Il Leasing Forum organizzato da Assilea, l’associazione che rappresenta le società di leasing, ci dà lo spunto per parlare di scenari e opportunità del leasing operativo. Come possiamo sintetizzare le conclusioni di questa giornata? Sostanzialmente in questo modo: il leasing finanziario è da tempo giunto alla sua fase di maturità ma può tornare a dare belle soddisfazioni, quando, affiancato da servizi di gestione, si trasforma in leasing operativo.
I clienti traggono molteplici vantaggi dal leasing operativo. Prima di tutto in termini di cash flow, dato che non prevede anticipo e riduce l’importo della rata non ammortizzando completamente il bene. Secondo: si presta facilmente ad essere “costruito” in modo flessibile e solleva il cliente dall’incombenza della gestione. Il terzo aspetto, molto interessante in tempi di “credit crunch”, ha a che vedere con la proprietà del bene che resta saldamente in capo al fornitore e costituisce una forma di sensibile riduzione del rischio di credito. Da ultimo, ma solo per chi deve rispettare le regole contabili IAS, il leasing operativo è “fuori bilancio”, vale a dire non costituisce una passività e per questo contribuisce a migliorare i ratio patrimoniali.
I fornitori godono a loro volta di numerose possibilità. Possono differenziare l’offerta, spostando il focus dal tasso di interesse ai servizi e ottenere in tal modo una marginalità complementare. Inoltre il fornitore può anticipare il momento d’ingresso “in casa” del cliente, non più dopo la decisione di investimento, quando si tratta di scegliere la forma di pagamento dell’acquisto, ma fin dalla fase iniziale del processo decisionale. Ma è soprattutto la stretta partnership che si crea con il fornitore del bene che permette di entrare nei suoi programmi di vendita andando oltre il semplice accordo base (patto di riacquisto alla fine del contratto, garanzie su funzionamento e vizi del bene) per arrivare al co-branding, alla gestione di fatturazioni e incassi, alla partecipazione al rischio di credito fino alla “virtual joint venture”.
Il leasing operativo in Italia
Ma qual è il quadro generale in cui si sviluppa il leasing operativo in Italia? C’è molta confusione terminologica: renting, leasing operativo, locazione operativa, noleggio, operating lease, locazione a lungo termine, long term rent. Ognuno usa la propria terminologia. Troppe definizioni per pochi prodotti? Forse sì. Tre infatti possono essere le definizioni adottabili (renting, leasing finanziario, leasing operativo in cui rientra il noleggio) in funzione di tre caratteristiche: durata, livello di servizi offerti, proprietà del cespite alla fine del contratto.
Altro aspetto rilevante è la regolamentazione di Banca d’Italia: la distinzione tra attività finanziaria ed attività non finanziaria è una separazione il cui posizionamento non è ben definito, potendo gli intermediari finanziari ugualmente esercitare il leasing operativo purché sia “attività connessa” e non generi rischi legati all’asset. Questi rischi sono evitati rispettando tre elementi: acquisto del bene solo a fronte di un contratto già stipulato; acquisto del bene alla fine del contratto da parte di terzi ad un valore predefinito, rischi/responsabilità concernenti il bene locato (assistenza/manutenzione) in carico a terzi.
Sempre in tema di regole, IAS e Codice Civile viaggiano su binari diversi: per i primi il leasing operativo è un prodotto che deve sottostare a molteplici rigide condizioni per non essere indicato in bilancio come “debito”, per il secondo è un prodotto ancora sconosciuto ma riconducibile alla “locazione” regolata dall’art. 1571 ss. Qui le regole dovrebbero cambiare dal 2015 quando anche il leasing operativo dovrà essere indicato nello stato patrimoniale del cliente.
L’automobile
Il mercato automobilistico semplifica l’aspetto terminologico. C’è il noleggio che unisce finanziamento a servizi legati all’auto ed è fornito da una società non finanziaria. C’è il leasing finanziario che finanzia l’acquisto; qualche società aggiunge alcuni servizi, solitamente una copertura assicurativa (escluso RCA) o il pagamento del bollo, ma non si va molto più in là. C’è infine il fleet management che offre uno o più servizi legati all’auto, non ha legami con la forma di acquisto dell’auto, che può essere in proprietà, leasing o altro, ed è fornito da una società di servizi.
Quali sono i numeri e le tendenze? Il parco circolante totale arriva al milione di vetture che, confrontato con i 35 milioni di auto su strada in Italia lascia trapelare le prospettive e la distanza che ci separa dal resto d’Europa.
