Dyson

Anche Dyson nell’arena delle auto elettriche

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Continue “scosse elettriche” per il mercato automotive, dove sembra che, finalmente,  ibrido e Full electric stiano conquistando la clientela, in primis quella di flotta. E se l’Italia è, come purtroppo spesso accade, uno dei fanalini di coda di questa rivoluzione, anche a causa di scarsi investimenti sulle infrastrutture, sono i mercati del Nord a guidare le nuove tipologie di mobilità, con la Norvegia in particolare, dove l’elettrico conta ormai per circa il 30% delle immatricolazioni. In questo panorama, ai vari costruttori storici, si sono aggiunte altre Case specializzate nell’elettrico, con il grande exploit di Tesla, che ormai in Borsa vale più di colossi quali Ford o General Motors (leggi qui), malgrado venda una quota infinitesimale rispetto a loro. E se le over the top hanno da tempo messo nel mirino soprattutto le auto e guida autonoma, o i software per le loro gestione, e queste necessariamente saranno ibrido o elettriche, arrivano progetti di mobilità elettrica anche da aziende insospettabili, come la britannica Dyson, la società regina degli aspirapolvere ciclonici.

Anche Dyson nell’arena delle auto elettriche, grazie anche all’aiuto del Governo britannico

La società britannica Dyson, costruttrice di aspirapolveri ciclonici senza sacchetto e senza fili, con design innovativi, vuole entrate nell’arena delle auto elettriche come annunciato dal suo stesso fondatore e proprietario Sir James Dyson, che avrebbe varato un programma del valore di 2 miliardi di sterline (poco meno di 2,3 miliardi di euro) per entrare in questo nuovo mercato. Grazie anche all’aiuto del Governo britannico con uno stanziamento di 220 milioni di sterline.

Un’auto che va verso una nuova direzione e che adotterebbe una tecnologica assolutamente diversa da quella dei competitor; mentre tutte le Case automobilistiche “tradizionali” utilizzano batterie agli ioni di litio, Dyson utilizzerà infatti batterie allo stato solido, già core per il suo business del valore di 2,5 miliardi di sterline. Una tecnologia questa, su cui sta lavorando anche Toyota, che ha l’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica, di ridurre ingombri e pesi, di migliorare la gestione della ricarica e, infine, di creare meno problemi per il riciclo a fine vita.

La “nuova”attività di Dyson, che dovrebbe sfornare la sua prima autovettura nel 2020, verrà sviluppata in una nuova “ala” della sede situata nell’Hullavington Airfield, una ex base della Royal Air Force nel Wiltshire, England, mentre la produzione della nuova auto elettrica “ciclonica”  dovrebbe essere localizzata in Asia: Singapore, Malaysia o Filippine

Nell’ottobre 2015 Dyson aveva investito 90 milioni di dollari nella startup Sakti3 dall’Università del Michigan, impegnata appunto nel settore delle batterie allo stato solido, anche se questa attività è stata recentemente abbandonata per problemi di proprietà dei brevetti.

 

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