Dalla Loccioni nessun de profundis per i motori termici

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Si è di recente tenuta la quarta edizione di Take a Breath, l’incontro di respiro internazionale che ogni quattro anni vede riunirsi nella campagna marchigiana presso i laboratori della Loccioni, società tecnologica che si occupa di soluzioni innovative in diversi campi, tra cui anche i treni e i trasporti,  rappresentanti del mondo automotive provenienti da tutto il mondo.

Quest’anno sono state 140 le persone in rappresentanza di 70 aziende di 15 paesi di tutto il mondo, tra cui Bosch, Daimler, Gm, Fca, Continental, Magneti Marelli, etc.,  che si sono recati nella campagna marchigiana per parlare delle auto del futuro. E sopratutto dei propulsori che le spingeranno. A un anno dal Dieselgate.

Auto del futuro che si troveranno di fronte a normative ambientali sempre più stringenti, a spostamenti sempre più frequenti a tragitti sempre più lunghi, al  tempo trascorso in auto sempre maggiore, con una popolazione automobilistica sempre più connessa.

Tendenze portate ai limiti dalla previsione-provocazione del visionario Lukas Neckermann sulla Mobility R-e-volution: zero emissioni – zero incidenti – zero proprietà, che si è incontrato con esperti e personalità di rilievo dei produttori di tutta la filiera automotive, all’interno del nuovissimo Kite Lab – Knowledge Intensive Testing Environment -, un laboratorio per lo sviluppo dei più avanzati strumenti di test pensato per supportare i Clienti nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale, di sicurezza e di performance.

E sui motori l’analista di Pwc Christoph Sturmer sottolinea che entro il 2030 il 25% delle nuove immatricolazioni saranno elettriche, sia in Europa che in Cina. Con ben 61 produttori di questi tipi di veicoli già nel 2022. Con alcuni analisti che fissano addirittura al 2050 la fine dei motori tradizionali, con le strade fino al 2030-35 ancora percorse per il 75% da motori termici.

Forse anche per questo le case tradizionali e i produttori di componenti non riescono a immaginare un futuro senza questi propulsori, naturalmente più puliti ed efficienti:  “La necessità dettata dalle regole europee è quella di abbassare i livelli di inquinamento ma non esiste una soluzione univoca. Finora abbiamo lavorato sul downsizing dei motori. Ma il motore tradizionale non scomparirà, sarà affiancato da un motore elettrico” secondo quanto dice Thomas Stach, director of engineering di Bosc, a cui fa eco Holger Oest di Continental: “Il futuro è dei motori elettrificati ma anche di motori termici sempre più efficienti. Quelli a benzina miglioreranno iniezione diretta e turbo, quelli a gasolio useranno dispositivi di trattamento dei gas come l’Scr”.
Ma, oltre che i tecnici, a questa rivoluzione dovranno esser pronti anche i clienti che “continuano a chiederci auto sempre più grandi e potenti, come i Suv e i crossover. La tecnologia per fare veicoli elettrici c’è già, la domanda principale è: a chi vediamo queste vetture? Oggi poi lo stato dell’arte dei motori è tale che produciamo auto molto più efficienti rispetto a quelle di pochi anni fa. E questa tendenza andrà a migliorare” aggiunge Dario Sacco, capo dell’evoluzione dei motori di Fca che sottolinea una cosa lapalissiana ma a cui la gente non pensa: “si parla sempre di emissioni zero per i motori elettrici ma perché nessuno calcola come si produce questa energia elettrica?”. E se poi lo si fa con fabbriche a carbone è ancora peggio….

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