Due milioni di occupati in tutta l’Ue per un peso economico complessivo pari a 110 miliardi di euro. Questo il “valore” del Trasporto aereo nell’Ue che si propone una nuova strategia di crescita, di recente presentata alla Commissione Europea dalla Commissaria europea dei Trasporti Violeta Bulc: “La strategia aiuterà le imprese europee a rimanere competitive grazie a nuovi investimenti e a opportunità di business. Anche i cittadini europei ne beneficeranno grazie a una maggiore scelta, a prezzi più bassi e una maggiore sicurezza”.
Quattro i punti principali della strategia Ue, tra cui gli accordi esterni con i paesi a maggior crescita del settore, quali la Cina, il Consiglio di Cooperazione del Golfo e la Turchia, fino ad oggi prerogativa dei singoli Stati membri.Ad oggi, Bruxelles ha concluso accordi di questo tipo solo con Stati Uniti e Canada, e ne sta finalizzando uno con il Brasile.
Il secondo punto di cui si discute da anni è la realizzazione dello spazio aereo unico europeo (Sesar), oggi iper frammentato e che costa oltre 5 miliardi di euro all’anno. Il terzo punto è, purtroppo, molto legato agli attacchi terroristici al cuore d’Europa, a Parigi, e prevede una serie di misure per mantenere elevanti gli standard in materia di sicurezza e diritti dei passeggeri, cercando di ridurre l’onere e i costi legati ai controlli grazie alle nuove tecnologie.
Proprio le nuove tecnologie sono al centro del quarto punto della strategia Ue, dai droni ai controlli di sicurezza, in cui si situa anche l’investimento da 430 milioni di euro all’anno fino al 2020 nell’ambito del progetto di ricerca sulla gestione del traffico aereo nel cielo unico europeo.
Una strategia che ha subito diverse tiri di giacchetta; da parte degli stati naturalmente, ma anche dai diversi gruppi di lobbisti che agiscono a livello continentale, dall’Aci Europe, associazione degli aeroporti, alla neonata Airlines for Europe (A4E).