Il business travel sarà diverso

Il business travel sarà diverso: stop alle penali da cancellazioni

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Nel breve e nel medio periodo il business travel sarà diverso rispetto a ieri. A iniziare dal trasporto aereo, dove si avrà la probabile scomparsa dei supplementi per cambio o cancellazione del biglietto. L’emergenza sanitaria in atto ha cambiato tutto il settore dei viaggi, come mostra una ricerca di effettuatada Cartrawler, azienda americana che fornisce tecnologie legate al settore dei viaggi.

«Nel 1985 – dice Jay Sorensen, che ha curato lo studio – American Airlines fu la prima a creare le tariffe flessibili, che prevedevano che una eventuale cancellazione avrebbe comportato la perdita di almeno il 25% del prezzo del biglietto. Anche se sono passati 35 anni, queste politiche continuano e sono diventate anacronistiche».

L’analisi porta a esempio anche il caso di Southwest Airlines, madre di tutte le low cost e tra le compagnie aeree a più alto profitto in rapporto al fatturato. Eppure non ha mai addebitato nulla in caso di cambio o cancellazione del biglietto. «Roba da fare invidia a qualunque vettore», commenta Sorensen.

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Il business travel sarà diverso, a iniziare dallo stop alle penali?

Ed è qui che si innesta il discorso generale sulle compagnie durante l’emergenza sanitaria. In questo caso, l’esempio di Southwest andrebbe seguito da tutti. Durante questo periodo, i biglietti dovrebbero essere più flessibili e le compagnie, in caso di cancellazione, dovrebbero offrire voucher della durata di almeno un anno o più. Oppure anche rimborsi in denaro o in “crediti di viaggio”.

E in questa situazione, i vettori non sono da soli, ma sono in compagnia di hotel e società di noleggio auto: spesso anche loro hanno penali in caso di cancellazione o cambio. «Andare nella direzione di abolire tali sovrattasse aiuterebbe i clienti. Che si sentirebbero più liberi di prenotare senza l’ansia di perdere denaro. Perché neanche con il tempo, questo clima di incertezza non scomparirà».

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C’è poi un altro fattore: quando le Tmc saranno costrette a pagare le penali, il mercato non reagirà bene. Nemmeno i politici oppure i legislatori.

Lo studio di Cartrawler porta l’esempio di Wizz Air, che ha introdotto una interessante strategia, suscitando però l’interesse delle associazioni dei consumatori per avere eliminato la possibilità del reclamo online. La compagnia aerea ungherese incoraggia i viaggiatori e richiedere un “credito di viaggio” invece di un rimborso.

Per le cancellazioni o le sospensioni dei collegamenti, il vettore in automatico restituisce il 120% della tariffa originaria. Da spendere per future prenotazioni direttamente sul sito wizzair.com (quindi non b2b, ndr) o tramite l’app dedicata. In pratica, iniziative rivolte business to consumer e che escludono l’intermediazione. Infine, i passeggeri possono scegliere di ricevere un rimborso immediato del 100% del prezzo del biglietto.

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Un velivolo di Wizz Air

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