auto elettriche nel 2030

Auto elettriche nel 2030: la ricerca di Motus-E e Quintegia

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Nel 2030 le auto elettriche rappresenteranno il 50% della domanda totale e nel 2050 quasi l’80%. È quanto emerge dell’ultimo report di Motus-E e Quintegia, da un’analisi svolta su 14.052 consumatori intervistati in Europa.

Sotto i riflettori anche i dati relativi all’Italia, su un campione di 2.004 intervistati.  

Auto elettriche nel 2030 a parità di prezzo

A frenare attualmente l’acquisto delle vetture elettriche è il prezzo, che nel 2030 dovrebbe pareggiare quello delle auto a combustione nei segmenti più piccoli.

A parità di listino e con l’evoluzione tecnologica prevista, dal report emerge che i consumatori preferiranno acquistare Bev piuttosto che modelli con motore tradizionale. Un’auto elettrica di medie dimensioni acquistata oggi, quando verrà rivenduta usata farà risparmiare al suo proprietario, nell’intero ciclo di vita, un totale di 9.000 euro, rispetto a un’auto a benzina. Non solo.

Dall’analisi emerge che nel 2030, quando sarà minore il prezzo delle auto elettriche maggiore sarà la domanda. Su questo influirà anche l’evoluzione delle batterie. La richiesta, è conclamato, aumenta in relazione all’autonomia chilometrica. 

La forza dell’elettrico verso i carburanti alternativi

Come potrebbero reagire gli automobilisti in caso di sviluppo di idrogeno o carburanti sintetici?

Secondo il report di Motus-E e Quintegia, la vendita di auto elettriche non dovrebbe diminuire in maniera significativa né se le auto a idrogeno acquisissero importanza, né se venissero introdotti nel mercato i carburanti sintetici. Peraltro meno convenienti per i consumatori in termini di costi di esercizio e meno efficienti in termini di risorse ambientali.

«A parità di prezzo e con l’evoluzione tecnologica prevista, i consumatori preferiranno acquistare vetture elettriche piuttosto che a combustione interna», si ribadisce nello studio.

Altre alimentazioni, come l’idrogeno, ad oggi non rappresentano una valida alternativa ai veicoli elettrici a batteria, per la mancanza di infrastrutture di rifornimento. Per veicoli di segmento superiore si parla inoltre di un sovrapprezzo medio di 12.000 euro, che potrà scendere nei decenni a 4.800 euro rispetto agli EV, ma non meno. 

L’infrastruttura non rappresenta un freno all’auto elettrica

L’ansia da ricarica e la mancanza di colonnine pubbliche non sembrano essere i problemi maggiori per gli intervistati.

Il report rivela infatti che «la domanda non aumenterebbe in maniera significativa, se tutti i consumatori avessero libero accesso alla ricarica pubblica e domestica».

È il prezzo il vero nodo da sciogliere.

«Un ruolo fondamentale potrebbe essere quello delle istituzioni, che dovrebbero prevedere politiche di supporto che incidano direttamente sul prezzo di acquisto», dicono da Motus-E e Quintegia.

La rete di ricarica pubblica, da sola, non influenza in modo significativo la domanda di auto elettriche.

«La mobilità elettrica avrà una domanda di mercato al pari dei veicoli endotermici molto presto», argomenta Francesco Naso, segretario generale di Motus-E.

Continua: «Dobbiamo però affrontare alcune criticità come ridurre il prezzo di acquisto e migliorare alcuni aspetti tecnologici.

Il report dà voce direttamente ai consumatori: i costruttori stanno capendo molto bene queste esigenze, ma hanno bisogno di un supporto per poter investire in nuovi sviluppi.

Ci auspichiamo che le misure a supporto dell’acquisto di veicoli su cui il Governo si è pubblicamente impegnato siano volte alla semplicità di adozione, alla sostenibilità dei mezzi che ne beneficiano, a una visione strutturale e pluriennale».

[Qual è lo status quo dell’infrastruttura in Italia nel 2021?]

Le differenze con il mondo b2b

Cosa cambia per le aziende?

A differenza dei privati, il mercato business tiene maggiormente in considerazione il total cost of ownership nelle scelte di acquisto.

I fleet manager considerano un’auto elettrica solo se è garantito il libero accesso alla ricarica notturna.

Questo presupposto verrà gradualmente rimosso a partire dal 2035, in quanto si confida in una crescente affidabilità e capillarità dell’infrastruttura di ricarica pubblica.

Molte società, ad ogni modo, oltre all’auto aziendale, offrono in comodato d’uso la wallbox da installare nel garage di chi utilizza l’auto. Un processo che già pretende nuove evoluzioni e partnership. 

«Stiamo assistendo a una trasformazione radicale nel mondo della mobilità e gli insights ci parlano di un consumatore tendenzialmente pronto e aperto alla mobilità elettrica», commenta Fabio Barbisan, VP Oem & industry solutions e board member di Quintegia.

Continua: «Sarà indispensabile governare un profondo processo di revisione delle organizzazioni e delle competenze: parliamo di inserimenti e sviluppi di nuovi ruoli (come mobility manager, EV specialist o virtual salesman), “reskilling” di profili esistenti e sicuramente di una revisione profonda di intere strutture».

[Scarica il Report di Motus-E + Quintegia]

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