Si sono affacciati per la prima volta sul mercato del trasporto aereo negli anni Novanta e con il loro modello di business assolutamente rivoluzionario hanno saputo ritagliarsi una quota di mercato di tutto rispetto in un settore fortemente competitivo. A differenza delle compagnie aeree tradizionali, che negli ultimi anni hanno risentito pesantemente della crisi economica e della complessa situazione internazionale, hanno incrementato costantemente i fatturati e il numero dei passeggeri trasportati. E sono diventati una “fonte di ispirazione” per i loro”cugini” di linea, che hanno incominciato a loro volta a proporre pasti a pagamento e tariffe competitive online. Stiamo parlando dei vettori low cost, che dopo aver conquistato nuovi target nell’ambito del turismo leisure, oggi puntano al business travel. In un’epoca caratterizzata dalla contrazione dei budget destinati alle trasferte, infatti, le low fares rappresentano sempre più spesso una valida risposta all’esigenza di saving delle aziende.
È nato un nuovo connubio, dunque? Per dare una risposta a questo interrogativo, il 22 aprile, presso l’Hotel Plaza di Venezia Mestre, si è svolto il convegno “Il business travel scopre i low cost”, organizzato dalla rivista Mission in collaborazione le società Save, Carlson Wagonlit Travel, Hapag Lloyd Express, Jet2.com, Utell, Nextest, Snowflake, Helvetic.com e The Knowledge Team. Numerose le relazioni, accolte con interesse da un folto pubblico di travel manager e rappresentanti delle compagnie aeree: ha aperto i lavori Silvia Lavi, della societàNextest, che ha illustrato i risultati della ricerca “La percezione dei voli low cost”. Alberto Baretta, marketing manager della società di gestione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia Save, ha illustrato la fruttuosa partnership tra lo scalo del capoluogo veneto e numerosi vettori “no frills”. Poi è stata la volta di Letizia Orsini, country manager Italia della compagnia low cost Hapag Lloyd Express, che si è soffermata sui risultati e le strategie del vettore tedesco. Rosemarie Caglia, marketing manager Italia di Carlson Wagonlit Travel, ha illustrato i risultati di una ricerca realizzata da Cwt sull’interesse dei travel manager nei confronti delle compagnie low cost. A chiusura del suo intervento, Caglia ha descritto i plus di Cwt Webfares, la nuova soluzione messa a punto dal gruppo per la prenotazione dei voli a basso costo. A seguire, hanno presentato le loro compagnie Dominik Waser di Helvetic.com, Valeria Rebasti, european sales manager diJet2.com, ed Evi Volpato, sales and marketing manager di Sas e, quindi, di Snowflake. Infine, è salito sul palco Francesco Sottosanti, che ha trattato il tema “Il fenomeno low cost come chiave di risparmio per le aziende”. Per riflettere sulla possibile partnership tra business travel e vettori low cost, vi proponiamo una sintesi dei dati presentati nell’arco della mattinata.
La ricerca di Nextest
Che cosa pensano i business traveller in merito alle compagnie “no frills”? Quale il gradimento e la percentuale di utilizzo? Risponde a questa domanda la ricerca “La percezione dei voli low cost”, effettuata dalla società Nextest nel periodo compreso tra il 12 e il 29 marzo. I dati sono stati raccolti attraverso la compilazione di questionari spediti via e-mail a un campione di 588 frequent flyer iscritti a “Il Milione”, fidelity program dello scalo Marco Polo di Venezia. Il 36% degli intervistati lavora presso imprese con un fatturato superiore a 50 milioni di euro, mentre il resto dei frequent flyer è ripartito tra aziende con fatturati compresi tra 25 e 50 milioni (16% degli intervistati, tra 10 e 25 milioni (16%), tra 5 e 10 milioni (12%), tra 2,5 e 5 milioni (7%) e sotto 2,5 milioni (13%).
Attrazione fatale
Dall’indagine emerge un’elevata conoscenza del fenomeno “low cost”: alla domanda: “Lei sa che, accanto alle tradizionali compagnie di linea, da alcuni anni operano compagnie che effettuano voli a basso costo, offrendo prezzi significativamente inferiori a quelli standard?”, infatti, ha risposto affermativamente il 76% degli intervistati. Tra i vettori a basso costo maggiormente conosciuti, troviamo al primo posto Volareweb (indicato dall’80% dei frequent flyer), seguito da Ryanair(78%), Alpieagles (72%), Meridiana (66%), easyJet (60%), Virgin Express (54%), Hapag Lloyd Express (46%) e Germanwings (38%).
Positivi i commenti alla domanda: “Che cosa pensa in generale delle compagnie aeree a basso costo?”: il 61% degli intervistati ritiene che i vettori low cost garantiscano un buon rapporto qualità-prezzo, mentre il 53% li considera una valida alternativa alle compagnie tradizionali e il 37% li giudica adatti a chi viaggia per lavoro.
Valutazioni sul servizio
In merito al servizio offerto dalle low cost, il 48% degli intervistati giudica rapido ed efficiente il sistema di prenotazione e acquisto dei biglietti, il 43% valuta positivamente l’informazione su tariffe e offerte promozionali, il 33% esprime un parere positivo riguardo alla gamma di destinazioni offerte e il 31% considera gli aeroporti di partenza comodi da raggiungere. Il 29%degli intervistati, inoltre, giudica positivamente la cortesia del personale e la facilità nel contattare i vettori low cost, mentre il 25% ritiene adeguati gli standard di sicurezza e il 19%considera soddisfacente l’assistenza a bordo.
