Anfia ha commentato la proposta di regolamento europeo sulle auto Euro 7, definendola inopportuna in un tale momento storico.
Da oltre 110 anni, l’associazione rappresenta l’intera filiera automotive nazionale (car designer, componentisti, costruttori di veicoli leggeri e pesanti, costruttori di rimorchi e allestitori), uno dei più importanti settori industriali in Italia.
«Le imprese associate ad Anfia sono da sempre impegnate nello sviluppo di tecnologie che riducano le emissioni inquinanti e climalteranti. Ponendo in essere ingenti investimenti per il raggiungimento dei sempre più stringenti obiettivi che l’UE si è data e ha dato direttamente al settore automotive» recita una nota.
«A tal proposito, l’adozione del recente Regolamento sui target di riduzione della CO2 dei veicoli leggeri e l’imminente pubblicazione dei nuovi target per i veicoli pesanti, stanno già rivoluzionando la filiera produttiva europea».
Anfia ricorda anche che il “ban” dei veicoli a combustione interna al 2035, voluto dalla UE, richiede ingenti investimenti da parte delle case auto. Queste ultime, infatti, stanno lavorando in tempi stretti per ottemperare a questa norma.
«La proposta Euro7 appare incongruente e decisamente gravosa per un settore cui l’Europa ha già chiesto uno sforzo importante per contribuire agli obiettivi comuni dell’unione».
A seguito di una approfondita analisi tecnica, il giudizio complessivo della filiera italiana sulla proposta di regolamentazione è fortemente critico. Soprattutto in considerazione del fatto che la proposta è in modo evidente «incompleta e approssimativa».
Anfia rimarca anche che intere parti dell’allegato tecnico sono state lasciate in bianco. Non solo: che diversi passaggi dell’articolato sono lacunosi. Due esempi: la mancata definizione degli Small Volume Manufacturers di veicoli HD o i benefici attesi dall’introduzione delle Classi Euro 7+, Euro 7A, Euro 7G.
Normativa Euro 7 2025: regole “incongruenti” dalla UE
Nella stessa nota, l’associazione va nel dettaglio. «Alcuni passaggi sono incongruenti o addirittura contraddittori. Alcune disposizioni (come nel caso di pneumatici e batterie) si sovrappongono ad altre normative comunitarie duplicando o complicando la regolamentazione senza nessun beneficio rispetto agli scopi dichiarati».
[Dalla UE probabile stop]
Il nodo delle norme sulle auto Euro 7 è rappresentato anche dalle tempistiche attuative proposte: 2025 per i veicoli leggeri e il 2027 per i pesanti. Questo perché la UE non ha ancora definito le metodologie di prova.
Anfia porta poi all’attenzione del legislatore un altro punto. Ossia che «il fatto che alcune previsioni della proposta comporteranno dei significativi incrementi dei consumi di carburante. E saranno pertanto controproducenti in ottica di contenimento delle emissioni di CO2».
«Le tecnologie necessarie per l’abbattimento di taluni inquinanti richiedono l’utilizzo di combustibile come fornitore di energia. Gli apparenti miglioramenti innovativi, come il riscaldamento diretto dei catalizzatori mediante elettricità, comportano ancora più consumi. Questo perché sfruttano energia nobile ricavata comunque dal combustibile ad efficienza non unitaria invece che energia termica primaria».
Emblematico il caso dell’N2O o diossido di diazoto, inquinante introdotto per la prima volta dall’Euro 7. Siccome la produzione avviene a temperature basse e medie si renderà necessario assicurare il mantenimento della temperatura dei catalizzatori con un notevole dispendio di energia. Questo provoca un incremento di consumi ed emissioni di CO2.
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Anfia: valutare le emissioni con carburanti che vengono da rinnovabili
Secondo uno studio sugli impatti ambientali pubblicato da Acea evidenzia lo scenario di adozione delle auto Euro 7. «Rispetto alla non adozione avrà al 2030 una riduzione aggiuntiva del 4% degli NOx delle auto, il 2% per i veicoli commerciali e i camion, mentre per gli autobus non ci sono benefici aggiuntivi. La stima degli aumenti di prezzo dei veicoli (circa il 3%) è inverosimile. Questo perché gli ingenti investimenti necessari a costruttori e componentisti saranno maggiori rispetto a quanto indicato».
In conclusione, Anfia ritiene «che la proposta così come presentata sia inaccettabile nel suo impianto: limiti, date di applicazione, procedure di omologazione. Questo perché estremamente severa. La UE dovrebbe pertanto rivederla profondamente».
Per Anfia le omologazioni della tecnologia per le auto Euro 7 deve avvenire con prove con carburanti provenienti da fonti rinnovabili. Il nuovo regolamento deve prevedere disposizioni anche per l’alimentazione a idrogeno.