Le rappresentanze dell’intero comparto automotive nazionale hanno chiesto la proroga* dei termini per l’entrata in vigore della nuova disciplina del Documento Unico (DU) di circolazione. Un documento, questo, che contiene dati che vengono inseriti o modificati per le pratiche di immatricolazione e il passaggio di proprietà dei veicoli.
Anfia, Aniasa, Assilea, Federauto, Unasca e Unrae hanno inviato una lettera al ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini. In questa sottolineano il mancato inserimento nel Decreto Milleproroghe dell’emendamento che contiene la proroga per la piena implementazione del DU.
Secondo i rappresentanti della filiera, Motorizzazione Civile e Aci non sono pronti a ottemperare alla semplificazione amministrativa, che prevede che la carta di circolazione sia documento unico di circolazione dei veicoli, sopprimendo il certificato di proprietà. Motivo: i loro software gestionali non sono ancora in grado di svolgere la procedura.
Le associazioni manifestano profonda preoccupazione sul regolare funzionamento della tecnologia.
Questo insieme al concreto rischio di arrecare notevoli disagi a operatori e cittadini, con conseguenti impatti diretti negativi sul mercato dell’auto, già fortemente rallentato dalla crisi.
Come cambiano le tasse sull’auto aziendale immatricolate dopo il 1° luglio 2020.
*gli aggiornamenti all’articolo sono in calce
Documento Unico di circolazione: il software non è testato
Nella lettera, le associazioni sottolineano la complessità della situazione.
Seppure in fase di progressivo consolidamento e nonostante il forte impegno delle amministrazioni di Motorizzazione Civile e Aci/Pra, nonché degli Sportelli telematici dell’automobilista, la tecnologia necessita ancora di “implementazioni informatiche”. Inoltre, richiede anche un test di tenuta.
Alla luce di ciò, Aniasa & co. chiedono all’Esecutivo una proroga di 6 mesi dell’entrata in vigore, fino a oggi previsto a partire dal 31 marzo.
Laconico Pietro Teofilatto, direttore area fisco ed economia di Aniasa, che ribadisce la necessità di rimandare. Spiega: «Questo sistema è un passo in avanti nella semplificazione e nella digitalizazione delle pratiche auto. Purtroppo, però, ha evidenziato la difficoltà di conciliazione tra i sistemi del Pra e quelli dell’archivio nazionale dei veicoli».
E’ per questo motivo che negli ultimi due anni ci sono state proroghe su proroghe. Provocate da test – effettuati tra fine 2019 e inizio 2020 – in cui si evidenziavano le difficoltà nel funzionamento. Per dare un’idea: se un tempo per immatricolare o trasferire dati relativi a un veicolo bastavano pochi secondi, ci si è trovati a 30-40 minuti a pratica.
Le aziende perdono tempo e denaro
«Oltre un’ora a pratica è un tempo enorme», ribadisce Pietro Teofilatto. «Soprattutto per quelle aziende di noleggio a lungo o a breve termine che hanno migliaia di auto che ogni 6-8 mesi vengono dismesse». Del resto tutte le associazioni automotive sono preoccupate, «nonostante il sistema in fìeri sia ottimo», ci tiene a dire Teofilatto.
«Aniasa è preoccupata: ogni anno i nostri associati svolgono un milione di pratiche, tra contratti di vendita e di buy back. Si tratta di decine di migliaia di veicoli con clausola di rivendita, con atti concentrati spesso tra settembre e ottobre. Da qui si può immaginare la perdita di tempo per ogni transazione».
Senza contare i costi, che Aniasa ha valutato in un +30-40% rispetto a oggi.
«Occorre maggior tempo per affrontare i problemi di software anche perché la sperimentazione è stata troppo breve e ha subito rallentamenti significativi. Questo sia per pesanti problemi tecnici sia per l’emergenza sanitaria da Covid-19. Occorre una fase transitoria più lunga, per evitare rischi di stop che porterebbero solo a maggiori costi». A quanto pare, l’esatto contrario degli obiettivi legislativi.
A questo punto, il ministero dei Trasporti ha “la palla in mano”. «Aniasa e le altre associazioni chiedono “un tavolo tecnico” in cui avviare delle trattative per sbloccare la situazione e ottenere una proroga». Ad esso dovrebbero partecipare Ministero, associazioni, case auto, concessionari e società di noleggio.
In sede politica si ipotizza una proroga al 30 giugno 2021
Intanto, il ministro dei Trasporti ha fatto cenno di questa situazione. Inoltre, martedì 23 marzo, gli emendamenti presentati da Bruno Bossio (Pd), Maccanti (Lega) e Mazzetti (FI) sono stati dichiarati inammissibili in Commissione Affari costituzionali alla Camera.
Aniasa spera che le forze politiche ripresentino l’emendamento al DL Sostegni A.S. 2144 assegnato, sempre martedì scorso, alle Commissioni Bilancio e Finanze al Senato.
Invece, in Commissione Lavori pubblici al Senato, il Ministro Giovannini ha rimarcato la volontà di accordare «una limitata proroga temporale». In linea con la risposta del viceministro Morelli, che spinge per prorogare fino al 30 giugno 2021.
La volontà di una “proroga limitata” del Ministero nasce dai dati dei competenti uffici.
Questi fanno sapere che «ad oggi è definito e reso operativo circa il 90% delle procedure informatiche necessarie alla gestione dei procedimenti amministrativi che danno luogo al rilascio del documento unico». Ossia immatricolazioni e re-immatricolazioni, passaggi di proprietà, nazionalizzazioni, radiazioni per esportazione e per demolizione.
Leggi di più sul Documento unico di circolazione e proprietà digitale.
AGGIORNAMENTO
La conferma della proroga
Infine, è stata accolta la proroga del termine per l’entrata in vigore: il termine viene fissato al prossimo 30 giugno 2021.
Ciò è possibile grazie all’approvazione del Decreto Legge recante disposizioni urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico nella laguna di Venezia (cosiddetto DL Trasporti).
Il commento delle associazioni: «Per una rivoluzione digitale così rilevante, come è il Documento Unico, è prioritaria la soluzione dei problemi tecnici riscontrati in sede di test. Il comune obiettivo è che il sistema funzioni pienamente fin da subito e che il processo immatricolativo sia già ben “oliato” quando il mercato ripartirà. Grazie alla proroga concessa, abbiamo davanti tre mesi di lavoro e di confronto costruttivo affinché sia offerto un servizio utile a cittadini ed imprese».