L’utilizzo
E veniamo all’effettivo utilizzo. Dalla ricerca emerge che ben il 66% degli intervistati ha volato con una compagnia a basso costo, il 23% non risponde, mentre l’11% dichiara di non aver mai utilizzato questo tipo di compagnie. Tra i motivi del mancato utilizzo, si colloca al primo posto la voce “non ne ho mai fatto l’esperienza” (60%), seguita dalla scarsa possibilità di scegliere gli orari di volo (42%), dall’assenza di tratte a lunga percorrenza (34%), dal ridotto ventaglio di destinazioni disponibili (32%), dagli aeroporti fuori mano (29%) e dalla voce “non ne ho in generale una buona immagine” (26%). Da segnalare che il 23% dei frequent flyer esprime perplessità riguardo alla sicurezza degli aeromobili, mentre il 18% desidererebbe maggiore assistenza a bordo.
Tra i sostenitori dei vettori low cost, il 31% dichiara di volare con queste compagnie una volta ogni tre mesi, il 18% ogni mese, un altro 18% una volta all’anno, il 15% ogni sei mesi, il 13% più volte in un mese e il 5% meno di una volta all’anno. Molto elevata la percentuale di viaggiatori che ricorre ai voli a basso costo per le trasferte: il 61% degli intervistati, infatti, dichiara di volare con questi vettori sia per lavoro che per vacanza, mentre il 23% li utilizza esclusivamente per lavoro. Le destinazioni più gettonate? Londra (47%), Roma (30%), Parigi (30%), Barcellona (25%), Madrid (20%), Colonia/Bonn (19%), Francoforte (18%), Catania (15%), Napoli (15%), Palermo (10%) e Cagliari (10%). Tra le compagnie più utilizzate figurano Volareweb (indicata dal 77% degli intervistati), Alpieagles (54%), Ryanair (49%), easyJet (23%), Hapag Lloyd Express (20%), Meridiana (19%) e Germanwings (10%).
Le prenotazioni
Nonostante diverse low cost siano ormai presenti nei principali gds, inoltre, continua a prevalere la prenotazione in rete: dalla survey, infatti, emerge che l’88% dei voli low cost vengono prenotati in Internet, mentre solo il 17% tramite agenzia di viaggio, il 2% attraverso call center e l’1% presso la la biglietteria aeroportuale. La rete rappresenta anche il principale canale di informazione per le offerte e i programmi delle compagnie a basso costo (è indicata dall’84% degli intervistati), seguita dalla stampa (39%), dalle affissioni pubblicitarie (16%) e dalle informazioni prese direttamente in aeroporto (16%).
Infine, chiamati a indicare una destinazione che vorrebbero venisse inserita nei network dei vettori low cost, gli intervistati citano Atene (42%), Vienna (36%) e Lisbona (32%).
Risparmi tra il 30 e il 70%
Insomma, la percezione dei vettori a basso costo da parte dei business traveller è nel complesso positiva. Ma quanto potrebbe incidere il ricorso alle compagnie low cost sulle spese di viaggio aziendali? Per rispondere a questo interrogativo, Rosemarie Caglia, marketing manager diCarlson Wagonlit Travel, ha illustrato i risultati di una survey realizzata dal gruppo su un campione rappresentativo di travel manager impiegati presso grandi società internazionali. Secondo gli intervistati, l’utilizzo di vettori a basso costo potrebbe consentire all’azienda risparmi sulle tariffe corporate compresi tra il 30 e il 70%. Ma quali sono i principali deterrentiall’utilizzo di voli low cost? Al primo posto si colloca la riluttanza dei viaggiatori a causa dellelimitazioni nell’utilizzo del biglietto. A seguire, la scarsa offerta di rotte, il pagamento in rete tramite carta di credito, il fatto che spesso non è possibile stampare una ricevuta della prenotazione, i vincoli d’orario, i limiti nel bagaglio a mano, l’assenza dai gds, la distanza degli aeroporti dal centro cittadino e la mancanza del servizio a bordo. Ciononostante, la ricerca evidenzia una potenziale crescita del 4% nel ricorso ai vettori low cost da parte delle aziende italiane.
Un nuovo applicativo per prenotare le low cost
E proprio per anticipare questo trend, Carlson Wagonlit Travel ha messo a punto Cwt Web-Fares, un sistema che, attraverso un applicativo web – e dunque senza l’implementazione di alcun software a livello locale – semplifica la ricerca e la prenotazione dei voli a basso costo e, soprattutto, consente la creazione del file per i sistemi di back-office e la consegna dei dati alle soluzioni Cwt Previews, Mis e Aqua.
Low cost e aeroporti
Un matrimonio riuscito
Come noto, la partnership con gli aeroporti rappresenta uno dei cardini del successo dei vettori low cost. Da un lato, infatti, le compagnie a basso costo utilizzano gli scali regionali per ridurre in maniera significativa i costi di gestione e di handling. Dall’altro, l’introduzione di nuovi voli a basso costo è in grado di decretare il successo degli aeroporti, provocando un significativo aumento del numero dei passeggeri. Un esempio di questo “matrimonio” riuscito è il Sistema Aeroportuale Venezia costituito dallo scalo Marco Polo di Venezia e dall’Aeroporto di Treviso (scali che hanno raggiunto, nel 2003, rispettivamente 5.304.597 e 685.220 passeggeri). Attualmente, l’Aeroporto Marco Polo ospita nove compagnie low cost, per un totale di 230 collegamenti settimanali e 34 destinazioni (11 inaugurate nel 2003). La presenza di vettori a basso costo ha determinato un costante incremento di traffico. Nel 2002 il numero dei passeggeri low cost rappresentava il 4% del totale, mentre nel 2003 la quota è salita al 25%. Un trend destinato a proseguire anche quest’anno fino a raggiungere il 30%. E a cui contribuisce anche la significativa presenza delle compagnie low cost nel programma di fidelizzazione “Il Milione”.