Gli oltre 70.000 contratti annui di leasing finanziario sono stipulati, nel 90% dei casi, da società di piccole dimensioni (meno di 5 auto in flotta) anche se il leasing non è lo strumento preferito da PMI e professionisti. Il trend è in calo a vantaggio del noleggio a lungo termine che da sempre registra incrementi annuali (a parte la crisi del 2009) e la fa da padrone non appena la classe dimensionale dell’azienda supera i 100 addetti (figura 3).
I fornitori
Solo un quarto delle immatricolazioni ad uso noleggio a lungo termine è effettuato da società di emanazione automobilistica ma, per leggere meglio il dato, consideriamo che alcune di esse sono “multibrand” ed agiscono, sostanzialmente, come indipendenti. Nel settore del leasing finanziario le immatricolazioni delle captive salgono a quasi un terzo del totale. Quindi, se aggiungiamo che solo il 20% dei fleet manager con oltre 30 auto in gestione preferisce lavorare con società captive, ne risulta che gli spazi per gli indipendenti, solitamente di emanazione bancaria, sono molto vasti.
Le statistiche dicono anche che meno della metà delle aziende (39%) ha veicoli in leasing (finanziario e noleggio) e, di queste, il 58% ne ha almeno metà. Come prevedibile, le percentuali sono più alte quanto più rilevanti sono le dimensioni delle flotte. Cosa possiamo dedurre? Se il trend di lungo periodo non subirà traumi (basti pensare all’aggressività del fisco sull’auto aziendale dimostrata con le ultime manovre) anche questi numeri ci dicono che gli spazi per incrementare i volumi di leasing e servizi sono ancora notevoli, nonostante un mercato dell’auto da tempo ormai saturo.
Il fleet management
La piccola impresa e le partite Iva da sempre preferiscono acquisto e leasing finanziario ma spesso vogliono anche altro. Altro che per ora non gli viene offerto, almeno non nei termini ed ai costi voluti. E allora perché non pensare al fleet management? Che è, da sempre, una piccola business area ma, se è vero che anche il noleggio a lungo termine solo dieci anni fa era un’entità piccola rivolta esclusivamente alle grandi aziende, forse, la storia si può ripetere.
Questa ipotesi spinge a dire due parole anche su questo prodotto, complementare al leasing finanziario.
Prima di tutto, cos’è, anzi, cosa non è: non è l’auto, non sono i soldi. È tutto ciò che gira intorno all’auto. Potenzialmente senza confini: manutenzione, assicurazione, auto sostitutiva, gestione sinistri, pagamento tasse, gestione amministrativa, supporto ai driver, pratiche auto, consulenza.
In secondo luogo, cosa serve per farlo. Serve esperienza e competenze diversificate in tutte le aree, capacità organizzativa e flessibilità, strumenti informativi evoluti, una rete di assistenza composta da migliaia di officine e carrozzerie con partnership all’estero, stretti legami con i diversi fornitori della filiera automobilistica.
Terzo, cui prodest? Dipende. Nella vostra azienda sarebbe comodo avere un solo fornitore di servizi auto, comprare un solo prodotto “chiavi in mano”, pagare una sola fattura al mese “all inclusive”?
Conclusioni
Dove si evolverà il leasing automobilistico? Sembra si vada verso un nuovo modello di business che vede un solo fornitore-coordinatore di un network di aziende specializzate su tutti gli specifici aspetti legati al “ferro”. Saranno le società di leasing, indipendenti o captive, questo fornitore privilegiato, unica controparte del cliente? Oppure saranno società non finanziarie abili nel fare cherry-picking di tutti i servizi, denaro compreso, e nell’organizzare processi ed informazioni? Ad oggi le società di noleggio sono più attive mentre in ambito finanziario non si vede quella “discontinuità” di cui si parlava all’inizio.
Come si evolveranno fleet management e noleggio a lungo termine? Probabilmente si farà il salto di qualità definitivo quando si riuscirà a parlare al cliente di mobilità. Mobilità di tutti coloro che in azienda si muovono con ogni mezzo, in ogni luogo, in ogni momento e magari non solo per fini lavorativi ma anche con le proprie famiglie durante vacanze e weekend. Anche qui è difficile fare previsioni ma la strada intrapresa va verso questa direzione e lo sviluppo delle tecnologie non fa che accelerare il processo.