di emissioni. Recenti studi hanno, invece, dimostrato che, pur considerando la rigenerazione, i livelli di emissione di particolato sono di un quinto più bassi della soglia consentita.