Guerra al Diesel. Dopo tutto questo battage negativo sui motori termici e su quelli Diesel in particolare (leggi qui) ci si aspettava di sentire, tra i corridoi del Salone di Ginevra aperto ieri ed oggi per le consuete giornate stampa, quasi esclusivamente l’ormai famigliare sibilo delle vetture elettriche. Invece il rombo dei motori termici si sentiva. Eccome (vedi la nostra presentazione del Salone di ieri). “Ciò che vedete nei Saloni da alcuni anni è un impegno enorme per modificare i tipi di alimentazione. Eppure l’elettrico rappresenta una frazione ancora minimale del mercato: il futuro non è il presente, quindi dobbiamo fare attenzione. Ci vorrà tempo prima di vedere l’elettrico prendere quota” ha detto ieri nella tradizionale conferenza stampa di FCA Sergio Marchionne, il tempo necessario per far si che anche il brand italo-americano si attrezzi, dopo la svolta di Detroit (leggi qui), dopo che appena qualche mese fa aveva tuonato contro i pericoli dell’elettrico (leggi qui). Un piano che l’istronico manager ci racconterà il prossimo primo giugno, giorno di presentazione del nuovo piano industriale. E che dovrà portare avanti qualcun altro, visto l’addio al Gruppo del manager italo-canadese l’anno prossimo (ma non alla Ferrari).
È guerra al Diesel anche nei corridoi del Salone? Nì, perché il futuro dell’elettrico non è ancora adesso
Qualcun altro che potrebbe essere il presidente e ad di Seat Luca de Meo, un ex, a cui durante il Salone è stato espressamente chiesto se sarà lui il nuovo numero Uno del Lingotto, anch’egli spesso non un entusiasta di, almeno, “questo” elettrico, ponendosi anche come alfiere del metano per il gruppo. Pronto a tirare fuori dal cassetto qualsiasi tipo di propulsione, come ci dicono a noi di MissionFleet quelli di Volkswagen che sul tema elettrico hanno spinto molto in questo Salone, ma che “per il momento non c’è bisogno, visto che non vediamo flessioni nella nostra offerta di motorizzazione. In futuro, con questa pretestuosa guerra al diesel, si vedrà” afferma il responsabile pr e press di Skoda Italia Giorgio Magnanini.
Tedeschi che comunque presentano in forze la loro offerta che diventa sempre più (anche) elettrica, “ma non solo visto che continuiamo a credere nel motore diesel su cui abbiamo fatto investimenti miliardari” commenta il communication e pr manager di Mercedes Vadim Odinzoff, che precisa: “e lo proporremo anche insieme all’elettrico, mentre in questo Salone lanciamo il marchio EQ sulla Smart che, come abbiamo già detto, diventerà full electric dall’anno prossimo, l’elettrica meno costosa sul mercato, a cui stiamo costruendo attorno un ecosistema con Ready to Park che diventerà a breve anche Ready to park and Charge per i clienti Smart”.
Lato BMW invece, il presidente e ad della Casa in Italia Andrea Solari, ci ha tenuto a precisare che, “come promesso all’inizio dell’anno scorso, abbiamo consegnato in tutto il mondo più di 100 mila veicoli elettrificati nel 2017. Un risultato che sottolinea il nostro ruolo di leader nella mobilità elettrica. Un’installazione luminosa di grande effetto ha festeggiato questo prestigioso traguardo quando a dicembre scorso la sede del BMW Group a Monaco, il “Quattro cilindri”, si è trasformata in una pila elettrica” (vedi qui), con un obiettivo per il prossimo anno di 140mila unità e per il 2020 di 500 mila, pur non dimenticando il resto della gamma BMW, in forze a Ginevra le nuove X e le nuove ammiraglie.
Elettrico che ha visto anche la premiere della elettrica premium di Casa Volvo, la Polestar 1, “a cui sono già interessati oltre 6mila clienti che a breve sborseranno 2500 euro per prenotarla, anche se arriverà nel 2019” afferma un soddisfatto numero uno del brand Thomas Ingenlath.
E se in casa Peugeot il duo Carlos Tavares, ceo del gruppo, e Jean Philippe Imparato, Ceo di Peugeot, hanno presentato la nuova 508 e il nuovo Rifter con pochi accenni all’elettrico, da Toyota si sottolinea come ormai il mondo, anche e soprattutto, flotte è pronto all’elettrico o, almeno in questa fase, all’ibrido. Ibrido che salirà anche su Ferrari e Maserati, come ha già annunciato Marchionne, perché “ridurremo certamente la dipendenza dal diesel. Ma dipende sempre dal mercato”. E da questa guerra al Diesel appunto. perché se il Diesel è morto(?), viva il Diesel! Ma chissà potrebbe anche cambiar tutto nella prossima edizione della kermesse ginevrina. Quano potrebbero veramente, inopinamente aggiungiamo noi, suonare le campane a lutto per questa propulsione. E per tutti quei valori residui su cui si sono costruiti i canoni delle tante flotte a noleggio a lungo termine. Naturalmente diesel.