Se analizziamo i numeri dei primi quattro mesi del 2009, scopriamo che il mercato dell’auto sta vivendo un momento di estrema difficoltà, che solo in parte gli incentivi alla rottamazione riescono a sopperire. Complessivamente sono state perse 142 mila vendite rispetto allo stesso periodo del 2008: infatti sono state immatricolate 728 mila vetture contro le 870 mila del primo quadrimestre dello scorso anno (–16,35%). La crisi economico-finanziaria ha determinato un crollo della propensione all’acquisto, che il Governo ha cercato di contrastare rinnovando e incrementando gli incentivi alla rottamazione e all’acquisto di vetture ad alimentazione alternativa. Ma il provvedimento è servito a ridare vigore soprattutto alle vendite ai privati, mentre verso il comparto degli acquisti aziendali la flessione si è fatta sempre più accentuata col passare dei mesi.
Difficoltà per le imprese
Gli incentivi alla rottamazione riguardano le auto con più di 10 anni di vita: il ricambio delle auto aziendali è molto più ravvicinato. La stretta creditizia dovuta alla crisi di liquidità delle banche e degli istituti di credito, inoltre, sta creando ulteriori difficoltà alle imprese, che riescono sempre meno a finanziare le proprie attività e quindi concentrano i pochi quattrini che riescono a reperire sul core business, e non nel ricambio del parco auto. Ma c’è un altro forte limite che ostacola la ripresa del mercato delle aziende: gli incentivi all’acquisto di vetture ecologiche ad alimentazione alternativa non sono concessi alle società di noleggio: poiché le grandi e le medie imprese acquisiscono la quasi totalità del parco auto con la formula del noleggio a lungo termine, la mancanza del sostegno degli incentivi rende poco conveniente il passaggio alle alimentazioni alternative. In più, la stretta creditizia a cui accennavamo in precedenza, ha imposto ai noleggiatori di selezionare e di ridurre la clientela solamente tra le aziende che garantiscono con assoluta certezza la solvibilità, una decisione che contribuisce a fare scendere i numeri delle vendite.
Discesa che è accentuata pure dalla crescita dei canoni di noleggio che si sta registrando in questi primi mesi del 2009, dovuta al fatto che i noleggiatori stanno tentando di recuperare marginalità a fronte di una perdita di volumi e fatturato. Il calo del noleggio è evidente osservando le statistiche: sono state immatricolate da gennaio ad aprile 92 mila auto contro le 127.500 dello scorso anno, ovvero un calo del 28%, contro la media del mercato nel suo complesso che è calata del 16%.
Ancora più accentuato il calo delle vendite dirette alle aziende, a dimostrare che in questo momento le imprese stanno concentrando le proprie risorse economiche su altri fronti: da 125 mila a 85 mila immatricolazioni (-32%). Ragionevole, dunque, è attendersi dal Governo qualche provvedimento tangibile verso le imprese e, soprattutto verso il comparto dell’auto aziendale o, più in generale verso l’acquisto di beni strumentali alle attività d’impresa, una sorta di «Tremonti Ter» a cui pare l’esecutivo stia lavorando e che dovrebbe vedere la luce dopo l’estate.
Crolla anche l’usato
Situazione difficilissima anche per il comparto delle vetture di seconda mano. Alla crisi dell’economia che ha avuto effetti devastanti sulla vendita di automobili nuove, si è aggiunto l’effetto secondario che il calo reale dei prezzi del nuovo dovuti agli incentivi (che in alcuni casi raggiungono oltre il 40% cumulando bonus per la rottamazione e incentivi gas) ha avuto come conseguenza sull’usato, i cui valori sono in netta flessione. Il che ha determinato un effetto deleterio sugli effettivi prezzi di remarketing dei noleggiatori, le cui previsioni a tre anni si sono rivelate del tutto errate, producendo per il sistema del noleggio a lungo termine devastanti effetti a catena, che li ha costretti a rivedere al ribasso le stime dei valori residui sui futuri noleggi, con conseguenti aumenti dei canoni.
