Il mercato si specializza

L’annuncio è stato dato lo scorso agosto: il gruppo Maggiore ha ceduto la controllata Maggiore Fleet, specializzata nel noleggio a lungo termine, al gruppo bancario spagnolo BBVA. Per finalizzare l’operazione, del valore di 67 milioni di euro, si attende l’approvazione dell’Antitrust. «Il gruppo Maggiore è specializzato nella fornitura di servizi integrati per la mobilità – spiega Stefano Gargiulo, direttore commerciale di Maggiore -. Per questo l’accordo prevede che Maggiore Rent (la società del gruppo dedicata al rent a car, ndr) continui a fornire all’istituto bancario servizi operativi sul territorio (replacement, preassegnazione e assistenza alle vetture) e supporto alle strategie commerciali».

La cessione delle attività di noleggio a lungo termine consentirà a Maggiore di concentrarsi sulle attività di rent a car, portando avanti un ambizioso piano di espansione sul mercato italiano. «Obiettivo principe è lo sviluppo del network, con l’apertura nei prossimi due anni di 100 nuove agenzie in franchising, che andranno ad aggiungersi alle 170 già presenti su tutto il territorio nazionale – afferma Gargiulo -. Inoltre, incrementeremo i volumi del traffico domestico e dell’incoming, con particolare attenzione nei confronti del segmento business. Infine, rafforzeremo il brand Amico Blu, che contraddistingue l’attività di noleggio di furgoni e veicoli commerciali di Maggiore. Attualmente disponiamo di una flotta di oltre 1700 furgoni».

Maggiore è l’ultimo tra i player internazionali del settore ad aver ceduto le attività di noleggio a lungo termine. Negli ultimi anni, infatti, tutti i grandi rent a car hanno imboccato la strada della specializzazione, vendendo le proprie divisioni dedicate al long term e concentrandosi sullo short term, che tradizionalmente rappresenta il loro core business. A inaugurare questo trend è stata l’acquisizione nel 2003 di Hertz Lease da parte di ALD Automotive, multinazionale del gruppo Société Générale. Nel 2004, poi, Avis Europe ha messo fine alla decennale collaborazione con il gruppo GE Commercial Finance, grazie alla quale la divisione di noleggio a lungo termine di GE operava sul mercato europeo con il brand Avis Fleet Services. Come è noto, a seguito di questa scissione GE ha assunto l’attuale marchio GE Commercial Finance Fleet Services.

Lo scorso anno, poi, è stata la volta di Europcar, che ha venduto a LeasePlan (azienda ceduta dal gruppo bancario Abn-Amro alla casa automobilistica Volkswagen) la società Europcar Fleet Services, a cui fanno capo anche le società di noleggio a lungo termine Overlease e NGS.

«Questo trend riguarda anche gli Stati Uniti e l’Europa, seppure con alcune eccezioni – sottolinea Gianluca Soma, presidente di FiseAniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici) e amministratore delegato di ALD Automotive -. In Germania, ad esempio, la società Sixt si colloca tra le aziende leader sia nel rent a car che nel noleggio a lungo termine».

Le ragioni della specializzazione

Ma quali sono le ragioni della progressiva specializzazione degli operatori del settore? «Il noleggio a breve termine e il long term sono due mondi che, pur integrandosi, differiscono in ogni aspetto, dalla copertura del territorio, alla caratteristiche del servizio offerto – spiega Gianluca Soma -. Il breve termine si rivolge ai consumatori, è direttamente influenzato dai trend dell’industria turistica e si basa su una serie di attività standardizzate. Il long term, al contrario, è un’attività B2B, che richiede una gestione fortemente personalizzata. Inoltre, si tratta di un business che richiede maggiori risorse finanziarie e investimenti rispetto al rent a car. Non è un caso che oggi i principali azionisti delle società di noleggio a lungo termine siano gruppi bancari».

«Le società di noleggio a lungo termine sono nate una decina di anni fa come business unit delle aziende di noleggio a breve termine – dichiara Stefano Gargiulo -. Da allora il long term ha registrato crescite “double digit” anno su anno, grazie al fatto che le grandi aziende hanno intuito le opportunità derivanti dalla terziarizzazione della flotta». A conferma di ciò, le stime di FiseAniasa prevedono che nel 2006 il fatturato complessivo del Nlt si attesterà a 3,051 milioni di euro, contro i 2,733 dell’anno scorso (+12%). Più modesta la crescita del noleggio a breve termine, che invece segnerà un +4%, passando dai 954 milioni di euro del 2005 a 979 milioni.

«Il noleggio a lungo termine è un’attività “capital intensive” – sottolinea Gargiulo -: richiede notevoli investimenti per l’acquisto dei veicoli e un’immobilizzazione del valore del cespite che dura in genere 36 mesi. Al contrario, il ricambio delle vetture nelle flotte delle società di noleggio a breve termine avviene ogni 6-10 mesi, garantendo un ritorno di investimento decisamente più rapido. Con la crescita del segmento del noleggio a lungo termine, i rent a car hanno dovuto necessariamente optare per la specializzazione, cedendo le attività di long term a nuovi attori del mercato: le case automobilistiche e le banche, che dispongono degli ingenti capitali che servono per sostenere e sviluppare questo tipo di business».

Le ripercussioni sulla clientela

Pur avendo modificato profondamente l’identikit dei player attivi sul mercato italiano, la scissione tra noleggio a breve e a lungo termine non è destinata a provocare mutamenti di rilievo sul fronte dei servizi offerti alla clientela. «Già prima che questo trend cominciasse – dichiara infatti Soma -, le due attività venivano gestite dalle società di noleggio separatamente. Sul fronte del long term, è prevedibile un’ulteriore crescita del settore, connessa all’ingresso in questo business di operatori specializzati, che dispongono di fondi adeguati per sviluppare questo tipo di business».

