Non dà numeri di vendite Gianpiero (Peter) Wyhinny, direttore generale Seat Italia, al Salone di Ginevra, lustrandosi con gli occhi il suo “primo” Suv, l’Ateca, portato alla rassegna ginevrina dopo averla presentata qualche giorno prima ai media (leggi: Seat presenta il suo primo Suv, la Ateca). Semplicemente perché “non so ancora quanti me ne daranno” sottolinea il manager.
Perché se il Suv targato Seat arriverà sul mercato italiano per l’estate, il vero la lancio avverrà a settembre, e non si sa neppure in quanti esemplari. Abbastanza però per organizzare test drive per privati e aziende, per essere pronti a entrare nelle car listi a inizio 2017: “questa è la prima sfida che abbiamo, dopo essere entrati, e bene, con le nostre piccole, le medie e i monovolumi nelle liste aziendali e della Pa” sottolinea Whynny. Perchè se si ha il veicolo vincente, e Seat pensa di averlo con la Ateca, non c’è nulla di meglio se non farla guidare…e usare la tanta tecnologia che si trova a bordo.
Un’auto che è un po’ un sunto dei grandi miglioramenti che il brand ha fatto in questi ultimi anni, un brand che, come ha sottolineato il neo numero uno della Casa di Martorell, l’italiano Luca De Meo, deve “alzare il suo centro di gravità”, facendo uscire Seat dalla nicchia costituita dai segmenti più popolari ma meno redditizi del mercato.
Ma torniamo alla Ateca che, ad oggi, propone una versione con motorizzazione da mille ci cilindrata, con 112CV e quattro versioni con il 1.4 Tsi da 150 CV, entrambe a benzina, e due propulsioni a gasolio, un 1.6 da 115 CV, e quattro diversi duemila di cilindrata da 150 CV, e che sarà “il terzo pilastro di crescita del marchio, insieme a Ibiza e a Leon” come sottolinea Whynny, che precisa come il target del veicolo punti a “un 5% di mercato”. Malgrado, al momento, non sia previsto un modello ibrido o a metano.