L’Italia ha definito le regole di progettazione, costruzione e gestione di impianti per produrre l’idrogeno cosiddetto verde.
Quello di cui tanto si parla per la mobilità sostenibile, usato quale carburante, ma non solo e che viene ricavato da fonti rinnovabili. In realtà il tema tocca tutta l’Europa, interessata alla de-carbonizzazione e a gestire l’effettiva rischiosità di questo elemento utile anche per l’indipendenza da fonti russe ma rischioso per sua natura.
Il decreto pubblicato è il primo passaggio, normativo e un Comitato prosegue a lavorare sulla sicurezza, insieme ai vigili del fuoco. Si devono valutare i rischi, aggiornale le regole e gli eventuali interventi in caso di emergenza.
La nuova norma quindi apre all’idrogeno verde definendo materiali, distanze, pressioni e vari dettagli tecnici degli impianti.
In ballo ci sono i 450 milioni assegnati dal Pnrr. Pare ci siano già una cinquantina di progetti realizzare in Italia delle hydrogen valley.
A loro e non solo è dedicata la norma ora pubblicata che spiega quali sono gli elementi pericolosi, dell’impianto (elettrolizzatori, tubazioni, serbatoi e altro) in conformità alla norma ISO 22734.
Tra le note rilevanti, quella per cui lo stoccaggio di idrogeno verde in Italia avviene a pressioni non oltre i 1.000 bar.