Auto aziendale, un benefit da estendere a tutti

Stiamo per affrontare un argomento che, in epoca di crisi economica, di contrazione del mercato dell’auto e di cost saving, potrebbe sembrare di scarsa attualità. Invece, questa proposta potrebbe contribuire a risolvere parzialmente alcune delle difficoltà del momento. L’idea che vi proponiamo deve essere inquadrata nell’ottica di realizzare veramente una mobilità aziendale di minore impatto sull’ambiente, un progetto che dovrebbe coinvolgere tutti coloro che, nell’impresa, utilizzano per i propri spostamenti (di lavoro e non) un veicolo a quattro ruote. Dunque, non soltanto coloro che, in base alla propria funzione in azienda, hanno “diritto” all’auto aziendale, ma anche coloro che non possono accedere a questo benefit, come per esempio il personale impiegatizio o gli addetti alla produzione. Che, per recarsi sul luogo di lavoro, utilizzano comunque una vettura, anche se di proprietà.

Meno sicurezza e più inquinamento

Come ci dicono le statistiche, l’età media del parco auto circolante in Italia è la più vetusta tra quelle non soltanto dell’Europa “automobilisticamente più evoluta”, ma anche rispetto a quella di parecchi altri Paesi dell’Unione, quelli che fino a qualche anno fa erano ben più arretrati dell’Italia: oltre 9,5 anni. Un’altra informazione statistica asserisce che in media l’automobilista italiano privato cambia l’auto ogni otto anni, con una tendenza ad accorciare il periodo di utilizzo in presenza di incentivi statali alla rottamazione e una tendenza contraria in assenza di bonus governativi. Con il momento che stiamo vivendo, è praticamente impossibile che il governo Monti vari provvedimenti in sostegno del rinnovo del parco circolante: infatti, come possiamo vedere dai dati di immatricolazioni degli ultimi mesi del 2011 e i primi di quest’anno, le vendite stanno precipitando, soprattutto sul versante dei clienti privati, che a stento raggiungono una quota del 65%, contro punte oltre l’80% quando erano in vigore gli incentivi statali. È altamente probabile, quindi, che i vostri colleghi d’azienda, che non hanno un’auto assegnata, percorrano il tragitto casa-ufficio e ritorno al volante di una vettura con parecchi anni e km “sulle ruote” e che la voglia di sostituirla sia grande, ma non altrettanto la disponibilità economica. Con tutto ciò che ne consegue in termini di sicurezza e di emissioni inquinanti nell’ambiente. Senza dimenticare che, come ribadito più volte dalle sentenze della Corte di Cassazione, il tragitto per recarsi sul posto di lavoro è considerato come fosse il luogo di lavoro e quindi un infortunio o un incidente avvenuto mentre ci si reca in azienda, anche se al volante della vettura personale e non di proprietà dell’impresa, è come se fosse avvenuto durante la prestazione lavorativa.

I vantaggi del noleggio 
Rendere più sicuri i viaggi dei dipendenti e provocando il minor impatto possibile sull’ambiente dovrebbe essere uno degli obiettivi di ogni azienda che crede nella Corporate Social Responsibility. Un obiettivo che, ovviamente, si scontra con la sostenibilità economica. Però, se tutti i dipendenti aziendali potessero accedere ai vantaggi della formula del noleggio a lungo termine, probabilmente si potrebbe trovare una soluzione molto vantaggiosa per tutti. Certo, l’obiettivo non può essere quello che l’azienda si faccia carico di un “costo improduttivo” come quello di assegnare l’auto aziendale a chi non svolge funzioni di lavoro itinerante oppure a chi non ha la vettura di flotta come benefit puro e parte della retribuzione. Ma potrebbe essere quello di realizzare un accordo con il fornitore della flotta per estendere i vantaggi economici del noleggio a tutti i dipendenti dell’impresa. I quali potrebbero realizzare il desiderio di cambiare auto, pagando comodamente una rata mensile di noleggio commisurata alla propria capacità di spesa, per un importo conveniente perché tarato sui valori concordati tra fornitore e azienda, dove quest’ultima rappresenta un cliente di grande volume e quindi che ha accesso a una scontistica privilegiata. L’utente finale potrebbe sostituire la propria vettura obsolescente con un mezzo più sicuro, meno inquinante e dai consumi più bassi. Rinnovandolo con una ciclicità più ravvicinata: quattro o cinque anni sarebbe il periodo ideale, e comunque pur sempre la metà rispetto a quanto avviene ora tra i privati. Con l’ulteriore vantaggio di un costo certo e prefissato, perché la manutenzione ordinaria e straordinaria e gli altri costi di gestione sarebbero riassunti in un unico esborso mensile, senza imprevisti.

Non ci sarebbero invece benefici fiscali per il dipendente privato che, come è noto, al momento attuale non ha l’opportunità di detrarre i costi dell’auto (e chissà mai quando sarà possibile farlo…). Ma non è certamente questo l’obiettivo primario della nostra proposta.

I vantaggi per azienda e fornitore 
A beneficiare dell’auto in noleggio non sarebbe soltanto l’utilizzatore, ma anche per l’impresa potrebbero esserci positive ricadute. Innanzitutto di immagine nei confronti dei dipendenti, che vedrebbero l’azienda come una sostenitrice del benessere dei suoi lavoratori. Non ci sarebbe, di converso, alcun aggravio di costo per l’azienda, poiché il canone verrebbe interamente pagato dal dipendente. Al limite, il datore di lavoro verrebbe coinvolto come garante sul pagamento delle rate di noleggio, anche se la garanzia primaria resterebbe comunque l’attestazione della busta-paga del dipendente. In più, la possibilità di far valere nei confronti del fornitore, un potenziale “parco auto” di maggiori dimensioni, potrebbe significare per l’impresa una scontistica ulteriore da contrattare. Vantaggi per tutti, insomma: anche per il fornitore, che potrebbe vedere crescere ulteriormente il potenziale dei suoi numeri, raggiungendo finalmente il mercato dei “privati”, obiettivo dichiarato da sempre dalle società di noleggio, ma mai effettivamente raggiunto. La possibilità di suddividere i potenziali clienti del noleggio a lungo termine in “cluster” attraverso il loro datore di lavoro, consentirebbe anche di “conquistare” questa tipologia di consumatore e di “convertirlo” al noleggio senza avere bisogno di una struttura commerciale dedicata, ramificata e differenziata, ma il sistema potrebbe essere gestito senza alcun problema direttamente dagli account di vendita già assegnati alle aziende. Ovviamente la proposta commerciale dedicata ai privati dovrebbe prevedere un’offerta differente: pochi modelli, con dotazione standardizzata e una percorrenza annuale limitata (in media i privati percorrono circa 10.000 km/anno). Questo sistema potrebbe costituire un piccolo contributo anche alla crisi del mercato dell’auto, i cui volumi potrebbero tornare a crescere anche sui privati, così come sta accadendo per l’auto aziendale. Che è l’unico comparto, tra le vendite, che riserva qualche piccola soddisfazione al mercato automotive. Che ne pensate di questa proposta? Fateci avere la vostra opinione.

 

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