Il carpooling e il car sharing stanno assumendo una crescente importanza non solo per gli utenti ma anche per le aziende. Queste forme di mobilità – in compagnia di altre persone nel primo caso o di possesso temporaneo di un’auto – hanno anche dei vantaggi di ordine fiscale.
Andando con ordine: vuoi per la carenza del servizio di trasporto pubblico in molte grandi città, vuoi per l’aumento del prezzo del carburante, queste forme di mobilità prendono sempre più piede.
Del resto i dati dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility mostrano che da gennaio a giugno gli spostamenti su veicoli condivisi (auto, moto, bici o monopattini) sono aumentati. A Milano sono più che raddoppiati rispetto al 2022, segnando +113% mentre a Roma sono a +83%.
Sempre nello scorso anno, i capoluoghi di provincia con almeno un servizio erano 62 mentre quelli senza erano 46. Basti pensare che nel 2020, anno peraltro poco attendibile, le città con almeno un servizio erano 49.
Il ruolo del mobility manager
Quest’ultima è u
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I vantaggi di carpooling e car sharing: il tema fiscale
In questo panorama, sono sempre più le imprese che utilizzano queste soluzioni di mobilità sostenibile nell’ambito del welfare aziendale. Si tratta di soluzioni che hanno 2 vantaggi: da un lato sono più sostenibili e dall’altro più vantaggiose in termini di spesa.
C’è poi un notevole vantaggio fiscale, sul quale commercialisti e contabili di aziende hanno messo gli occhi.
Andando con ordine. Il carpooling è una forma di mobilità che si sta organizzando spesso attraverso l’uso di piattaforme esterne all’azienda. Ci sono software che segnalano i colleghi che abitano nelle vicinanze e che compiono lo stesso tragitto casa-lavoro. E viceversa.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, il valore economico del servizio di carpooling è fiscalmente non imponibile. Tale agenzia chiarisce poi che i costi sostenuti dal datore di lavoro per l’uso della piattaforma a disposizione dei dipendenti non concorrono a formare reddito fiscalmente imponibile in capo ai beneficiari.
Diverso il discorso per la deducibilità dal reddito d’impresa dei costi sostenuti dal datore di lavoro per i servizi di car pooling. L’Agenzia ritiene che siano deducibili fino al 5 per mille delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi.
Qualora il servizio sia contemplato in un regolamento aziendale a carattere negoziale, o in un contratto aziendale sottoscritto coi sindacati, la deducibilità è del 100%.
La deducibilità del corporate car sharing
Diverso il discorso del corporate car sharing, ai sensi dell’art. 164 del T.U.I.R.. Ossia dell’utilizzo condiviso, da parte di dipendenti, di auto aziendali. In quseto caso sono deducibili del 20% i canoni relativi ad autovetture, entro il tetto limite di 3.615,20 euro l’anno per la quota del noleggio e senza alcun limite per quella dei servizi.
I vantaggi di carpooling e car sharing sono impattano anche sulle emissioni dell’azienda e sui risparmi dei dipendenti. Queste misure aziendali possono comunque essere integrate a misure di welfare aziendale che agevolano i dipendenti negli spostamenti casa-lavoro.
Fra queste ultime ci sono l’auto aziendale e i buoni benzina, sempre più adottati e protagonisti del futuro del welfare.
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