Le alimentazioni alternative
Come MissionFleet aveva ampiamente previsto, le preferenze degli acquirenti si stanno spostando verso le alimentazioni alternative, a detrimento del diesel. Nonostante il prezzo dei carburanti tradizionali sia sceso a livello di quattro anni fa, dopo l’impennata dei costi del 2008, la convenienza del gas, gpl e metano, è sempre più forte. Sottoposti a un regime di tassazione più favorevole
e sostenuti da un minore impatto ambientale, gpl e metano consentono risparmi nei costi d’esercizio che in alcuni casi arrivano a superare il 40%. Nei primi quattro mesi del 2009 le vendite di auto a gas sono cresciute in modo esponenziale, fino a raggiungere ad aprile addirittura il 18% del complessivo delle immatricolazioni. Un risultato che è destinato a crescere ancora di più nei mesi a seguire, visto che la mancanza di prodotto in pronta consegna ha frenato le immatricolazioni (tra prenotazione e targatura oggi i tempi di attesa per le auto a gas sono in media di 90 giorni).
A beneficiare dell’impennata di vendite, sono soprattutto le auto alimentate a gpl (+335% ad aprile), favorite da una rete di distribuzione del carburante nettamente più efficace rispetto a quella del metano. Quest’ultimo carburante è diffuso in modo capillare solamente in poche regioni (Emilia Romagna, Toscana e Marche). Comunque consistente la crescita delle immatricolazioni di auto a metano: +62%. In crescita anche le vendite di vetture ibride, che però rappresentano quote di mercato ancora molto marginali: si è passati dallo 0,17% del 2008 allo 0,20%, ma la tendenza è all’aumento. Ad aprile, infatti, la quota è stata dello 0,35%, grazie soprattutto all’arrivo di nuovi modelli ibridi, come la Honda Insight, che nel quarto mese dell’anno ha superato le 500 unità vendute (contro le sole 80 della concorrente Toyota Prius, che fino al 2008 era l’ibrida più venduta).
Benzina costante, diesel in calo
Di conseguenza al successo delle alimentazioni alternative, la quota di vetture a gasolio è scesa in maniera vistosa, dal 54 al 44%, mentre si mantiene attorno al 40% la quota di quelle a benzina. Nelle flotte, invece, è netta la predominanza delle vendite di auto a gasolio, che mantengono una quota che sfiora l’80% (erano il 90% fino al 2008). L’aumento più significativo è per l’alimentazione a benzina che si attesta attorno al 18%. Trascurabile la quota delle alimentazioni alternative, attorno al 2%, per i motivi che abbiamo sopra riportato.
Si vendono solo le piccole
Favorite dagli incentivi alla rottamazione che, essendo stabiliti in valore economico assoluto, rappresentano percentuali di sconto più cospicue rispetto ai prezzi di listino, le regine del mercato sono le citycar (segmento A) e le utilitarie (segmento B), mentre sono in flessione le medie, le grandi e le ammiraglie. Complessivamente il segmento A raggiunge una quota di mercato del 24%, (un’auto venduta su quattro appartiene a questo segmento), mentre il B del 38%. Passando ad analizzare i tipi di carrozzerie, rimane costante il grande gradimento per la tipologia berlina (65% delle vendite), cala quello per le station wagon (dal 9,5% all’8,3%),Suv-Crossover e Fuoristrada crescono di un punto percentuale (dal 10 all’11%).Notevole balzo in avanti delle coupé, che raddoppiano la quota di mercato dall’1,30 al 2,65%: un fenomeno dovuto soprattutto al successo dell’Alfa Romeo Mito, che le statistiche considerano una coupé.
Chi scende e chi sale
Tra le marche, da sottolineare il balzo in avanti della Ford, che supera di slancio la quota del 10% (più esattamente raggiunge il 10,2%, era l’8% nei primi quattro mesi del 2008). Il Gruppo Fiat sale al 33% dal 31,8%, ma la crescita si sta accentuando col passare dei mesi: ad aprile la quota ha raggiunto il 35,3%. Significativa la crescita delle immatricolazioni di Alfa Romeo (+22%). Vistosissima la crescita delle vendite di Dacia (+142%), pur in presenza di numeri ancora piccoli (sono stati immatricolati nel primo quadrimestre di quest’anno circa 6.200 esemplari), eccellente l’andamento di Chevrolet (+8,5%), grazie soprattutto alla Matiz Ecologic a gpl, che è, per il momento, l’auto a gpl più venduta, anche se insediata dalla Fiat Panda, introdotta sul mercato da fine febbraio. Sale anche l’Audi (+6%), la Hyundai (+13,3%), la Jaguar (+15%), la Subaru (+34%) e la DR (+77%).
