In un periodo molto freddo, quando le caldaie e i riscaldamenti delle città vanno a pieno ritmo, ritorna il problema smog. Che molti ascrivono soprattutto al traffico automobilistico. Naturalmente non è così, come affermato da diverse ricerche e analisi, tra cui quella del Politecnico di Milano presentata al Forum Energia del capoluogo meneghino. Che sottolinea come i riscaldamenti inquinano il triplo rispetto alle vetture. E come abbiamo scritto anche noi in questo articolo dove proponiamo una foto della Pianura Padana veramente “preoccupante” (leggi qui).
Ferme le politiche sui riscaldamenti mentre le auto…
Naturalmente non nascondiamo il fatto che le autovetture, soprattutto quelle vetuste, inquinano, soprattutto nelle strette vie delle città storiche italiane ma, e questo è molto importante, negli ultimi vent’anni, le polveri sottili generate dal trasporto su gomma sono calate del 60% grazie alle continue innovazioni su motorizzazioni e scarichi, mentre il particolato emesso dalle caldaie (in particolare il pericoloso Pm 2.5) è raddoppiato.
Problema smog che i costruttori hanno ben presenti, come stigmatizza anche l’Acea, l’Associazione dei costruttori europei, che sottolineano come il settore stia facendo la sua parte nel ridurre le emissioni inquinanti, ma che l’intera Europa dovrebbe prendere in considerazione una strategia integrata per affrontare le emissioni dei trasporti su strada. Con propulsori alternativi, un rinnovo della flotta più veloce, sistemi di trasporto intelligenti (ITS), un miglioramento delle infrastrutture ma anche alterare il comportamento dei conducenti e migliorando sensibilmente le infrastrutture. Come si può leggere , solo il 13% delle emissioni totali deriva dal traffico privato.
Lo studio del Politecnico
Secondo il Politecnico di Milano ben il 50% della CO2 presente in atmosfera e fino al 30% di polveri sottili è prodotto dalle case, in quanto vecchie (il 55% degli edifici ha più di 40 anni, ma nelle grandi città si arriva al 75%) e moltissime presentano una classe energetica bassissima: il 56% degli edifici si trova in classe G, mentre solo il 2% può vantarsi di essere in A. Rinnovando i vecchi impianti dei 20 capoluoghi regionali si arriverebbe infatti a ridurre le emissioni in atmosfera dal 10 al 50%, mentre a Milano basterebbe sostituire il 10% delle caldaie più vecchie per ottenere effetti pari a quelli di un blocco del traffico di sei settimane.