“Se non sarà come andare sul calesse, poco ci mancherà”. Queste le parole di Elo Musk, amministratore delegato di Tesla Motors, in riferimento al fatto che nel giro di 15 o 20 anni la maggior parte delle auto in circolazione negli Stati Uniti (e in seguito in Europa) saranno dotate di un sistema di guida automatico in grado di condurre il veicolo senza l’intervento umano.
Ma il CEO di Tesla ha sottolineato anche che questo lasso di tempo potrebbe essere più breve se riferito alle auto elettriche dell’azienda californiana, una delle Case più tecnologicamente avanzate in fatto di veicoli a emissioni zero con una produzione che sforna auto di lusso rivoluzionarie. Come il Model X, il suv che in Italia sarà commercializzato a partire dalla prossima primavera ma che già ora è acquistabile con 4.000 euro di anticipo tramite il sito di Tesla.
Intanto, Singapore potrebbe diventare la prima città a mobilità automatizzata: il segretario ai Trasporti del piccolo e organizzatissimo stato asiatico, infatti, punta a rivoluzionare il modo di concepire l’auto puntando a una graduale diffusione di veicoli senza conducente soprattutto tra i pendolari, diminuendo la superficie stradale ma aumentando i parcheggi. Per questo motivo il governo vuole finanziare la ricerca tecnologica in questo campo, per poi puntare sia su auto private driverless sia – soprattutto – su mezzi pubblici completamente automatizzati che come nei film di fantascienza si integrino con le metropolitane accompagnando gli utenti a destinazione. Obiettivo? Nel 2030.
C’è naturalmente da tenere d’occhio i costi, che per gli utenti potrebbero essere inizialmente insostenibili con vetture che mediamente potrebbero costare 7mila dollari in più rispetto alle omologhe con conducente, come ha evidenziato un ricercatore statunitense in occasione della Driverless Cars Conference, tenutasi ad Adelaide la settimana scorsa. “Le auto driverless rispetteranno automaticamente le regole stradali. Il problema è che dovranno convivere con guidatori ‘umani’ che invece non sempre le rispetteranno. E questo farà aumentare i costi” ha detto laconicamente. “Ci sarà una corsa contro il tempo tra grandi case costruttrici – che investiranno in proprio in questa direzione – e aziende di IT come Google, Uber e Apple, all’avanguardia in software e comunicazione, che però mancano di esperienza nella costruzione di vetture”.
Intanto, sempre nella città australiana, Volvo ha presentato una XC90 a guida completamente automatica (anche se l’intervento umano è sempre possibile), per la quale ha chiesto al governo della regione di poter chiudere temporaneamente un’autostrada per poter effettuare il test sabato prossimo. Test che è stato accuratamente studiato, come ha detto il managing director di Volvo Australia, Kevin McCann: “I nostri ricercatori hanno visto che molti incidenti potrebbero essere evitati se chi è al volante avesse la possiblità di prendere decisioni rapide. Ma questo non sempre è possibile. Per questo Volvo ha puntato molto su questo aspetto, introducendo in auto software in grado di sopperire a questa lacuna”.
Mentre in California le auto senza conducente hanno già il permesso di circolare (purché con un conducente pronto a intervenire), è curioso il sondaggio effettuato tra Francia e Stati Uniti che indica che gli automobilisti sono riluttanti a questo nuovo sistema di guida perché temono che la propria auto, per salvare un pedone, vada a schiantarsi uccidendo il conducente.