L’evoluzione della rete ferroviaria ad alta velocità, uno dei pilastri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), promette di alleggerire il traffico autostradale, ma l’impatto sarà più limitato di quanto ci si potesse aspettare. Secondo uno studio del Centro Studi Gea, presentato oggi durante l’evento “Vie del mare e intermodalità per l’integrazione e la sostenibilità dei trasporti europei”, solo una parte del traffico passeggeri sulle autostrade potrebbe essere trasferita sulla rete ferroviaria. In particolare, la crescita della rete ad alta velocità dovrebbe spostare tra il 12% e il 15% del traffico di autostrade concorrenti, ma solo il 3-4% del totale del traffico autostradale a pedaggio. Questo suggerisce che, pur con ingenti investimenti, l’alta velocità non allevierà in misura sostanziale l’affollamento delle autostrade, soprattutto in vista di un previsto aumento del traffico nel prossimo decennio.
L’analisi, condotta dal professor Armando Cartenì dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, fa parte di una riflessione più ampia sul futuro dei trasporti in Europa, incentrata sull’intermodalità, ovvero l’integrazione tra diversi mezzi di trasporto per una mobilità più sostenibile e meno congestionata.
Truck elettrici: una sfida per il futuro
Un altro tema cruciale sollevato durante l’evento è stato quello dei truck elettrici, in particolare in relazione agli obiettivi climatici dell’Unione Europea. Secondo lo studio del Centro Studi Gea, per rispettare gli ambiziosi target di riduzione delle emissioni del settore dei trasporti pesanti (camion e autocarri), sarà necessario un aumento significativo della flotta di veicoli elettrici. Per il periodo 2030-2034, infatti, l’UE ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni dei camion del 45%, con un ulteriore calo del 65% per il periodo 2035-2039, per arrivare a una riduzione del 90% entro il 2040.
Per raggiungere questi obiettivi, sarà necessario introdurre circa 390.000 camion elettrici BEV (Battery Electric Vehicle) e FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle) entro il 2034. Tuttavia, i numeri attuali sono lontani da questa cifra: nel 2023 sono stati immatricolati solo 5.209 BEV e 163 FCEV in tutta l’Unione Europea. Per rispettare le scadenze europee, servirà quintuplicare il numero di truck elettrici entro il 2034.
Le sfide del commercio marittimo
Oltre al futuro dei trasporti terrestri, l’evento ha trattato anche delle difficoltà nel trasporto marittimo, con un focus sui blocchi dei principali canali globali, come quello di Suez e Panama, che hanno avuto ripercussioni enormi sul commercio internazionale. Secondo le stime del Centro Studi Gea, i blocchi di questi cruciali punti di passaggio marittimi, insieme ad altri fattori geopolitici e climatici, potrebbero portare a un aumento del 0,6% dei prezzi al consumo in Europa, con un possibile aggravio di circa 200 euro all’anno per famiglia.
L’80% del commercio mondiale avviene via mare e quindi anche un piccolo disguido in uno dei principali passaggi obbligati, i cosiddetti “chokepoint”, può avere effetti di vasta portata. Tra i principali “chokepoint” vi sono il Canale di Suez, il Canale di Panama, lo Stretto di Malacca e il Bosforo. In particolare, la siccità che ha colpito il Canale di Panama e la guerra in Medio Oriente hanno complicato il traffico marittimo in queste zone, con il risultato di aumentare i tempi di percorrenza e le emissioni di CO2.
L’effetto più evidente del blocco del Canale di Suez è l’alterazione dei flussi commerciali: le navi provenienti dall’Oriente hanno preferito spostarsi verso porti alternativi in Europa, come quelli di Amsterdam o Tangeri, invece di utilizzare i porti mediterranei, con danni diretti per l’Italia. Infatti, circa il 40% delle importazioni e delle esportazioni italiane passano per Suez, pari a circa 154 miliardi di euro di beni ogni anno.
Temi cruciali per il futuro della mobilità
L’evento ha visto la partecipazione di esponenti politici e istituzionali italiani ed europei, tra cui il deputato Salvatore Deidda, presidente della Commissione Trasporti, e gli eurodeputati Matteo Ricci, vice presidente della Commissione TRAN, Anna Maria Cisint e Flavio Tosi, membri della stessa commissione. Tra i relatori anche Pierpaolo Settembri, capo Unità Coordinamento e Pianificazione della Commissione UE.
Il confronto ha messo in luce l’importanza di una strategia europea integrata per il settore dei trasporti, che veda l’intermodalità come un’opportunità per migliorare la sostenibilità, ridurre la congestione e raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici. Dall’alta velocità ferroviaria al trasporto marittimo, passando per l’elettrificazione dei camion, le scelte di oggi definiranno la mobilità di domani.
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