Profondo rosso per tutti gli altri costruttori, in particolare: Renault (–38%), Toyota (–32%), Mercedes (-38%), BMW (–30%), Citroën (–25%), Opel (–24%). Si può osservare che si tratta di marchi che hanno in genere una forte presenza nel mercato delle flotte aziendali.
I modelli preferiti
Nella graduatoria dei modelli più venduti, la Fiat Panda precede di poche unità la Punto (quest’ultima è in forte ripresa, grazie alle versioni a doppia alimentazione benzina e gas). Al terzo posto la Ford Fiesta, seguita dalla Fiat 500 e dalla Volkswagen Golf. Di grande rilievo il successo della Fiesta, che veleggia attorno alle 10 mila unità/mese. Tra le diesel, la classifica è dominata dalla Fiat Punto, tallonata dalla Ford Fiesta. Seguono Golf e Ford Focus. Al quinto posto la Fiat Bravo.
Interessante l’analisi delle immatricolazioni di auto a gpl, dominata da modelli di fascia bassa: la graduatoria vede al primo posto la Chevrolet Matiz, seguita dalla Fiat Panda, la Punto, la Chevrolet Aveo, la Dacia Sandero, la Peugeot 207 e la Hyundai i 10.
Tra le auto a metano, notiamo la presenza di modelli di dimensioni più grandi: al primo posto la Fiat Panda, seguita dalla Punto, dalla Multipla, dalla Opel Zafira, dalla Citroën C3, dalla Volkswagen Touran e dalla Citroën C4. Tra le ibride: Honda Insight, Toyota Prius, Lexus RX, Honda Civic. A seguire modelli dai volumi trascurabili.
Nel mercato del noleggio, invece, le classifiche cambiano parecchio. Siamo in grado di dare la classifica in esclusiva, grazie a un’analisi compiuta per MissionFleet da Dataforce. Al primo posto la Fiat panda, seguita da Punto, Smart ForTwo, Ford Focus, Audi A4, Fiat Bravo, Alfa Romeo 159, Fiat Croma, Fiat 500 e Lancia Delta. Da segnalare che sono raddoppiate le vendite di Fiat Panda, Smart ForTwo, Audi A4 e Lancia Delta. Complessivamente le dieci auto più vendute costituiscono il 50% del mercato del noleggio.
Un futuro denso di incognite
Quali sono le prospettive per i prossimi mesi? Il mercato nel suo complesso tornerà a fare segnare il segno più, anche perché la crisi del mercato nel 2008 si era accentuata a partire dal mese di maggio, quindi sarà difficile registrare un saldo negativo, a fronte di risultati così bassi nel secondo semestre del 2008 e in presenza quest’anno di incentivi all’acquisto così significativi. Il risultato sarà tanto più rilevante se i costruttori risolveranno il problema dell’adeguamento delle consegne di auto a gas alla forte domanda da parte degli acquirenti. A nostro avviso il gas ha il potenziale per raggiungere quota 25-30% delle immatricolazioni. Cresceranno anche le ibride, seppure di poco, perché le vere novità in quest’ambito arriveranno a partire dal 2010.
Il mercato aziende, invece, non ha brillanti prospettive, anzi. Se non interverrà il supporto del Governo, la quota delle immatricolazioni a imprese e noleggi è destinata a calare ancora. Ad aprile siamo scesi a poco più del 20%. Nel quadrimestre siamo al 24%, mentre lo scorso anno la quota aveva sfiorato il 30%. In assenza di provvedimenti concreti, attestarsi al 20% sarebbe già un risultato accettabile.