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A cosa serve la telematica nelle flotte dei veicoli commerciali (Lcv)

A cosa punta chi usa la telematica nei veicoli commerciali? Geolocalizzazione, ottimizzazione di uso, riduzione del TCO e sicurezza dei driver

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Su MissionFleet periodicamente facciamo un Focus sulla telematica, ma per ricordare senza entrare in dettagli da addetti ai lavori, quello che è il ruolo della telematica in certi ambiti, facciamo un ripasso generale. O meglio un aggiornamento, grazie all’Osservatorio Arval Mobility che da poco ha pubblicato una ricerca (titolata “Il ruolo della connettività nel presente e nel futuro delle flotte operative”). A cosa punta chi usa la telematica nei veicoli commerciali? In sintesi, i quatto elementi forti sono: Geolocalizzazione, ottimizzazione di uso, riduzione del TCO e sicurezza dei driver.

Quanto usano i dati della flotta nei veicoli commerciali

Si parla di molti dati, per via di nuove tecnologie digitali e della quantità di informazioni raccolte. Dati che costituiscono un asset strategico per decisioni più informate in grado di rendere più efficiente la gestione della flotta, migliorare la sicurezza e ottimizzare la pianificazione delle attività. Dall’indagine su aziende di varie dimensioni e industry dotate di flotte «connesse», emerge che il 60% si è rivolto ai partner di mobilità per implementare il servizio di telematica.

Per quali bisogni la telematica nelle flotte

È il bisogno di efficienza che guarda sia ai target di business che alla soddisfazione dei clienti a guidare le aziende verso la telematica. Più nello specifico, la geolocalizzazione in tempo reale dei veicoli (per il 45% degli intervistati), l’ottimizzazione dell’uso dei veicoli (43%), la riduzione del TCO (35%) e il miglioramento della sicurezza dei driver (30%), gli obiettivi più ricercati dai manager interpellati.

Quali manager controllano come si guida il veicolo

Non stupisce quindi che i dati più importanti siano quelli relativi al comportamento di guida, ai consumi e alle informazioni relative alla manutenzione.

Nel 74% dei casi, i dati sono estratti e gestiti internamente all’azienda. Ma la mancanza di know-how o di tecnologie avanzate per il monitoraggio, nel 46%, o di personale, nel 38%, possono spingere le aziende a chiedere un supporto consulenziale esterno, al partner di mobilità.

Internamente, il 21% delle aziende arriva a coinvolgere anche il top management nella valutazione e analisi dei dati raccolti, di cui usufruiscono per lo più i fleet, mobility e facility manager, nel 77% dei casi.

Che azioni derivano dai dati di telematica

8 aziende su 10 consultano i dati e il 40% li utilizza realmente per strategie di miglioramento. Soprattutto finalizzate all’introduzione di sistemi per rispondere tempestivamente agli alert (51%), per programmare corsi di formazione e guida sicura ai driver (42%), per ripianificare periodicamente i percorsi (38%) e per valutare soluzioni di mobilità alternativa (36%) o di elettrificazione della flotta (21%). Quanto ai driver, accolgono positivamente la telematica e ne comprendono i benefici (77%) tanto che nel 60% dei casi l’utilizzo si è rivelato utile per prendere coscienza e promuovere comportamenti più corretti.

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