L’identikit dei due mercati

Utili indicazioni sulle caratteristiche del noleggio a breve e a lungo termine e sullo stato di salute dei due comparti emergono dal quinto Rapporto Aniasa 2005, pubblicato lo scorso ottobre. Dalla ricerca emerge che il mercato del rent a car si concentra attualmente nelle mani di otto grandi operatori, presenti su tutto il territorio nazionale con flotte che contano, in media, poco più di 12mila veicoli. Queste società hanno raggiunto lo scorso anno un fatturato di 848 milioni di euro e sono in grado di proporre tariffe competitive (il prezzo medio di un giorno di noleggio si aggira intorno ai 34 euro). Accanto a questi colossi internazionali operano 150 piccoli e medi operatori locali, con flotte medie di 68 veicoli. Nel 2005 queste società hanno registrato un fatturato complessivo di 97 milioni di euro. Operando in ambiti meno competitivi e al di fuori degli aeroporti, in genere esse propongono tariffe più elevate rispetto ai grandi operatori (il prezzo medio di un giorno di noleggio è 52 euro). Inoltre, non offrono i propri servizi a grandi clienti internazionali e non propongono le formule di noleggio plurimensile, molto apprezzate dalla clientela corporate.

Per quanto concerne invece il noleggio a lungo termine, secondo il Rapporto Aniasa questo mercato è gestito per il 41% da istituti bancari, per il 55% da case automobilistiche e solo per il 4% da società di altre tipologie. Questi operatori si sono avvicinati al noleggio per motivi differenti: da un lato gli istituti bancari vedono nel Nlt un modo per intercettare il crescente fabbisogno aziendale di credito per la flotta auto, che sfugge alle normali strutture bancarie e può essere recuperato solo attraverso l’integrazione con le società di noleggio. Per le case automobilistiche, invece, il noleggio a lungo termine rappresenta un modo per vendere i veicoli a quelle aziende che non si rivolgono più alla rete delle concessionarie, bensì richiedono alle società di noleggio la disponibilità dei mezzi e dei servizi di gestione.

Infine, un accenno alla clientela. Secondo Aniasa il 44% dei noleggi brevi vengono effettuati per motivi di lavoro da dipendenti di aziende, professionisti, titolari di partita. Il 43% delle prenotazioni viene effettuato per motivi di leisure. Segue un 13% di noleggi (in prevalenza mensili e plurimensili) effettuati da persone che ricorrono al rent a car per sostituire la propria vettura, temporaneamente non disponibile (replacement).

E veniamo alla domanda del noleggio a lungo termine: secondo l’indagine di Aniasa la clientela aziendale si concentra per un terzo in Lombardia (32%), dove è presente il 37% della flotta circolante in Italia. Al secondo posto troviamo il Lazio (11% dei clienti e 21% della flotta), seguito dall’Emilia Romagna (10% delle aziende e 10% della flotta).

Scenari futuri

Per concludere, quale futuro si preannuncia per il noleggio a breve e a lungo termine? «Il long term si rivolgerà sempre più alle piccole e medie imprese e ai liberi professionisti, con prodotti e servizi su misura – spiega Soma -. La progressiva conquista di questi target è strettamente connessa all’avanzata di nuovi canali di vendita, quali le banche e i concessionari. Il noleggio a breve termine, invece, continuerà a rivolgersi in prevalenza ai clienti leisure, mettendo a punto prodotti più appetibili e tariffe competitive. Cercherà inoltre di raggiungere, attraverso iniziative su misura, anche la clientela situata nelle grandi città e di imporsi come servizio di uso sempre più “quotidiano”. Un accenno meritano anche gli accordi per l’intermodalità: negli ultimi anni le società di noleggio hanno avviato partnership con le compagnie aeree e ferroviarie per offrire servizi di viaggio combinati».

«La crescita del noleggio a lungo termine è destinata a proseguire anche in futuro – conferma Gargiulo -. Si tratta di un settore che può ormai definirsi maturo grazie alla massiccia penetrazione nel segmento delle grandi aziende, che rappresentano circa il 2% sul totale delle imprese italiane. Prossimamente il settore partirà alla conquista delle piccole e medie imprese e dei liberi professionisti.

«Quanto al noleggio a breve termine, il mio personale auspicio è che esso cresca nei prossimi anni in maniera sostenuta, avvicinandosi alle medie degli altri paesi europei – prosegue Gargiulo -. Attualmente siamo fanalino di coda nel Vecchio continente con una crescita annua intorno al 4%, contro il 7% dei paesi anglosassoni. Il motivo di questa lentezza è prevalentemente di natura culturale: nel nostro paese, infatti, il ricorso al noleggio non è quotidiano, come invece accade in altre nazioni».

Secondo Aniasa, attualmente in Italia il rapporto tra il numero dei noleggi brevi e quello dei cittadini con patente è piuttosto basso: circa il 12%, pari a 117 noleggi ogni mille patentati.

A conferma dell’avanzata di nuovi canali di vendita, invece, il Rapporto cita l’indagine “Il noleggio a lungo termine venduto in concessionaria”, condotta lo scorso anno dal Centro Studi Fleet & Mobility presso un campione rappresentativo di concessionarie automobilistiche. Secondo la ricerca il 72% delle concessionarie vende prodotti di noleggio a lungo termine, mentre l’80% di quelle che non offrono questo tipo di servizio intende farlo nel prossimo futuro.

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Mission N. 8, novembre-dicembre 2006, testo di Arianna De Nittis

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